UNA COPPIA “CUCKOLD” SCRIVE A DAGOSPIA: “NEL SUO ARTICOLO BARBARA COSTA PARLA DI ‘SQUALLORE E DELIRIO’ PER CHI PRATICA QUESTO SCAMBISMO. NOI FREQUENTIAMO PERSONE ELEGANTI CHE HANNO UN BON TON CHE NON TROVIAMO ALTROVE. SÌ, IL CATTIVO GUSTO E’ PRESENTE IN QUESTO AMBIENTE MA E’ OVUNQUE”
Lettera di una coppia di lettori a Dagospia
Caro Dago,
siamo Laura e Simone, una coppia scambista della Lombardia, e ti scriviamo perché abbiamo letto con disappunto la corrispondenza di Barbara Costa sul mondo scambista.
La tua corrispondente, infatti, conclude il suo pezzo parlando di “squallore e delirio”: permettici di dirti che queste espressioni ci sembrano fortemente inappropriate, oltre che ingiuste.
Noi siamo una coppia istruita (entrambi laureati), con una nostra regolare vita familiare, professionale, sociale, ecc., nella quale i nostri comportamenti sono sempre sobri e composti. Accanto a queste sfere di vita, comuni alla stragrande maggioranza delle persone, da qualche tempo ne abbiamo inserita un’altra: quella del sesso di gruppo, appunto, con una, due, o più persone.
Ebbene, non ci riteniamo perciò persone “squallide”, né riteniamo tali le persone che frequentiamo, persone educate ed eleganti, anch’esse con una regolare e composta vita di relazione. Anzi, siamo in grado di assicurarti che le persone che frequentiamo, o che anche solo incontriamo, hanno un grado di bon ton, di savoire faire, di tatto, che purtroppo non troviamo nelle altre frequentazioni sociali. E sono (siamo) ben lungi dall’essere squallidi o deliranti. Peraltro, all’articolista viene il sospetto di essere moralista, ma lo allontana subito da sé, temendo forse di essere accostata ad Alfano che parla di unioni “contro natura”.
Il punto che temo sfugga a Barbara Costa è che purtroppo il cattivo gusto è presente anche in questo ambiente, come in tanti altri (per esempio, vedi alla voce “fashion week”…), ma non è un buon motivo per considerarlo paradigmatico di esso – o almeno, solo di esso. Inviamo, caro Dago, un cordiale saluto a te, ai tuoi collaboratori, e ai tuoi lettori.
Laura e Simone