“ABBATTEREMO I CACCIA USA CHE SI AVVICINANO ALLE NOSTRE COSTE” - LA COREA DEL NORD ALZA IL CIUFFO CONTRO WASHINGTON: E’ LA RISPOSTA ALL’INCURSIONE DI DUE VELIVOLI AMERICANI CHE, TRE GIORNI FA, HANNO SFIORATO I CONFINI DI PYONGYANG - ECCO COSA PUO’ ACCADERE
Anna Guaita per “il Messaggero”
La Corea del nord è convinta che Donald Trump le abbia dichiarato guerra, e per questo si sente libera di «assumere contromisure». Il ministro degli Esteri di Pyongyang ha lanciato ieri l'ennesima clamorosa minaccia, sostenendo che il suo Paese potrebbe decidere di abbattere gli aerei americani che si avvicinino alla sua costa. Il ministro Ri Yong-ho, ancora in visita all'Onu, ha precisato che gli aerei potrebbero essere abbattuti anche se volano fuori dallo spazio aereo nord coreano. È chiaro il riferimento alla prova di potenza che gli Usa hanno esibito tre giorni fa, quando due bombardieri, scortati dai caccia, hanno sfiorato i confini nordcoreani, arrivando a 22 chilometri di distanza.
kim jong un e la moglie ri sol ju
I PRECEDENTI
La minaccia del ministro non deve essere presa alla leggera, visto che nel passato il regime ha condotto atti ostili di questo tipo. Nel 1968 ha preso ostaggio per quasi un anno una nave spia Usa, la Pueblo, nonostante fosse a 14 chilometri dalle acque territoriali nord coreane. Nel 1969 ha abbattuto un aereo spia americano (disarmato) che volava a 50 chilometri dalle coste, sopra il Mar del Giappone. In questo secondo attacco morirono 31 soldati Usa.
L'allora presidente, Richard Nixon, decise comunque di non rispondere con la forza, ma ordinò massicce manovre militari, allo scopo di intimidire il regime. Non sappiamo come reagirebbe l'Amministrazione Trump davanti a un possibile atto di aggressione come quello ventilato dal ministro nordcoreano.
Ma ieri il portavoce del Pentagono, il colonnello Robert Manning, ha sostenuto che comunque il presidente avrebbe a disposizione «un arsenale immenso per affrontare la questione». A quanto pare, il regime ha deciso che il discorso di Donald Trump all'Onu, seguito da un tweet di sabato mattina, costituiscono una vera «dichiarazione di guerra».
LA FIRMA
A essere puntigliosi, lo stato di guerra fra Corea del nord e Stati Uniti non è mai finito. Il 26 luglio del 1953 difatti, i due Paesi firmarono un armistizio, ma non hanno mai firmato una vera pace. Da allora non c'è mai una vera distensione, solo momenti di minor tensione, in cui è sembrato che la mediazione di altri Paesi potesse portare a un miglior dialogo fra i due acerrimi nemici.
È stata comunque una tradizione di tutti i presidenti repubblicani e democratici evitare di arrivare a un confronto duro e diretto come quello che Trump ha adottato. Tra l'altro, nella stessa Amministrazione Trump, vari consiglieri hanno ripetutamente raccomandato che il presidente evitasse di usare termini o nomignoli che appaiano offensivi per l'ego rigonfio e maniacale del dittatore.
Invece Trump ha sbeffeggiato Kim davanti a tutto il mondo chiamandolo «Rocket Man» dal podio dell'Assemblea Generale. E quando il ministro degli Esteri, venerdì, ha ipotizzato che il suo Paese potrebbe sperimentare una bomba all'idrogeno nei cieli sopra il Pacifico, Trump ha risposto con un tweet in cui prometteva che i nordcoreani «non resteranno in giro per molto tempo».
IL BANDO
Ieri Trump ha anche incluso la Corea del nord fra i Paesi coperti dal bando dei viaggi. Nella versione rivista e corretta del discusso bando, si vieta sine die (non più per solo tre mesi) l'accesso ai viaggiatori di otto Paesi: Ciad, Iran, Libia, Somalia, Siria, Venezuela, Yemen, e Corea del nord. L'inclusione del regime eremita appare comunque solo simbolico, considerato che dalla Corea del nord arrivano sì e no un centinaio di visitatori all'anno.
L'escalation di invettive fra Trump e Kim è ora sfociata nella minaccia di Pyongyang di abbattere un aereo: «Il mondo deve ricordare che i primi a dichiarare guerra sono stati gli americani» ha detto il ministro Ri Yong-ho. Ieri l'agenzia di stato di Pyongyang ha messo in rete un video di propaganda in cui si vedono missili terra-aria coreani distruggere due aerei Usa in volo, e missili lanciati da un sottomarino far esplodere la portaerei Carl Vinson.