LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL – PRESENTATO A VENEZIA IL DOCUMENTARIO CHE FRANCESCA CAROLLO, JO SQUILLO E GIUSY VERSACE HANNO GIRATO NELLA SEZIONE FEMMINILE DEL CARCERE DI SAN VITTORE A MILANO – PROTAGONISTE DONNE CHE HANNO UCCISO, FERITO, SPACCIATO, CHE SI SONO FATTE DI METANFETAMINE E CHE PERÒ ADESSO VOGLIONO RISCATTARSI E RINASCERE - LE LORO STORIE
Francesca Carollo per “Libero Quotidiano”
donne in prigione si raccontano
Caro Direttore, è possibile attraversare l' esperienza del carcere e uscirne migliori? Tu, che delle cose di mondo ne sai assai, forse hai risposte più sagge delle mie, ma prima voglio raccontarti quello che abbiamo realizzato con le mie amiche Jo Squillo e Giusy Versace, all' interno della sezione femminile del carcere di San Vittore di Milano, con un lungo lavoro di quattro mesi.
Abbiamo incontrato delle detenute, donne che hanno commesso dei reati: ucciso, ferito, spacciato droga, che si sono fatte di metanfetamina.
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Ma che vogliono riscattarsi. E ne abbiamo fatto un documentario inedito, che abbiamo presentato al Festival del Cinema di Venezia. «È un lungo percorso di rinascita quello che ci hanno raccontato queste donne, di dignità e di rispetto. Con la voglia di pagare, di scontare una pena, ma la voglia anche di rinascere». Queste sono le parole che mi affida Jo Squillo, artista da sempre attiva nella lotta ai diritti delle donne, che con grande caparbietà ha lavorato a questo progetto.
giusy versace jo squillo francesca carollo donne in prigione si raccontano 1
Stefania vive nella provincia di Como, ha una bella famiglia, il papà è un piccolo imprenditore, ha un fratello e una sorella. Hasna invece è marocchina e l' arrivo in Italia le porterà molti guai, finirà nel giro della prostituzione e poi della droga. Sono l' incipit di due delle dieci incredibili storie di vita che dieci detenute hanno voluto condividere con noi.
LUNGO LAVORO
«È stato un lavoro molto impegnativo - racconta Giusy Versace - che ci ha permesso di raccogliere molto più materiale di quanto ci aspettassimo e di girare più di dieci ore tra immagini e interviste. L' occasione che ci è stata offerta a Venezia, durante la Mostra Internazionale del Cinema, è solo l' anticipazione di un lungo lavoro che intendiamo proporre nelle scuole e nelle altre case circondariali. È stato interessante raccogliere la voce delle detenute e di tutte quelle donne che ogni giorno si occupano della loro rinascita come le volontarie, le educatrici e le agenti penitenziari».
francesca carollo giusy versace jo squillo sul red carpet di venezia 1
Caro Vittorio, quando varchi le porte della carcere di San vittore senti subito che lì manca la libertà, ovvero manca tutto. Per noi che siamo abituati ad averla, è un impatto molto forte. Se non si prova a rieducare queste donne, quando usciranno le probabilità di recidiva saranno altissime, ecco perché in questo carcere si fanno veramente tantissime attività rieducative come il canto, il teatro, corsi di cucina, di giornalismo, sartoria. La maggior parte di loro lavora, chi fa le pulizie, chi al bar, chi fa l' estetista, e così si guadagna da vivere. Ma la vera cosa che mi ha colpito è che tutte, ma dico tutte, sono consapevole di aver sbagliato e vogliono pagare. Una volta uscite però, vogliono poter essere giudicate per il presente e non per il loro passato.
ESEMPI VIRTUOSI
Lo sai che ogni giorno una agente va con un martello e batte tutte le inferriate per capire se qualcuna vuole farsi male o vuole tentare di fuggire? Un rumore forte, sordo, che attraversa quei corridoi tutte le mattine. Lo sai che l' ora d' aria non è che una passeggiata in un cortile di cemento? Chi ha sbagliato deve pagare, la legge va rispettata, loro stesse lo sanno e lo dicono, poche proteste, molta umiltà. Ma o il carcere ha un senso, riesce a rieducare, oppure rimanere lì dentro è inutile. Ma queste dieci vite ti raccontano che si può risalire, che si può nascere di nuovo. E San Vittore, ti testimoniamo, è un esempio virtuoso a cui guardare.
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Ah, voglio ringraziare la Regione del Veneto e il Presidente Luca Zaia, che senza colore politico, ma come uomo e come rappresentante delle Istituzioni, ci sostiene da tre anni nelle nostre iniziative e ospitandoci nello spazio della Regione all' Hotel Excelsior, quest' anno anche con l' eccezionale presenza in sala di tre detenute che hanno ottenuto un permesso speciale per presenziare alla proiezione del docu-film. Che indaga l' origine della violenza, che spesso non è che il frutto di un passato difficile, di abusi, di violenza.
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Ecco perché, se riusciremo a far capire ai giovani e alle famiglie che è necessario far crescere ragazzi sereni e sani, con i valori positivi dell' amore e del rispetto, per non farli diventare adulti violenti, avremo fatto già un passo avanti.