“PUTIN NON HA UNA VIA D’USCITA PRATICABILE DALLA GUERRA, STA CERCANDO DI GUADAGNARE TEMPO CON FINTE TRATTATIVE” - IL DIRETTORE DELLA CIA WILLIAM BURNS DURANTE UN’AUDIZIONE ALLA COMMISSIONE INTELLIGENCE DEL SENATO: “È PRIGIONIERO DEI SUOI ERRORI E HA SOTTOSTIMATO L’IMPATTO DELLE SANZIONI: LA BOLLA DI PROPAGANDA NON PUÒ REGGERE ALL’INFINITO. GIÀ ADESSO VEDIAMO CHE STANNO FILTRANDO LE INFORMAZIONI SUI MILITARI MORTI E FERITI CHE STANNO TORNANDO IN RUSSIA. E LE PERSONE COMINCIANO A RENDERSI CONTO DELLE DURE CONSEGUENZE ECONOMICHE DELLE SANZIONI”
Giuseppe Sarcina per www.corriere.it
Il direttore della Cia, William Burns, è netto: «Putin non ha una via d’uscita praticabile dalla guerra . Sta cercando di guadagnare tempo con queste finte trattative». Ieri, giovedì 10 marzo, Burns e gli altri vertici dei servizi segreti hanno tenuto un’audizione nella Commissione Intelligence del Senato. È stato uno scambio di domande e risposte molto diretto, con poche reticenze. Segno che l’Amministrazione continua la sua strategia di trasparenza per mettere in difficoltà il Cremlino.
Burns sostiene che, a questo punto, Putin sia prigioniero delle sue valutazioni sbagliate. Il leader russo era convinto di «aver attrezzato il sistema economico in modo da poter resistere alle sanzioni occidentali, ma ora sta scoprendo che non è così».
In particolare, dice Burns, non aveva considerato la mossa del Tesoro americano che ha impedito alla Banca centrale di Mosca di manovrare le ingenti riserve di valuta pregiata (l’equivalente di 600 miliardi di dollari). Secondo il direttore della Cia, il presidente russo ha rinchiuso il suo Paese «in una bolla di propaganda». Ma, ha aggiunto: «Non credo che sarà in grado di tagliare fuori all’infinito i cittadini dalla verità. Già adesso vediamo che stanno filtrando le informazioni sui militari morti e feriti che stanno tornando in Russia. E le persone cominciano a rendersi conto delle dure conseguenze economiche delle sanzioni».
La senatrice repubblicana Susan Collins, poi, ha chiesto se i russi hanno intenzione di usare armi chimiche o biologiche in Ucraina. Una possibilità evocata mercoledì 9 marzo dalla portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki. Il numero uno della Cia ha risposto così: «Questa eventualità fa parte del modo di agire dei russi. Hanno già usato armi chimiche contro i loro stessi cittadini. E ne hanno incoraggiato l’uso in Siria e altrove. Stiamo prendendo molto sul serio questo rischio». Burns, però, non ha detto se ci sono indizi concreti sul campo di battaglia. Avril Haines, Direttrice della National Intelligence, ha aggiunto: «Non abbiamo ragione di ritenere che l’Ucraina stia preparando armi chimiche, biologiche o nucleari».