BOSSETTI DELITTI IMPERFETTI – LA MOGLIE AL MARITO IN CARCERE: “NON DEVI DIRE LE PALLE, HAI MENTITO ANCHE SUL TUMORE” – “COME FAI A RICORDARTI CHE AVEVI IL TELEFONO SPENTO E POI NON SAI CHE HAI FATTO QUEL GIORNO?”
Paolo Berizzi e Piero Colaprico per “la Repubblica”
Una moglie che prima dà fiducia, ma poi pone al marito le domande che tutti farebbero: e nemmeno lei trova risposta. Una moglie che ancora adesso ripete, anche in televisione, «mio marito è innocente, non ho nessun dubbio. Quando ho dei dubbi gli faccio delle domande». Appunto. È un crescendo quello tra Massimo Bossetti e Marita Comi. Gli investigatori hanno registrato i loro colloqui in carcere. Ecco alcuni passi salienti.
LE LAMPADE E LA “FREGATA”
Comi : «Ma è vero che andavi a fare le lampade?»
Bossetti : «Eh (piangendo)» C: «È vero che andavi a farti le lampade. Uhm? Guardami».
B: «Ma parecchio tempo fa... Io non ci ho niente a che fare con lei, la Yara non so neanche chi è».
B: «Il mio dna è sul... basta, la mia fregata è quello.. come fai a fare una cosa del genere... Marita, dai, a una bambina... (piange) Però se sono certi è un guaio è vero che mi fermavo una volta a fare le lampade ma che cazzo te ne frega non te l’ho detto perché erano cinque sei euro ».
C: «Hanno detto che spendevi 100 euro a settimana».
B: «Chi l’ha detto?» C: «Quella delle lampade, la bionda ».
IL TUMORE
C: «Perché dicevi che andavi via a fare il tumore? Avevi un tumore? cosa c. hai detto?»
B: «È stato due o tre mesi fa».
C: «Ma dovevi dire che avevi un tumore?! Che cazzate però Massi... non devi dire le palle così».
IL LUOGO DEL RAPIMENTO
C: «Come mai sei finito a Brembate allora?».
YARA GAMBIRASIO - MASSIMO BOSSETTI
B: «Avevo in mano tutte le fatture da fare.. Non le fatture, le schede carburanti, era il momento delle tasse, dei documenti, qualcosa dovevo pagare, dovevo parlare con la Caccia (la commercialista, ndr) e sono andato. Mi ricordo che ero andato, mi ha fatto aspettare, poi sono passato per Brembate mi sono fermato a quell’edicola di Brembate».
Il 26 settembre del 2014 per gli investigatori si notano «palpabili dubbi nella donna».
LE TELECAMERE
Comi : «Ti hanno preso (le telecamere, ndr) in quella via dove c’è la Toscanaccia».
Bossetti : «Certo, via Rampinelli ».
C: «Eh, però tu venivi su e poi hai girato dentro».
B: «Non lo so non mi ricordo bene, giravo dove ho fatto la foto di Facebook che c’è l’aliante».
C: «Ma quelli dicono alle 6 e mezzo (...) prima alle 6 ti hanno visto là, non coincide (...) Però che cosa ci facevi a Brembate alle 6?».
Il 4 dicembre, ancora sul punto.
B: «Può essere che sia passato, Marita, ma non 5 o 6 volte».
C: «Avanti e indietro ogni 2 o 3 minuti».
B: «Impossibile».
C: «Cinque minuti (...) Si vede che sei passato e sei tornato indietro. A fare sei tornato indietro? Sei andato giù alla rotonda e sei tornato indietro, poi ti hanno visto, possibile che non ti è venuto in mente che cosa hai fatto quel giorno? (...) Come puoi ricordati che hai il telefono spento e non ti ricordi dov’eri? (...) Riesci a girare da tre quarti d’ora, è tanto... Non puoi girare lì tre quarti d’ora così, a meno che non aspettavi qualcuno...».
Di nuovo. È il 13 dicembre.
C: «Se mi devi dire qualche cosa dimmelo adesso, Massi. Non voglio che salti fuori qualche cosa dopo. Sicuro che non salta fuori niente?»
B: «Da parte mia no, se no te l’avrei già detta».
C: «Un camioncino che fa avanti e indietro, tu dici “non sono io”, lo sai te se sei passato 5-6 volte».
B: «Cinque sei volte no». C: «Due o tre».
B: «Sarò passato quella volta».
C: «In 5 minuti? (..) Alla fine sono 45 minuti», È dimostrato che Bossetti, il quale aveva detto di essere tornato subito a casa, ha girato per Brembate nelle stesse zone e negli stessi minuti in cui Yara scompare. E sull’“impegno” dalla commercialista: solo smentite.
LE SCARPE DI YARA
Ai piedi di Yara le scarpe sono state trovate slacciate. Come se qualcuno gliele avesse rimesse ai piedi.
B: «Gli ho detto anche se dovessi essere stato io a rincorrerla in un campo, in quel periodo pioveva o nevicava, ricordi?».
C: «Quella sera lì no, però».
B: «Il campo era bagnato la terra impalciata e tutto, se tu corri in un campo è facile che le scarpe si perdano ».
C: «Dopo tre mesi...?».
B: «Eh, non so, è un casino, io voglio uscire di qua, nessuno mi crede ».
Il dettaglio del campo bagnato, riferito da Bossetti alla moglie, per gli investigatori è un indizio a sfavore.
PORNO E MINORI
B: «L’avvocato mi ha chiesto se c’era qualcosa di pedofilia nel computer. Non c’è, vero?».
C: «No».
B: «Gli ho detto che ci andiamo noi ogni tanto su you porn quelle cose lì... ma non ho mai fatto niente del genere te lo giuro (piange)».
La perizia informatica rileva che sono state digitate le parole «tredicenni » e «ragazzine» con particolari caratteristiche porno.
NATAN E L’UOMO SCONOSCIUTO
Interessante anche il racconto di Natan Gambirasio, il fratello di Yara. Il 19 luglio 2012 il bambino riferisce a polizia e carabinieri: «Quando Yara tornava a casa dalla palestra trovava in via Morlotti un signore in macchina che andava piano e la guardava male (...) Yara mi diceva che quando lo vedeva aveva paura». La descrizione. «43 anni, un po’ più basso di lei (il maggiore Comincini, è alto 180 cm), capelli marroni, un po’ di barbettina, una macchina grigia lunga». Annotano gli investigatori. «La descrizione presentava corrispondenze con le fattezze di Bossetti. Inoltre Bossetti possiede l’autovettura Volvo grigia SW che potrebbe corrispondere alla macchina usata dallo sconosciuto che seguiva Yara».