giorgio armani

UN GIORGIO DA LEONI – DOPO ANNI DI AGO E FILO, GIORGIO ARMANI SI METTE A NUDO NELLA SUA AUTOBIOGRAFIA: “SONO COME UN PEZZO DI GHIACCIO ENTRO CUI BRUCIA UNA FIAMMA. IL MIO CINISMO NEI CONFRONTI DELLA VITA È UNA SORTA DI DIFESA. ALLE FESTE E AGLI EVENTI MONDANI HO SEMPRE PREFERITO IL MIO STUDIO - NON HO MAI FATTO USO DI DROGHE, L'ADRENALINA DEL LAVORO PER ME È MEGLIO DI OGNI ALLUCINAZIONE E STORDIMENTO PROCURATO. È UN VERO ORGASMO”. E NOMINA UFFICIALMENTE I SUOI EREDI: L'AMATA NIPOTE SILVANA E IL SUO BRACCIO DESTRO LEO DELL'ORCO

Paola Pollo per il “Corriere della Sera”

 

per amore giorgio armani

Il re è nudo. Ma lui lo sa. Ha voluto spogliarsi agli occhi di quel mondo che di solito veste per raccontarsi, almeno una volta nella vita, per come realmente è. Perché ora? «Per amore». Che è anche il titolo, spiazzante, di questo libro firmato Giorgio Armani. «Chiunque prenda in mano questo volume, sono certo - già sa, lo "scrittore" - resterà sorpreso dal titolo, così morbido, oserei dire romantico, sentimentale. Così poco armaniano, in fondo». 

 

Una disamina che è consapevolezza di un sé che non si è mai perso: «Ho un'età sufficiente per non dover spiegare il mio modo di porgermi e comunque non l'ho mai fatto perché ciascuno è come è». E rubando la definizione al pittore Vasilij Kandinskij, Giorgio Armani materializza il suo modo di essere in una frase: «Sono come un pezzo di ghiaccio entro cui brucia una fiamma».

 

Il libro, edito da Rizzoli. è un'autobiografia nata dalla costola di un coffee-table book per i 40 anni del marchio, dove le immagini, necessariamente, nascondevano il racconto, ma non per molto. Giusto dar loro spazio in un libro che, senza bisogno di infiocchettature, ha la stessa forza di un romanzo e che dagli anni del fascismo arriva sino ai giorni della pandemia. Ci sono scorci sociali, politici, umani così come lo stilista li ha vissuti. 

 

giorgio armani a formentera da chi

Non c'è un ordine temporale. Volendo il lettore può scegliere i capitoli dalle parole che li separano: Io , Fare moda , Parlare chiaro o Incontrare le star . Ma la sensazione non cambia: l'impressione è quella di avere fra le mani un romanzo che è come una lunghissima lettera d'amore («di espressione, di visione, di gusto e di stile») dedicata a chi con l'uomo e lo stilista ha percorso la stessa strada: la famiglia, gli amici, le donne e gli uomini.

 

L'incipit è pulito, la data di nascita: «Sono nato l'11 luglio del 1934, a Piacenza, una città di duemila anni e più, sulle rive del Po». Poi l'infanzia, l'arrivo a Milano, il servizio militare, la scelta di medicina e gli anni in Rinascente. I (primi) incontri fondamentali: con Nino Cerruti, una donna misteriosa e il socio Sergio Galeotti. La nascita del marchio e in pochissimo tempo il successo, la copertina di «Time» e un impero. Sino all'oggi e (a sorpresa) al dopo.

giorgio armani 1

 

Sullo sfondo la moda, naturalmente, ma per l'autore resta «un racconto di vita». «Questa è la mia storia, questi sono i miei valori», comincia ad annotare nella prefazione.

 

E no, questo «non è un manuale, e non l'ho immaginato come tale, ma mi piacerebbe che da un documento tanto singolare nascesse in chi lo sfoglia una scintilla... per trovare una direzione nella vita e seguire la passione», chiude il finale. Al centro, quel lavoro inaspettato per chi conosce Armani, un uomo che della riservatezza ha fatto uno dei punti di forza.

 

giorgio armani

«Sono concentrato e controllato, ma dietro c'è un'indole sanguigna e sensibile. Ho solo imparato a proteggermi, altrimenti il mondo avrebbe potuto approfittarne. Sono schivo e riservato. Alle feste e agli eventi mondani ho sempre preferito il mio studio, dove ancora oggi sono il primo ad arrivare e l'ultimo ad andar via», scrive. «Penso anche che il mio cinismo nei confronti della vita sia una sorta di difesa». 

 

Ma proprio tenendo nell'animo la considerazione di cui sopra, ci si rende conto, una riga dopo l'altra, che l'uomo e lo stilista non si tradiscono e a vincere è quella coerenza che ne ha fatto una delle persone più amate e ammirate al mondo: mai e poi mai oltrepassa la soglia che potrebbe sconfinare oltre, arrivando alla morbosità. Con leggerezza e sensibilità, e rispetto per sé e per gli altri, qui Armani riesce a raccontarsi quasi tutto, lasciando comunque qua e là angoli giustamente nascosti. 

 

giorgio armani

E non si toglie neppure sassolini scomodi. Non ne ha bisogno. Non fa per esempio i nomi di quel politico italiano e di quell'importante imprenditore francese che non lo aiutarono nel 1998 a risolvere una situazione delicatissima, con 1.200 persone bloccate fuori dallo show in boulevard Saint Germain a Parigi. Forse la più grande delusione subita.

 

Armani vola alto. Racconta, ringrazia ed elogia. Ci sono fermezze e tenerezze, dolori e gioie. Per la prima volta parla dei giorni di sofferenza e disperazione accanto all'uomo con il quale cominciò tutto, Sergio Galeotti, e che si ammalò e se ne andò all'improvviso nel 1985, alla vigilia di un Ferragosto maledetto.

 

O del rapporto con i suoi nipoti («non sono mai stato lo zione con cui giocare, ma ne sono diventato il padre»), elogiandoli a uno a uno: Silvana e Roberta Armani e Andrea Camerana, figlio della sorella Rosanna, una donna fra le più importanti nella vita di Giorgio Armani. Ci sono le sue meravigliose case, i luoghi del cuore, che lui vive per davvero, non inutili rappresentanze: da Pantelleria a Broni nel Pavese, dall'Engadina ad Antigua e a Forte dei Marmi e poi Milano, via Borgognone.

 

GIORGIO ARMANI ALLESTISCE LA VETRINA IN VIA MONTENAPOLEONE, A MILANO

La sua passione per lo sport. «Non ho mai fatto uso di droghe, non sono mai nemmeno caduto nella trappola del fumo. Eppure sono umano, non un monaco zen. Non ho mai cercato il piacere artificiale. L'adrenalina del lavoro per me è meglio di ogni allucinazione e stordimento procurato. È un vero orgasmo, se mi si passa il termine, un po' forte ma efficace».

 

Una lezione di pudore e privacy a una società che dello show off ha fatto un credo cui Armani non si è mai convertito. «La fama l'ho sempre accettata come un obbligo, come la conseguenza di un grande impegno... Sono sempre stato troppo pragmatico per perseguirla come un gingillo o esibirla come un gioiello sfavillante». Non si tira indietro però in nessuna delle risposte che contano, persino a quella domanda che tutti non osano mai fargli, ma che lui intuisce. 

 

giorgio armani e valentino garavani 2

«Anche io un giorno dovrò cedere il comando e concludere il mio percorso di stilista: non avverrà nell'immediato, ma ci penso da tempo, perché voglio che il frutto di tanta fatica, questa azienda alla quale ho dato tutta la mia vita e tutte le mie energie, vada avanti, a lungo, anche senza di me. Il piano di successione l'ho preparato con il mio usuale programmatico pragmatismo e la mia grande discrezione, ma non lo rivelo adesso, perché ci sono ancora». 

 

Ma è in Per amore che nomina ufficialmente i «suoi fidi luogotenenti»: Silvana e Leo. L'amata nipote e il suo «braccio destro»: «In realtà si chiama Pantaleo (Dell'Orco ndr )... è la persona cui ho affidato i miei pensieri più privati, personali, di lavoro e non, che ha saputo tenere per sé con grande riserbo. Grazie Leo!».

giorgio armani sergio galeotti

 

Il qui e ora, perché la pandemia ha suonato per lui come una sveglia, un campanello di allarme: «Nessuno si è potuto sottrarre. Ho molto riflettuto e ho agito prontamente, ritrovandomi vicino alla gente come non mai. Questa vicinanza mi ha indotto a ripensare il libro, ad arricchirlo, facendo un documento molto personale: di impegno, dedizione, visione». Eccolo, lo scopo. 

 

Lasciare il segno. Non è forse questo il karma che il destino ha voluto per Giorgio Armani? Più che assegnato, trovato: «Del sacro fuoco della moda, quello di cui si parla quando si motivano le scelte di un creativo del settore - dice sorridendo sui racconti di altri colleghi - nessuna traccia. So che quanto sto dichiarando può provocare una specie di delusione in chi si aspetterebbe il contrario, ma voglio essere sincero. All'epoca non c'era alcun tipo di legame con la moda stessa e tantomeno avevo mai respirato l'aria di un atelier».

 

giorgio armani

Fu grazie a donne speciali come sua mamma Maria o sua sorella Rosanna («lei è aliena a ogni banalità»), ma anche amiche per caso, che Armani capì il suo destino: «Fu l'ennesimo incontro con una donna (che resta anonima, ndr ) a farmi scegliere un'altra strada professionale (sino a quel momento era solo un compratore, ndr ), quella che sarebbe stata la mia. L'ho incrociata in corridoio, da lontano ne sentivo il profumo: intenso, indimenticabile, ondeggiava con la sua pelliccia di visone selvaggio era la bellezza per eccellenza, ma anche molto discussa». 

 

Le osservava, le donne, eccome. A tal punto da decidere di volerle aiutare. Loro e gli uomini: «Il mio scopo nella moda era quello di rendere meno severa e rigida la figura maschile e meno manierata quella femminile, mantenendo però il tono elegante, la distinzione, quel farsi notare dalla testa e dalla stima di sé». Il cinema come contenitore di ispirazione, ma anche le culture, le storie. 

 

giorgio armani foto mare 01

«Sull'osservazione del reale io, invece, ho costruito il mio impero. Fin da subito ho rifiutato la figura, fuori del tempo, dello stilista chiuso nella sua torre d'avorio a pensare abiti stupendi per donne privilegiate». Dietro l'angolo, sempre il confronto, fondamentale. Per correggersi ed evolvere. 

 

«Crescere non vuole dire altro che adattare il mondo perfetto delle idee a quello imperfetto della realtà. Ci vuole una vita per farlo, ma alla fine ci si riesce». E la parola fine? «Questo lavoro è per me la vita, è un atto continuo di amore e trasmetterlo al mio pubblico in forma così intima e diretta, pure. E qui per davvero metto il punto. Per ora».

giorgio armani

 

giorgio armanigiorgio armaniAnna Wintour e Giorgio Armanigiorgio armanigiorgio armani al mare

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni economia recessione

DAGOREPORT – ASPETTANDO L'OPPOSIZIONE DE' NOANTRI (CIAO CORE!), VUOI VEDERE CHE LA PRIMA BOTTA DURISSIMA AL GOVERNO MELONI ARRIVERA' DOMANI, QUANDO L'ECONOMIA ITALIANA SARÀ FATTA A PEZZI DAI DAZI DI TRUMP? - QUALCUNO HA NOTIZIE DEL FAMOSO VIAGGIO DELLA DUCETTA A WASHINGTON PER FAR CAMBIARE IDEA AL TRUMPONE? SAPETE DOVE E' FINITA LA “MERAVIGLIOSA GIORGIA” (COPY TRUMP), "PONTE" TRA USA E UE? SI E' DOVUTA ACCONTENTARE DI ANDARE DA CALENDA! E GLI ELETTORI INIZIANO AD ACCORGERSI DEL BLUFF DA “CAMALEONTE” DELLA PREMIER: FRATELLI D’ITALIA È SCESO AL 26,6%, E IL GRADIMENTO PER LA STATISTA FROM GARBATELLA È CROLLATO AI MINIMI DAL 2022 – IL PNRR A RISCHIO E LA PREOCCUPAZIONE DEL MONDO ECONOMICO-FINANZIARIO ITALIANO...

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….