i talebani nelle foto di thomas dworzak

QUANDO PER L’OCCIDENTE I TALEBANI ERANO EROI - DOMENICO QUIRICO: “C'È STATO UN TEMPO IN CUI I JIHADISTI AFGHANI ERANO NOSTRI AMICI, LI TROVAVAMO EROICI, PITTORESCHI. SI CHIAMAVANO, ANCOR PIÙ ESPLICITAMENTE, ‘COMBATTENTI DELLA FEDE IMPEGNATI NELLA GUERRA SANTA’, MUJAHEDDIN. LOTTAVAMO CONTRO LE AMBIZIONI EGEMONICHE DELLA UNIONE SOVIETICA. LE DONNE ERANO ANCHE ALLORA UMILIATE E SEPPELLITE NEL BURQA, COMPRATE VENDUTE, INESISTENTI. MA QUEI TALEBAN NON ERANO FANATICI, PAZZI DI DIO, BARBARI. IL CONSIGLIERE PER LA SICUREZZA DEL PRESIDENTE AMERICANO BRZEZINSKI LI INCITAVA: ‘QUESTA TERRA È LA VOSTRA. LA VOSTRA CAUSA È GIUSTA: DIO È CON VOI’”

COMBATTENTI TALEBANI SU UN VEICOLO MILITARE A KABUL

Domenico Quirico per “La Stampa”

 

Da una settimana i taleban sono padroni di Kabul. Eppure è come se tra loro e l'aeroporto, in mano agli occidentali, un raccoglitore di lente agonie ma in piena luce, ci fosse un mare invalicabile.

 

La città, e ancor di più il resto di questo enorme Paese, fiero arso desolato incantevole, sembrano caduti invece in un mondo minerale, in perenne buio. La grande vallata nera delle favole, la valle della prova. Nessun soccorso lì, nessun scampo agli errori, si è affidati alla discrezione di un dio crudelissimo.

 

domenico quirico

Un luogo invaso da un silenzio pieno di oscuri, tetri e irrisolti misteri, che è impossibile spremere fuori dall'insignificante e dall'impreciso. Le voci che arrivano da questo spazio minaccioso sono solo echi raccolti dai fuggiaschi.

 

Si ripete, in fondo, quello che è accaduto nel territorio inghiottito nel 2014 da un altro Stato dell'islam totalitario, il califfato nella terra dei due fiumi. Con la differenza che questa volta una parte di noi, del nostro mondo, è rimasta incagliata all'interno di quella terra improvvisamente sconosciuta, paurosamente segreta.

 

AFGHANISTAN NEL 1979

Un funzionario della Croce rossa ha raccontato così quando i taleban hanno iniziato a pattugliare le strade della capitale, come se fossero usciti dal nulla: «I soldati che erano così tranquillizzanti semplicemente non c'erano più, al loro posto questi uomini malvestiti, alcuni senza scarpe, armati, enigmatici.

 

IL PORTAVOCE DEI TALEBANI ZABIJULLAH MUJAHID IN CONFERENZA STAMPA

Sembrava fossero arrivati da un altro pianeta». Da un altro pianeta: che perfetta e ingenua definizione del nulla che sappiamo di questa gente oltre le barriere, fragilissime, dell'aeroporto. Che assomiglia sempre più al quartiere delle legazioni straniere nella Pechino assediata da altri "diavoli", i fanatici Boxer.

 

talebani ph thomas dworzak 14

E quella estraneità si nutre e rafforza di voci, paure, massacri e intimidazioni che nessuno può controllare: setacciano le case, uccidono, cercano le vedove per darle in pasto ai guerrieri, preparano elenchi di sanguinose proscrizioni, si alleano con i terroristi universaliUn mondo di orchi con cui avere contatti è di per sé pericoloso.

 

Provo a ribaltare il punto di vista. Delle angosce dei fuggiaschi, del loro dramma e della infusa tenacia dei salvatori so, vedo, leggo. Ma quei guerrieri in turbante che controllano le strade e pattugliano i marciapiedi dall'altra parte, molti poco più che ragazzi con facce caravaggesche, che pensano?

abdul ghani baradar 1

 

Lo sguardo dell'orco

Non cerco giustificazioni ma anche i nemici son fatti della materia che è eterna dell'uomo e a me questa materia interessa. Ho vissuto con jihadisti in un altro luogo del modo. E le storie dell'odio si assomigliano tutte, come quelle del dolore. Il taleban dunque, padrone di Kabul. La maggioranza arriva dai villaggi del Sud-Est, la grande terra pashtun.

 

Luoghi poveri come la polvere, un mondo duro, che non ammette né dubbi né incertezze né debolezze. Non ha certo studiato nelle madrasse, non sa cosa siano partiti e politica. La sua modernità è sempre stata il fucile: accarezzato, curato, fa parte del suo corpo: se lo trascuri si rompe, lo pulisce tutte le sere, quell'arma è la sua vita, perderla è morire, è la sua donna, i suoi figli.

 

Per anni è stato nascosto sulle montagne, è vissuto di niente, il freddo degli inverni non lo ha ucciso, il suo era il mondo della notte quando scendeva nei villaggi a prender cibo, a saldare i conti con i traditori. È ancora vivo, gli sembra incredibile, un regalo di dio: nonostante i droni, i bombardieri, gli elicotteri, le mine, i rastrellamenti di americani e afghani.

 

talebani ph thomas dworzak 3

Prima dell'attacco una breve preghiera per raccomandarsi a dio. Poi passare sotto un drappo teso in cui è deposto un piccolo corano. Ha ucciso, ha visto molti compagni morire. C'è Dio nel suo mondo. E la morte come amica intima. L'oggetto invisibile che cancella tutto.

 

Adesso cammina vincitore per le strade di Kabul, la grande città del grande mondo, l'universo in un granello di sabbia. Essere sospeso spaesato tra palazzi ville negozi, che erano la vita quotidiana di quelli che hanno cercato di ucciderlo, ricchi con i soldi degli americani. La Storia gli romba nella testa, lo rende sordo, feroce, implacabile.

 

AFGHANISTAN NEL 1979

Per lui sono soltanto traditori, musulmani che si sono venduti allo straniero e hanno ucciso altri afghani, gente che vive in modo diverso, che ha cercato di cancellare il suo mondo antico, povero, ordinato, comprensibile, eterno.

 

Che potrebbe desiderare se non vendicarsi? Eppure c'è stato un tempo in cui i jihadisti afghani erano nostri amici, li trovavamo eroici, pittoreschi. Si chiamavano, ancor più esplicitamente, «combattenti della fede impegnati nella guerra santa», mujaheddin. Lottavamo contro le ambizioni egemoniche della Unione sovietica.

 

afghanistan, 1972 lisetta carmi

Le donne erano anche allora umiliate e seppellite nel burqa, comprate vendute, inesistenti. Ma quei taleban, quegli integralisti non erano fanatici, pazzi di dio, barbari. Il consigliere per la sicurezza del presidente americano Brzezinski li incitava: «Questa terra è la vostra, riprenderete le vostre case e le vostre moschee. La vostra causa è giusta: Dio è con voi».

TALEBANIAFGHANISTAN NEL 1979talebani ph thomas dworzak 2talebani ph thomas dworzak 10afghanistan, 1972 lisetta carmi talebani ph thomas dworzak 12talebani ph thomas dworzak 4talebani ph thomas dworzak 6talebani ph thomas dworzak 11talebani ph thomas dworzak 7

Ultimi Dagoreport

meloni salvini chat fratelli d'italia

CACCIA ALLA TALPA! - DIVERSI ESPONENTI DI FRATELLI D'ITALIA AVREBBERO INTENZIONE DI RIVOLGERSI AL GARANTE DELLA PRIVACY DOPO LA PUBBLICAZIONE DEL LIBRO "FRATELLI DI CHAT. STORIA SEGRETA DEL PARTITO DI GIORGIA MELONI” – MA VE LI IMMAGINATE MELONI, LA RUSSA, CROSETTO, URSO CONSEGNARE VOLONTARIAMENTE IL LORO CELLULARE ALLE "TOGHE ROSSE" PER SCOVARE "L’INFAME"? - LA TALPA, INVECE, PASSANDO PER VITTIMA E DENUNCIANTE, ALLONTANA DA SE’ LA POSSIBILITÀ DI VERIFICA, COSTRINGENDO LA MAGISTRATURA A GUARDARE AL DI FUORI DEI PARLAMENTARI: QUINDI GLI STAFF, LE SEGRETERIE, I PORTAVOCE, GLI ANELLI PIÙ DEBOLI…

donald trump xi jinping coronavirus mondo globalizzazione

DAGOREPORT - DOPO APPENA TRE SETTIMANE ALLA CASA BIANCA, TRUMP HA GIA' SBOMBALLATO I PARADIGMI DELL'ORDINE GEOPOLITICO MONDIALE. UNO TSUNAMI MAI VISTO. DA ORIENTE A OCCIDENTE, SI STANNO CAGANDO SOTTO. TUTTI, ECCETTO UNO: LA CINA - AL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, L'UNICO ANTIDOTO È L’IMPERO DEL DRAGONE, LA SOLA POTENZA CHE OGGI PUO' RIBATTERE AD ARMI PARI AL BORDELLO NEO-IMPERIALISTA DELLA TECNODESTRA USA - DAVANTI AL BULLISMO DI TRUMP, XI JINPING È RIMASTO TRANQUILLO COME UN PISELLO NEL SUO BACCELLO. ALL’ANNUNCIO DEI DAZI USA AI PRODOTTI CINESI, LA RITORSIONE DI PECHINO È STATA IMMEDIATA - POCHI MEDIA HANNO SOTTOLINEATO QUAL È STATA LA DURA RISPOSTA DI XI JINPING SUL NAZI-PROGETTO TRUMPIANO DI DEPORTARE DUE MILIONI DI PALESTINESI: “GAZA È DEI PALESTINESI, NON UNA MERCE DI SCAMBIO POLITICA, NÉ TANTO MENO OGGETTO DI QUALCOSA CHE SI PUÒ DECIDERE IN BASE ALLA LEGGE DELLA GIUNGLA" - RISULTATO: LE SPARATE DEL TRUMPONE STANNO RENDENDO INAFFIDABILE WASHINGTON AGLI OCCHI DEL MONDO, COL RISULTATO DI FAR SEMBRARE IL REGIME COMUNISTA DI XI JINPING, UN INTERLOCUTORE SERIO, PACIFICO E AFFIDABILE PER FARE AFFARI, A PARTIRE DALL'EUROPA. LA SVOLTA PRO-CINA DI URSULA CON SBERLA AL PRIMO BULLO AMERICANO...

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?