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DISASTRO ETHIOPIAN: CI SONO 8 ITALIANI TRA I 157 MORTI DELL’AEREO PRECIPITATO SEI MINUTI DOPO IL DECOLLO DA ADDIS ABEBA – ECCO CHI ERANO LE VITTIME: COOPERANTI E VOLONTARI DI ONG, ARCHEOLOGI, ESPERTI DI ARTE E DI CULTURA - IL DOLORE DI MATTARELLA – DA CHIARIRE LE CAUSE DELLA TRAGEDIA…

tusa

Cristiana Mangani per "il Messaggero"

 

C' è un filo comune che lega i morti italiani dell' ultima tragedia aerea: è il filo della solidarietà, della cooperazione, di chi veramente aveva scelto di dedicare la propria vita agli altri. Uomini e donne che si trovavano in quelle terre dove la povertà e il dolore soffocano la bellezza e i colori: cooperanti, volontari, esperti di arte e di cultura. Otto italiani, vittime di un incidente aereo che non ha dato scampo a nessuno dei 149 passeggeri e agli otto membri dell' equipaggio. E che ha visto il velivolo schiantarsi sul terreno con una tale forza da provocare un cratere profondo.

 

pilar buzzetti

Sono le 8,38 ora locale (10,38 italiane), quando il Boeing 737-800 Max della Ethiopian Airlines decolla dallo scalo di Addis Abeba, diretto a Nairobi, in Kenya. C' è in programma una Conferenza Onu sul clima, e in tanti si stanno recando lì per parteciparci. Ma qualcosa non va nel volo. I radar evidenziano una «velocità verticale instabile». Il muso del velivolo punta irrimediabilmente verso il basso, nonostante i piloti cerchino in ogni modo di contrastare il movimento, insistendo sul computer. Il comandante contatta terra e avverte che qualcosa sta andando storto.

 

Ottiene l' autorizzazione al rientro. Ma la situazione è irrecuperabile e alle 8,44 il Boeing si schianta al suolo, a 47 chilometri a sud-est di Addis Abeba. «Un' esplosione fortissima - raccontano i testimoni - Le fiamme si sono propagate con una forza tale che non siamo riusciti ad avvicinarci». Poche ore dopo la compagnia aerea confermerà: «Sono tutti morti». E le prime immagini non lasciano dubbi: l' aereo è disintegrato. Sul terreno restano scarpe da ginnastica, zaini, indumenti. Quello che rimane di 157 vite straziate.

matteo ravasio carlo spini

 

L' Unità di crisi della Farnesina si mette immediatamente in movimento per avvertire e assistere le famiglie. Con il passare delle ore arrivano le conferme e i nomi delle vittime. C' era Sebastiano Tusa su quel volo, 66 anni, archeologo di fama internazionale, assessore ai Beni culturali della Regione Sicilia. Era diretto in Kenya per un progetto dell' Unesco.

 

virginia chimenti

Qualche fila più in là erano sedute due funzionarie romane impegnate nel World Food programme: Virginia Chimenti (26 anni) e Maria Pilar Buzzetti (31). La prima aveva frequentato l' università Bocconi, la seconda si era laureata alla Luiss, ed è stata autrice di diverse pubblicazioni in campo internazionale, oltre che consulente per l' associazione di studio in Eurasia e Africa. Con loro, la collega Rosemary Mumbi, passaporto italiano, origini africane.

 

Nel disastro ha perso la vita Paolo Dieci, presidente della ong Cisp e rete LinK 2007, che ha sede a Roma e racchiude 14 Organizzazioni. C' erano anche tre volontari della ong Africa Tremila: il medico in pensione Carlo Spini, sua moglie Gabriella Vigiani, infermiera, e il tesoriere Matteo Ravasio. I primi due abitavano ad Arezzo, il terzo era un commercialista residente a Bergamo. La loro meta era un ospedale che la onlus sta realizzando in Sud Sudan, dove avrebbero dovuto consegnare le attrezzature mediche, in viaggio su alcuni camion.

 

carlo spini con la moglie

«La tragedia avvenuta in Etiopia mi addolora profondamente - ha voluto rendere omaggio alle vittime il presidente della Repubblica Sergio Mattarella - Il Paese guarda con riconoscenza al loro impegno professionale e di vita, speso sul terreno della cultura e dell' archeologia, della cooperazione, di organizzazioni internazionali a servizio dello sviluppo umano. Rivolgo sentimenti di partecipazione ai familiari e alle istituzioni che hanno visto il loro impegno». Manifestazioni di cordoglio anche dal premier Giuseppe Conte e dal ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi.

 

SCHIANTO DEL VOLO ETHIOPIAN AIRLINES

Ora bisognerà chiarire la causa del disastro. L' aereo era nuovissimo ed era stato consegnato il 15 novembre scorso alla Compagnia africana. Aveva poi avuto un controllo di manutenzione il 4 febbraio. Inoltre - ha spiegato il ceo dell' Ethiopian, Tewolde Gebremariam - «il pilota era molto esperto, aveva più di ottomila ore di volo, e il suo vice ne aveva 200». Anche se un altro Boeing di questo tipo era caduto in mare a Jakarta, in Indonesia, il 29 ottobre scorso. E i piloti, prima di precipitare, avevano tentato di correggere le direzioni del computer di bordo, che dirottava automaticamente la rotta verso il basso, perché programmato per evitare lo stallo. L' operazione si era ripetuta 26 volte in 10 minuti, ma non c' era stato ugualmente niente da fare.

 

Sul volo di ieri diretto a Nairobi sono rimasti uccisi tanti delegati dell' Assemblea dell' Onu per l' Ambiente. Passeggeri di 35 nazionalità diverse: dal Kenya alla Francia, dalla Germania all' Inghilterra, dalla Spagna al Canada. Tra questi, diversi giovani che lavoravano alla Fao, a Roma.

carlo spini 6

Un lutto che coinvolge il mondo intero.

SCHIANTO DEL VOLO ETHIOPIAN AIRLINES SCHIANTO DEL VOLO ETHIOPIAN AIRLINESSCHIANTO DEL VOLO ETHIOPIAN AIRLINES SCHIANTO DEL VOLO ETHIOPIAN AIRLINES

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