
UNA BANDA DI CIALTRONI INCOMPETENTI – IL CONSIGLIERE DI TRUMP, MIKE WALTZ, SI ASSUME LA RESPONSABILITÀ DI AVER INSERITO IL DIRETTORE DELL'“ATLANTIC”, JEFFREY GOLDBERG, NELLA CHAT RISERVATA DEL PENTAGONO SUGLI ATTACCHI AGLI HOUTHI: “HO SBAGLIATO”. MA INSINUA CHE IL GIORNALISTA “IN QUALCHE MODO SIA RIUSCITO A FARSI STRADA NEL GRUPPO SIGNAL. IO NON HO MAI CONOSCIUTO GOLDBERG” – WALTZ CHIEDE AIUTO A ELON MUSK: "CI AIUTERA’ A CAPIRE COSA È SUCCESSO" – L’AMBASCIATORE STEFANINI: “LA CHAT RIVELA UNA MANCANZA DI PROFESSIONALITÀ, SPIA DI UN’AMMINISTRAZIONE CHE PREMIA LA FEDELTÀ SULLA COMPETENZA. E STRAPPA IL VELO DEL PENSIERO DOMINANTE NELLA WASHINGTON DI TRUMP SUI RAPPORTI CON L’EUROPA…”
Waltz, ho sbagliato a inserire il giornalista nella chat ++
(ANSA) - Mike Waltz si è assunto la responsabilità di aver inserito il direttore dell'Atlantic nella chat riservata del Pentagono sugli attacchi agli Houthi. In un'intervista a Fox news il consigliere di Donald Trump ha ammesso di "aver sbagliato" pensando che si trattasse di "qualcun altro" ma ha anche insinuato che Jeff Golberg "in qualche modo sia riuscito a farsi strada nel gruppo Signal".
Waltz, Musk ci aiuterà a capire cosa è successo con chat
(ANSA) - WASHINGTON, 25 MAR - Mike Waltz ha definito "imbarazzante" il caso della chat riservata del Pentagono nella quale per un suo errore è stato inserito il direttore dell'Atlantic. "Andremo fino in fondo", ha assicurato il consigliere di Donald Trump aggiungendo di aver chiesto aiuto a Elon Musk. "Con lui abbiamo la migliore tecnologia a disposizione per capire cosa è successo", ha detto.
ARTICOLO DI JEFFREY GOLDBERG - PIANI DI GUERRA USA IN YEMEN SU SIGNAL
Waltz, 'non ho mai conosciuto il direttore di Atlantic'
(ANSA) - WASHINGTON, 25 MAR - Il consigliere alla sicurezza nazionale americana Michael Waltz che ha invitato per errore il direttore dell'Atlantic in una chat riservata del Pentagono ha detto "di non aver mai conosciuto né mai comunicato" con Jeff Golbderg.
Trump, 'Waltz non si deve scusare, fa del suo meglio'
(ANSA) - WASHINGTON, 25 MAR - Per Donald Trump il consigliere Mike Waltz "non deve scusarsi" per aver invitato per sbaglio nella chat segreta del Pentagono il direttore dell'Atlantic. "Sta facendo del suo meglio", ha aggiunto.
I TRE DANNI DELLA CHAT AMERICANA CON I PIANI CONTRO GLI HOUTHI
Estratto dell’articolo di Stefano Stefanini per “La Stampa”
JD VANCE - PETE HEGSETH - MIKE WALTZ
Succede a tutti. A chi non è capitato di mandare un WhatsApp (o un più protetto Signal) a un destinatario sbagliato? Ma la leggerezza di digitazione non dovrebbe capitare a un “consigliere per la sicurezza”. Non dovrebbe capitare a chi siede nell’ufficio che fu di Henry Kissinger e di Condoleezza Rice. Non in un gruppo che include il capo del Pentagono. Non in una conversazione in cui si discute una delicata operazione militare contro la minaccia alla navigazione internazionale nel Mar Rosso.
[…] il danno è stato fatto ed è enorme. No, non un danno all’operazione militare, grazie al senso di responsabilità del Direttore dell’Atlantic Magazine, Jeffrey Goldberg, incluso per errore nel chat – probabilmente al posto del responsabile Usa per il commercio estero, Jamieson Greer, stesse iniziali – che ha pubblicato la conversazione settimane dopo l’intervento contro gli Houthi.
[…] Il danno deriva da tre elementi. Primo, non si usa Signal per parlare di questioni di sicurezza nazionale; chi se occupa per mestiere, rabbrividisce. Secondo, la chat rivela una mancanza di professionalità di molti partecipanti, spia di un’amministrazione che premia la fedeltà sulla competenza. Terzo, la conversazione strappa il velo del pensiero dominante nella Washington di Trump sulla sicurezza internazionale e, specificamente, sui rapporti con l’Europa.
DONALD TRUMP - JD VANCE - PETE HEGSETH - MIKE WALTZ
Non parlano parlamentari o osservatori politici. Parlano le massime cariche del governo americano. Per alcuni, a cominciare dal Vice Presidente Usa, la massima preoccupazione non e’ il danno inflitto agli Houthi ma l’immeritato beneficio che ne traggono gli europei. C’è subito chi rincara la dose: «mettiamo in chiaro cosa con l’Egitto e l’Europa cosa vogliamo in cambio e come imporlo. Sta all’Europa rimborsare (“remunerate”)».
A dirlo e’ SM. probabilmente Stephen Miller, Vice Capo di Gabinetto di Trump, e grande artefice di politica immigratoria e deportazioni. Il «come mandare il conto agli europei» è presumibilmente il motivo per cui l’Ustr Jamieson Greer avrebbe dovuto essere inserito nella chat. Il conto arriverà dunque con i dazi [...]
GIORGIA MELONI DONALD TRUMP - IMMAGINE CREATA CON GROK
Per l’Europa, e per l’Italia, due lezioni. Uno, ce la siamo cercata. Vance non ha torto quando dice «perché dobbiamo occuparci noi del transito via Suez dove passa il 3% del nostro traffico e il 40% di quello europeo»? La risposta è semplice: perché noi europei non abbiamo la capacità, in questo caso più politica militare – l’operazione Ue Aspides nel Mar Rosso ha regole d’ingaggio solo difensive - di fare da soli.
Quindi perpetuiamo la dipendenza dagli americani. Che, seconda lezione, non ci vedono più come alleati ma come «passeggeri a sbafo (“free loaders”)» cosa «detestabile e patetica», parole del Segretario alla Difesa, Pete Hegseth. Accolto un mese fa col tappeto rosso alla Nato. Adesso sappiamo cosa pensa di noi. È quello che pensa l’intera amministrazione e il suo Presidente con cui fantastichiamo di illusori ponti.
DAZIAMI MA DI BACI SAZIAMI - MEME BY EMILIANO CARLI
Gli Stati Uniti restano un indispensabile alleato. Ma il rapporto transatlantico ha oggi due fragilità messe impietosamente a nudo dalla chat. La prima è la disistima americana nei nostri confronti.
La seconda, che tocca un nervo scoperto in tema di sicurezza, è l’inaffidabilità di “questa” amministrazione Usa. Ha un bel dire Trump «non ne so niente». Un tempo, vedi Donald Reagan sullo scandalo Iran-contra, non era ammesso che il Presidente americano se la cavasse con l’ignoranza.
Quando, ieri sera, Defence News, pubblicazione delle forze armate Usa, ha ripostato la notizia della chat, mi trovavo insieme all’ex Capo di Stato Maggiore italiano, Generale Vincenzo Camporini. Uno che conosce bene il Pentagono. Ne conosce le regole. «Incredibile, assurdo, folle, criminale; da noi sarebbe un reato», è stato il suo lapidario commento.