DA EROINA A CAPRO ESPIATORIO – LA DONNA CHE STANÒ BIN LADEN ORA È LADY TORTURA – ACCUSATA DI METODI BRUTALI, C’È CHI VORREBBE PROCESSARLA – E GREENWALD SVELA LA SUA IDENTITÀ

Guido Olimpio per il “Corriere della Sera

 

jessica chastainjessica chastain

Testarda, dura, ambiziosa. Una donna tanto in gamba da aver creduto in piste ritenute inutili da vecchi marpioni dello spionaggio. Tracce che alla fine hanno portato all’individuazione del nascondiglio di Bin Laden ad Abbottabad, in Pakistan. Una donna capace anche di mentire al Congresso Usa per proteggere se stessa e la sua ditta, la Cia, quando usava sistemi brutali sui terroristi. Per questo, e altro, l’hanno ribattezzata la regina della tortura. Soprannome che nascondeva un’identità vera, svelata ieri dal sito di Greenwald, The Intercept , e da qualche media. 
 

Il suo profilo non è lontano da Maya, l’analista protagonista del film Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow dove si racconta la caccia a Osama. Adesso è uscito il lato oscuro: una donna con una carriera segnata da episodi poco positivi che comunque non le hanno impedito di guadagnarsi promozioni. Non conta come, conta solo il fine. E se si sbaglia non importa, perché — come diceva un ufficiale non americano — i terroristi hanno meno diritti dei cittadini normali. 
 

Oggi, a 49 anni, l’agente A è sulla difensiva, impallinata dalle indiscrezioni spiacevoli di chi ha condiviso con lei missioni, report e scrivania. Ieri la celebravano, ora la scorticano. Il primo inciampo — dicono — è nei mesi che precedono l’attacco alle Torri Gemelle.

OSAMA BIN LADENOSAMA BIN LADEN

 

Un funzionario alle sue dipendenze non passa alla Fbi informazioni importanti su Khalid al Mihdar e Nawaf al Hazmi, due dirottatori che parteciperanno al massacro. Un errore che si rivelerà, insieme ad altri, fatale. Forse li avrebbero potuti fermare, ma la storica rivalità con il Bureau unito a un passo falso imperdonabile lo impediscono.

 

L’incidente, pur grave, non tocca il «ruolino» di marcia dell’agente A che continua a dedicarsi alla missione della sua vita: scovare il capo di Al Qaeda. E lo fa da una posizione di rilievo: è la numero due della Alec Station, l’unità speciale che non deve pensare ad altro. 
 

Zero Dark Thirty Zero Dark Thirty

La donna-agente si trova coinvolta nelle attività clandestine che devono far piazza pulita della gerarchia qaedista e dei suoi emissari. E quando alcuni dirigenti jihadisti sono catturati ne segue il trattamento speciale. Dal waterboarding, la tecnica che simula l’annegamento, alla privazione del sonno. Raccontano che è direttamente al centro di due eventi spesso citati: quelli di Khaled Sheikh Mohammed e Abu Zubeyda. Probabilmente è li a guardare mentre cercano di farli parlare. A ogni costo. E quelli parlano, ammettendo anche ciò che non sanno. 
 

zero dark thirty jessica chastain zero dark thirty jessica chastain

A è accusata di aver scatenato un’indagine su una presunta cellula islamista in Montana. Tutto basato su notizie estratte con la tortura e per nulla veritiere. Poi finisce nel pasticcio di Khalid al Masri, vittima innocente del programma delle rendition , i sequestri condotti dalla Cia. Un team lo rapisce in Macedonia pensando che si tratti di una figura importante dell’estremismo, ma è costretta a rilasciarlo. Un abbaglio. 
 

Zero Dark Thirty Zero Dark Thirty

Il vero problema sono però le bugie, quello scudo creato a tutela delle operazioni. La Maya cattiva, accusano, ha mentito al Congresso sostenendo che i metodi di interrogatorio violenti «hanno salvato centinaia di vite» e si sono rivelati una tattica efficace nella lotta ad Al Qaeda. 
 

Verità capovolta dall’indagine dei parlamentari. Nelle 600 pagine del dossier si dice che la Cia ha ingannato senatori e deputati giustificando pratiche inaccettabili e enfatizzandone i risultati ottenuti. Per questo la regina, insistono alcuni, dovrebbe essere processata. Tutti d’accordo? Per nulla. Molti americani pensano che quel «lato oscuro» sia stato necessario in uno scontro che non si è ancora concluso. 

 

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …