“PAPÀ POTEVA ESSERE CRUDELE. ERA UN CINICO, MA SOTTO LA SCORZA AVEVA UNA SUA DELICATEZZA” – LE DONNE, IL CINEMA, GLI ATTORI: DINO RISI RACCONTATO DAL FIGLIO MARCO – “GESTI D’AFFETTO? RARI. SE ANDAVA A RISPONDERE AL TELEFONO, MI POGGIAVA LA MANO SULLA TESTA. MIA MADRE? CREDO FOSSE MOLTO INNAMORATO DI LEI. POI IL CINEMA, LE DONNE. A 60 ANNI SE N’È ANDÒ DI CASA. QUANDO CHIESE A MIA MADRE DI TORNARE, LEI DISSE NO” – IL NO DI SORDI CHE POI, PERÒ, SI PENTÌ, L’ULTIMA VOLTA SUL SET E…
Estratto dell'articolo di Eugenio Murrali per il “Corriere della Sera”
Ho intervistato Marco Risi a casa di sua zia Edith Bruck, scrittrice testimone della Shoah, moglie del poeta Nelo Risi, fratello di Dino. […] Con Marco Risi abbiamo ricordato alcuni successi del padre Dino, cercando di sfiorare la sua difficile essenza, raccontata dal figlio in Forte respiro rapido (Mondadori, 2020).
[…]
Gesti di affetto?
«Rari. A tavola, se andava a rispondere al telefono, mi poggiava la mano sulla testa.
Misuravo quella pressione. Mio fratello Claudio era più coccolato. Di me diceva: “Il vecchietto”. Claudio era più istintivo, aperto, io chiuso, pensieroso».
[…] Scrive che un giorno lei è passato dalla parte di sua madre.
«Raramente, ma papà poteva essere crudele. Abitavamo sulla Cassia, avevo tredici anni. Disse qualcosa che ferì mia madre. Lei si alzò da tavola, corse via. Di solito eravamo tre italiani contro la svizzerotta. Lì, invece, andai da lei, rimproverando intimamente mio padre. Mi colpì vederla quasi in ginocchio contro il comò, in lacrime. Mi aspettavo che papà facesse qualcosa, ma lui sapeva che tutto si sarebbe risolto presto. In questo era cinico».
DINO RISI E CLAUDIA MOSCA CON IL FIGLIO MARCO
Davvero lo era?
«Sì e no. I cinici spesso lo sono per paura. Sotto la scorza aveva una sua delicatezza e fragilità».
I suoi discutevano?
«No. Mio padre era un rompiscatole e mia madre sopportava. Poi si è stufata, gli ha detto basta, ma noi a quel punto eravamo grandi. A sessant’anni è andato via. Ha preso una stanza per una settimana al Residence Aldrovandi. Ci è rimasto trent’anni. Un giorno ha chiesto di tornare. Lei ha detto: “No”».
Le prime lettere alla moglie sono tenere.
«È difficile dare una definizione di chiunque, di uno come lui ancora di più. Credo fosse stato molto innamorato di mia madre, forse più lui di lei. Poi il cinema, le donne…»
Un giorno entrò, meteora nel cinema e nella vita di Dino Risi, Alicia Brandet.
«Esco dal cinema Fiamma un pomeriggio. Vedo la Mercedes Pagoda di mio padre.
Mi fermo. Ci guardiamo. Accanto ha Alicia Brandet. Papà non poteva ignorarmi e per cavarsela disse: “Ah, ti sei messo le mie scarpe?”. Frase che torna ne Il tigre , il film più autobiografico. Stava per lasciare tutto e tutti, come il protagonista».
E voi?
«A tavola chiese: “Ma se io me ne andassi, vi dispiacerebbe?”. Mio fratello disse: “No”.
marco risi forte respiro rapido
Allora io per recuperare: “Sì, mi dispiacerebbe”».
Era scherzoso?
«Bisognava essere seri sullo scherzo, leggeri sulle cose serie. Pensiamo a Il sorpasso , è considerato una commedia, ma è un film drammatico».
Era il ’62. Sordi rifiutò il ruolo preso da Gassman.
«Sì: “Faccio tutto io, me faccio un culo così, poi er merito se lo pija quell’artro ”. Dopo si è pentito. È un film profetico, segna un’epoca: la fine della ricostruzione, delle Vespe, delle Lambrette, dell’Italia felice, la fine dell’innocenza, il via all’Italia della sopraffazione, della furbizia».
[…]
Mai un complimento?
«Quando vide il primo film, Vado a vivere da solo , un modo per cominciare invece di stare a casa a criticare tutto e tutti, mi fece un complimento che non lo era: “Ah, sei un professionista”. Come a dire: “Manca l’anima”».
vittorio gassman marco e dino risi gianni minà
Il vostro rapporto è cambiato dopo «Mery per sempre». Cosa lo colpì?
«La verità di quei personaggi, quelle facce, quella Palermo. Forse non se lo aspettava, o forse sì. Questo mi piacque, io tenevo moltissimo al suo giudizio».
Gli pesava la solitudine?
«Alla fine tutti siamo soli. Uno come lui, che aveva vissuto veramente la vita, con donne, figli, una moglie deliziosa, quando vedeva che tutto si stava slabbrando, soffriva. Gli amici non c’erano più: Gassman, Tognazzi, Mastroianni, Zapponi, La Pegna. Sta succedendo anche a me, mi stanno morendo tutti: fratelli, amici».
MARCO RISI VADO A VIVERE DA SOLO JERRY CALA
[…] Credo invece che gli sarebbe piaciuto molto Fortapàsc. Su quel set ci siamo incontrati per l’ultima volta».
Come andò?
«Mio padre venne a Castel Volturno, dove giravo. Era sorridente ed era bello averlo lì. Dopo le riprese siamo andati in albergo, doveva tenere una conferenza. C’erano pochissime persone, quindi tutta la troupe si fermò».
MARCO RISI ULTIMO CAPODANNO MONICA BELLUCCI
E lì?
«Disse una cosa bellissima: raccontò la prima volta che, in Liguria con suo padre, vide il mare. Una strada stretta tra due file di case, all’improvviso la distesa d’acqua azzurra. Quella vista lo emozionò e gli venne da piangere».
Marco Risi e Vittorio Gassman insieme nel 1999marco e dino risi 1il sorpassomarco e dino risi 2marco e dino risi 3marco risi foto di baccoMARCO RISI 1MARCO RISI MARCO RISI MARCO RISI PLACIDOmarco risi foto di baccomarco risi foto di bacco (2)