NUOVO COLPO DI SCENA NELLA TELENOVELA CHE VEDE PROTAGONISTA VITTORIO SGARBI E IL QUADRO "IL GIARDINO DELLE FATE" DI VITTORIO ZECCHIN - LA GUARDIA DI FINANZA VUOLE CAPIRE PERCHE', NEL 2020, IL MINISTERO DELLA CULTURA AVEVA MANIFESTATO L’INTERESSE AD ESERCITARE IL DIRITTO DI PRELAZIONE SULLA TELA, DOPO L’ACQUISTO DA PARTE DELLA COMPAGNA DEL "CRITICO D'URTO", MA POI, NON L'HA ESERCITATO - L'EX SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA, ALL’EPOCA NON AVEVA INCARICHI AL MINISTERO, NON È INDAGATO. MA…
Estratto dell'articolo di Giuseppe Scarpa per www.repubblica.it
Il quadro è “Il giardino delle fate” di Vittorio Zecchin che tanti dispiaceri ha dato all’ormai ex sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi che, per il suo acquisto, è indagato per reati fiscali. Ma questa vicenda è conosciuta. La novità, che riguarda lo stesso dipinto, è un’altra ed è un caso spinoso che tira in ballo anche la condotta del Ministero della Cultura.
Il Mibac, infatti, aveva manifestato l’interesse ad esercitare il diritto di prelazione sulla tela, in quanto bene vincolato, dopo l’acquisto all’asta dell’opera da parte di Sabrina Colle, compagna di Sgarbi, ma poi, improvvisamente, stabilì di non affondare il colpo. […] Adesso la procura e la guardia di finanza vogliono vederci chiaro. […] Cosa o chi fece cambiare idea ai Beni Culturali nell’autunno del 2020?
Sia chiaro, Sgarbi che all’epoca non aveva incarichi al Ministero, non è indagato. Ma occorre raccontare l’intera inchiesta dall’inizio per comprenderne al meglio questa nuova costola.
I pm Mario Dovinola e Francesco Saverio Musolino accusano il critico d’arte di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, per un totale di 700 mila euro. […] Nell’ottobre 2020, Sabrina Colle si aggiudica la tela in un’asta. Tuttavia Colle avrebbe agito — secondo il nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Roma — per conto di Sgarbi. Tutto ciò per aggirare il fisco. L’ex sottosegretario aveva una serie di debiti con l’erario e avrebbe preferito non intestarsi il dipinto, questa la tesi. Perciò, per la procura, il reale acquirente era il politico.
Questa, come si diceva, è la prima inchiesta conosciuta. […] Ma cosa accadde tre anni fa dopo l’acquisto del dipinto da parte della compagna di Sgarbi? La prima stranezza. La casa d’aste, dopo la vendita, comunicò tardivamente al Ministero la cessione a Colle. Successivamente, però, avvenne qualcosa di molto più singolare. Sebbene l’informazione della vendita della tela fosse avvenuta in tempi non così brevi, alla fine, i Beni Culturali vennero avvisati. A questo punto dal Ministero, come spesso accade, avevano una doppia scelta: esercitare la prelazione o non esercitarla. Stop.
Il Mic valutò seriamente il riscatto dell’opera: per questo esercitò una manifestazione d’interesse. La tela era stata venduta ad un prezzo ragionevole, perciò, il Ministero era orientato a comprarla.
Ma è qui che accade l’imponderabile, e su questa manifestazione che, a un certo punto, sulla strada Roma.Torino (città in cui era stato venduto il quadro) tutto si perde. A questa iniziale volontà dello Stato non è stato dato seguito nulla. Niente. E per quale motivo? Non è affatto chiaro, ma pm e finanza adesso lo vogliono capire.
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