ipotesi voto negli uffici postali

COME COMBATTERE IL NON VOTO? URNE AGLI UFFICI POSTALI CON L’ELECTION PASS PER I FUORI SEDE - LE PROPOSTE DELLA COMMISSIONE ISTITUITA DAL MINISTRO PER I RAPPORTI CON IL PARLAMENTO D’INCA’ E PRESIEDUTA DA BASSANINI PER TOGLIERE GLI OSTACOLI ALL’ASTENSIONISMO INVOLONTARIO (9 MILIONI) - ALLE ULTIME POLITICHE, NEL 2018, HA VOTATO IL 72,9%. ALLE EUROPEE DEL 2019 ALLE URNE SI PRESENTÒ MENO DEL 55% DEGLI ELETTORI

Alessandra Arachi per il “Corriere della Sera”

 

IPOTESI VOTO NEGLI UFFICI POSTALI 2

Sarebbe comodo andare a votare alle elezioni oltre che al seggio negli uffici postali o anche in quelli comunali. Comodo scaricare il certificato elettorale come tante volte in questi mesi abbiamo scaricato il green pass. E questo senza sobbarcarsi file chilometriche per recuperare il certificato cartaceo e con la possibilità di poter votare anche in un seggio diverso dal proprio.

 

Non è fantasia, ma sono alcuni degli strumenti pensati per la lotta all'astensionismo ingaggiata da Federico D'Incà, ministro dei Rapporti con il Parlamento.

 

IPOTESI VOTO NEGLI UFFICI POSTALI

Della battaglia se ne occupa una commissione istituita a dicembre e coordinata da Franco Bassanini. Alla commissione il compito di analizzare e curare il fenomeno dell'astensionismo «il male della nostra democrazia», come lo ha definito lo stesso ministro in una conferenza stampa indetta ieri per presentare il Libro bianco sulle cause del calo di affluenza dalle urne. E non è un male sottile.

 

Il primo macroscopico dato. Alle prime votazioni della Repubblica, nel 1948, andarono a votare il 92,2% degli aventi diritto. Alle ultime politiche, nel 2018, il 72,9%. Fino alle Europee del 2019 quando alle urne si presentò meno del 55% degli elettori. Una disfatta. Ma con una notizia non da poco individuata dalla commissione.

 

FEDERICO D'INCA'

Non è vero che chi non va a votare alle elezioni lo fa soltanto per protesta o per indifferenza. C'è un grande bacino di astensionismo «involontario», fatto di anziani che hanno poca mobilità, di iscritti all'estero che entrano nei conteggi delle percentuali ma che nella realtà non mettono piede in Italia anche da decenni.

 

Guardiamo i numeri. Oscilla appena tra il 15% e il 20% la percentuale di chi non va a mettere la scheda nelle urne per protestare contro la classe politica. Poi c'è un'altra fetta di astensionismo volontario, quella degli indifferenti: va dal 10% al 15%. Tutto il resto è, appunto, quell'astensionismo involontario che si potrebbe recuperare. Per esempio: sono 4,2 milioni di over 65 con difficoltà di movimento, 2,8 di questi sono molto gravi.

 

franco bassanini

Ed è soltanto a questi ultimi che fino ad oggi è stata data la possibilità di votare da casa. Si potrebbe estendere, grazie ad un certificato del medico di base. C'è anche la proposta di pubblicare una lista di seggi senza le barriere architettoniche e facilitazioni per chi studia o lavora lontano da casa. E ancora: due giorni fissi di election day, uno in primavera, uno in autunno.

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