niccolo ciatti

IL DOLORE DEL PADRE DEL RAGAZZO UCCISO IN UN LOCALE IN SPAGNA: “LA COSA TRISTE È CHE TUTTI SONO STATI A GUARDARE IMPOTENTI, SAREBBE BASTATO CHE FORSE QUALCUNO INTERVENENDO POTEVA RISPARMIARGLI QUELLE PEDATE SULLA TESTA, QUELLE BOTTE AL CUORE CHE ME L’HANNO AMMAZZATO COME UN CANE” - SCARCERATI DUE DEI TRE AGGRESSORI, CECENI RIFUGIATI POLITICI IN FRANCIA: AGIVANO DA PARAMILITARI

Francesco Olivo per La Stampa

 

LA BRUTALE AGGRESSIONE A NICCOLO CIATTILA BRUTALE AGGRESSIONE A NICCOLO CIATTI

Il giorno dopo il dolore diventa più acuto. Quello del padre di Niccolò Ciatti, «me l’hanno ammazzato come un cane», ma anche quello dei quattro amici tornati in Toscana domenica notte. Il corpo del ragazzo ucciso dopo un pestaggio in una discoteca di Lloret de Mar viene sottoposto a un’autopsia che nasconde poche incognite. I magistrati hanno convalidato l’arresto di uno dei tre presunti aggressori fermati a poche ore dai fatti, durante una breve fuga.

 

LA BRUTALE AGGRESSIONE A NICCOLO CIATTILA BRUTALE AGGRESSIONE A NICCOLO CIATTI

Com’è andata lo si vede benissimo da un video terribile, ripreso dalle telecamere interne del locale e pubblicato ieri mattina dal quotidiano catalano «El Periodico»: un’aggressione mostruosa a pugni conclusa con un calcio in testa, forse quello che è costato la vita a Niccolò. Accanto a lui c’è un altro ragazzo, «un amico della vittima», spiegano gli inquirenti, al quale è andata meglio: sono contusioni. 

 

LA BRUTALE AGGRESSIONE A NICCOLO CIATTILA BRUTALE AGGRESSIONE A NICCOLO CIATTI

Ma l’altro aspetto che colpisce del filmato sono gli spettatori della scena: tutti intorno in un cerchio, quasi come in un’arena. Un’immagine che ha sconvolto, primo fra tutti, il papà di Niccolò: «La cosa triste è che tutti, tutti sono stati a guardare impotenti, sarebbe bastato che forse qualcuno intervenendo poteva risparmiargli quelle pedate sulla testa, quelle botte al cuore che me l’hanno ammazzato». 

 

All’atto d’accusa hanno risposto indirettamente gli amici di Niccolò, tornati a Scandicci dopo essere stati ascoltati dai Mossos d’Esquadra, la polizia autonoma della Catalogna: «È successo tutto in fretta, non c’è stato il tempo di intervenire». Le loro testimonianze sono servite a confermare le accuse contro gli aggressori, tre ceceni rifugiati politici in Francia.

NICCOLO CIATTI NICCOLO CIATTI

 

Il gruppo ieri è stato interrogato fino a tarda sera dai giudici di Blanes, che al termine hanno convalidato l’arresto di uno solo dei tre, quello che ha sferrato il calcio. Per gli altri è stato disposto il divieto di uscire dall’area Schengen. «Agivano da paramilitari», dicono i testimoni. E il passato in zona di guerra dei giovani, 20, 24 e 26 anni, viene scandagliato in queste ore. Si sospettano legami pericolosi, legati probabilmente alla richiesta d’asilo. La dinamica è stata ricostruita ormai senza zone grigie: Niccolò ha avuto una discussione con uno dei ceceni, per un motivo che definire futile è persino troppo, uno sguardo, un piede urtato, «cose da discoteca», dicono gli inquirenti. Dal nulla, quindi, scatta la violenza. 

 

Niente security 

LLORET DE MARLLORET DE MAR

Accanto all’indagine penale, c’è anche quella amministrativa, che svela un elemento importante: nella discoteca Sant Trop non c’erano i vigilantes. La sicurezza interna che avrebbe, probabilmente evitato, un epilogo così orribile. «La security c’era solo all’ingresso del locale, nove persone, ma non dentro», spiegano dal municipio di Lloret de Mar, che per questo ha disposto la chiusura del locale. 

NICCOLO CIATTI   NICCOLO CIATTI

 

Nella cittadina catalana stavolta la movida ha lasciato spazio al lutto. A mezzogiorno le bandiere sono state abbassate e nella piazza davanti al Comune si è osservato un minuto di silenzio, molto teso. Le discoteche restano chiuse: «Ma nessuno può restare indifferente al clima che si respira qui oggi», dice il sindaco di Lloret Jaume Dulsat

NICCOLO CIATTI CON GLI AMICINICCOLO CIATTI CON GLI AMICIST TROP CLUB A LLORET DE MARST TROP CLUB A LLORET DE MAR

 

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