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V PER VENDETTA – PROSTITUTE INCAZZATE NEGLI USA DOPO L’APPROVAZIONE DEL CONGRESSO DEL SESTA-FOSTA – IL FOSTA, IN PRATICA, IMPEDISCE LE INSERZIONI PUBBLICITARIE HOT SUI SITI, RENDENDOLI RESPONSABILI DEI CONTENUTI – CRAIGLIST CORRE AI RIPARI ED ELIMINA LA PAGINA DEGLI ANNUNCI PERSONALI – LE SQUILLO SI INFURIANO E MINACCIANO DI RIVELARE I NOMI DEI POLITICI FINITI SOTTO LE LORO COPERTE

DAGONEWS

 

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V per vendetta. È la parola alla quale hanno intenzione di ricorrere le lavoratrici del sesso statunitensi dopo l’approvazione del SESTA-FOSTA, ovvero "Stop Enabling Sex Traffickers Act" (SESTA) e dell’"Allow States and Victims to Fight Online Sex Trafficking Act" (FOSTA): se Trump dovesse apporre l’ultima firma alla legge sono pronte a rivelare tutti i nomi dei politici che in questi anni sono finiti sotto le loro coperte.

 

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La legge modifica il precedente regime che prevedeva l’esenzione di responsabilità per gli intermediari online stabilita con i "safe harbor" della sezione 230 del Communications Decency Act del 1996 (e in Europa mutuata con la direttiva eCommerce): nel precedente regime, un intermediario non era responsabile di comunicazioni illegali. Con questo nuovo regime diviene illecito facilitare, assistere o supportare consapevolmente i traffici sessuali, quindi, ad esempio, le inserzioni pubblicitarie relative a prestazioni sessuali.

 

Come ha spiegato Craigslist, che si è affrettata a chiudere la pagina delle inserzioni personali, Fosta «sottopone i siti Web alla responsabilità civile e penale quando terzi (utenti) abusano illecitamente di annunci personali online». Se sul loro sito si dovesse dunque trovare qualche inserzione pubblicitaria che offre sesso, Craigslist potrebbe essere citata in giudizio. «Non possiamo correre questo rischio senza mettere a repentaglio tutti i nostri altri servizi, quindi ci rammarichiamo, ma dobbiamo eliminare la pagina degli annunci personali. Speriamo di poterli riproporre un giorno. Ai milioni di coniugi, partner e coppie che si sono incontrate attraverso Craigslist, auguriamo la felicità!».

 

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Melissa Gira Grant, reporter di In Justice Today, ha sottolineato che questa legge metterà a rischio le prostitute: «La risposta è rendere legale il lavoro nel sesso e facilitare i modi in cui può essere fatto in modo più sicuro. Le persone dovrebbero preoccuparsi dei diritti dei lavoratori del sesso. E se pensate che la cosa non vi riguardi, non c'è ragione per cui il Congresso non potrebbe intimidire allo stesso modo Tinder o Grindr». 

 

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La legge ha provocato una levata di scudi da parte delle prostitute, che avevano trovato su internet un modo per procacciarsi clienti in modo sicuro, senza dover andare in strada. E dalle parole stanno passando all’azione, visto che promettono di rendere pubblici in un documento i nomi dei membri del Congresso che si sono insinuati sotto le loro coperte.

«Ehi, politici, state attenti» ha twittato una squillo di New York la scorsa settimana. «Meglio che ricominciate a farvi piacere il sesso con le vostre mogli» ha twittato un'altra prostituta.

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