croppi

LE CAPRIOLE DEL GIOVANE CROPPI - DAL MOVIMENTO SOCIALE AI RADICALI, POI I VERDI, LA “RETE” DI LEOLUCA ORLANDO, IN CAMPIDOGLIO CON RUTELLI, ALEMANNO E MARINO. E POTREBBE TORNARCI AL TRAINO DI GIACHETTI: TOMBOLA!

Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera”

 

(A intervista finita. Due ore dopo ).

umberto croppiumberto croppi

«Che poi no, scusi, abbia pazienza, ripensandoci: ma in un Pd che imbarca chiunque, che tiene dentro tutti, da Verdini ad Alfano, il problema posso essere io?».

Nei prossimi mesi vedremo se ha ragione. Intanto, è baruffa.

 

Perché la voce che gira è questa: Umberto Croppi, ex assessore alla Cultura di Gianni Alemanno, potrebbe tornare in Campidoglio con lo stesso incarico nel caso in cui il nuovo sindaco di Roma diventasse Roberto Giachetti (Giachetti, lasci stare la scaramanzia: tanto non è un colloquio con Croppi che può spostare il suo destino).

 

Ecco, appunto, Croppi: uomo colto e spregiudicato, elegante, più simpatico di come appare, frequentatore dei salotti giusti, editore e pubblicitario, a 60 anni vanta una biografia politica che se la leggono quelli del Cirque du Soleil, cambiano lavoro.

«Dobbiamo riparlare dei Campi Hobbit?».

 

Dopo. Subito, invece, può spiegare se davvero guiderà la Cultura nel caso in cui Giachetti vincesse le elezioni a Roma?

«Escludo la possibilità di candidarmi».

Premio Guido Carli Umberto Croppi Marisela Federici Premio Guido Carli Umberto Croppi Marisela Federici

 

Le ho chiesto un' altra cosa.

«Guardi, io non sto dando una mano alla campagna elettorale di Giachetti per diventare assessore…».

 

E allora perché lo fa?

«Perché Roma ha bisogno d' aiuto. Io rappresento una rete di persone che di me si fida e quindi…».

 

Quindi?

«Sento il peso di questa responsabilità».

 

Cioè, lei si impegna perché sente il peso della responsabilità?

De Sica Croppi e Marino De Sica Croppi e Marino

«Capisco che possa sembrarle bizzarro, ma la politica è pure questo: senso di appartenenza a una comunità… Poi, nel caso specifico, c' è anche l' amicizia con Giachetti».

 

Facciamo la prima capriola all' indietro: lei fu dirigente del Fronte della Gioventù e del Fuan, poi entrò nel comitato centrale del Msi…

«E fui, l'anticipo, anche uno degli organizzatori dei Campi Hobbit: il tentativo di superare tutta la retorica neo-fascista con modalità rivoluzionarie per l'epoca, con forme espressive che andavano dalla musica al teatro, alla letteratura. Esperienza straordinaria».

 

Fu un' esperienza straordinaria, ma tragica, anche quella del Fuan.

FILIPPO LA MANTIA UMBERTO CROPPI FILIPPO LA MANTIA UMBERTO CROPPI

«Se ne è riparlato in queste ore. Però, ricordo a tutti, il Fuan era solo l'organizzazione degli universitari del Msi…».

 

No: fu molto di più. Intorno alle atmosfere della sede di via Siena nacquero i Nar.

Mambro, Fioravanti, Alibrandi, Carminati…

«Fioravanti e gli altri si appropriarono di quella sede, quando il Fuan, di fatto, già non c'era più… E, comunque, non c'ero più io, che avevo lasciato Roma e mi ero iscritto all'università di Teramo».

 

UMBERTO CROPPI ERMETE REALACCI UMBERTO CROPPI ERMETE REALACCI

Da questo momento, inizia la sua inquietudine.

«Mi accorgo di militare in un partito in cui non mi riconosco più. Nel 1984, all' Ergife, intervengo al congresso dei radicali. Sono tra i fondatori del gruppo Nessuno Tocchi Caino, lega contro la pena di morte. Mi avvicino al mondo dei verdi…».

 

Dove conosce Francesco Rutelli.

«Sì: anche se, quasi contemporaneamente, mi appassiono alla Rete di Leoluca Orlando.

UMBERTO CROPPI FLAVIA PERINA UMBERTO CROPPI FLAVIA PERINA

Ma dura poco. Anche perché, nel 1993, Rutelli si candida a sindaco ed io e Paolo Gentiloni fondiamo il primo ufficio comunicazione. In Campidoglio conosco Giachetti, ma non resto: perché divento capogruppo dei Verdi alla regione».

 

Poi si mette a fare l'editore.

«Sto fuori dalla politica, sì, per un po'. Ma a un certo punto mi accorgo che Gianfranco Fini ha cominciato a fare aperture su temi forti: immigrazione, fecondazione, unioni civili.

Rientro incuriosito nel giro e Alemanno mi chiede un aiuto».

Umberto Croppi Umberto Croppi

 

Siamo nel 2008: e Alemanno si candida a sindaco contro il suo amico Rutelli. Capriolona.

«Gianni sembra avere un progetto: rompere il quadro incancrenito del Campidoglio.

E, all'inizio, fornisce anche segnali precisi: io vado alla Cultura, cerca Giuliano Amato per guidare la commissione riforme, coinvolgiamo Renato Nicolini…».

 

Alemanno, un disastro assoluto.

«Mhmm... Sì, certo. Io stesso entro in collisione con lui e vengo fatto fuori nel gennaio 2011».

 

GIANNI ALEMANNO UMBERTO CROPPI GIANNI ALEMANNO UMBERTO CROPPI

E, dopo due anni, eccoci a Ignazio Marino.

«È lui che mi cerca: chiede consigli, collaborazione. E a me, sono sincero, la sua offerta politica piace. All' inizio piace. Poi, certo...».

 

Un altro disastro.

«Si rivela del tutto inadeguato».

 

Posso dirle che, ultimamente, ha sviluppato un certo talento nell' individuare il sindaco sbagliato per Roma?

«Ah ah! Ma no... Giachetti farà benissimo...».

(Giachetti, davvero, lasci stare: la scaramanzia è una cosa volgare e sciocca)

 

 

GIACHETTIGIACHETTI

Ultimi Dagoreport

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…