barron hilton

E’ MORTO A 91 ANNI BARRON HILTON, RE DELLA FAMOSA CATENA DI ALBERGHI - L’IMPERO PARTI' GRAZIE AL PETROLIO IN TEXAS CON IL CAPOSTIPITE CONRAD CHE SPOSO’ IN SECONDE NOZZE ZSA ZSA GABOR - QUANDO BARRON PRENDE LE REDINI DEL GRUPPO A METÀ DEGLI ANNI '60, ACCELERA LA "RIVOLUZIONE INDUSTRIALE" DEL SETTORE ALBERGHIERO - LA CATENA AVEVA RAGGIUNTO I 2.800 HOTEL QUANDO FU VENDUTA PER 26 MILIARDI DI DOLLARI NEL 2007 A BLACKSTONE…

Federico Rampini per “la Repubblica”

 

barron hilton

Per alcune generazioni l'insegna Hilton fu sinonimo di hotel made in Usa : un lusso "modernista", efficiente e standardizzato, un brand globalizzato nell'era in cui l'American way of life esportava le prime ondate del turismo di massa. Erano i magnifici anni Sessanta. Poi venne un'epoca in cui il cognome Hilton seguiva il nome Paris: modella glamour, specialista nel catturare l'attenzione dei media (non ancora social), professionista dello scandalo e della trasgressione a scopi auto-promozionali.

 

barron hilton

Era l'inizio del nuovo millennio. A collegare due epoche così distanti, c'è la figura di Barron Hilton: il magnate dell' omonima catena alberghiera, nonno di Paris, si è spento a Los Angeles all' età di 91 anni. La sua parabola è interessante perché percorre e anticipa molti degli affari che hanno attirato Donald Trump: dallo sport ai casinò. In quanto all' attenzione dei media, nell' era social Trump si avvicina più a figure come le Kardashian, «celebri per il fatto di esser celebri». Paris Hilton è stata surclassata, è finita nell' ombra, in confronto agli influencer attuali sembra un' aristocratica decaduta.

 

Ma non c' è nulla di aristocratico nella dinastia degli Hilton. Le radici originarie sono nel Texas del boom petrolifero, è da lì che parte la costruzione dell' impero alberghiero con il capostipite Conrad. Che già aveva qualche talento per la visibilità nei gossip mondani, visto che sposò in seconde nozze l' attrice Zsa Zsa Gábor. È il figlio Barron, però, che fa fare alla catena Hilton il grande salto di qualità.

reagan e barron hilton

 

Quando ne diventa chief executive a metà degli anni '60, accelera la "rivoluzione industriale" del settore alberghiero. Con il marchio Hilton l' espressione "catena alberghiera" finisce per evocare quella di "catena di montaggio": gli alberghi si assomigliano sempre di più, il taylorismo-fordismo dopo le fabbriche fa la sua irruzione dirompente nel mondo dei servizi. Una clientela sempre più vasta si abitua a trovare da un hotel all' altro lo stesso stile di arredamento, lo stesso design, gli stessi asciugamani, gli stessi menu.

 

(Prima, ci crediate o no, non era così). È un' esperienza rassicurante per il turista americano quando atterra a Bangkok o ad Acapulco. Ma all' origine è un' operazione di controllo centralizzato dei costi, l' alberghiero fa il salto in una dimensione manageriale moderna. Col tempo la standardizzazione si è logorata, il brand Hilton ha perso il glamour del lusso, il centro di profitto si è allargato ad attività massificate come le convention aziendali, i congressi.

barron hilton

 

Non è un caso che nel fatidico 8 novembre 2016 Donald Trump abbia affittato proprio l' Hilton di Mid-Town Manhattan come sede del proprio quartier generale. (O che abbia battezzato Barron il figlio avuto con Melania?) La storia della dinastia Hilton infatti prefigura molte delle cose che Trump desiderava. Prima di lui gli Hilton sotto la guida di Barron penetrarono nel business dei casinò. Barron fu tra i più importanti proprietari di squadre nell' American Football League dopo l' acquisto dei Los Angeles Chargers.

barron e paris hilton

 

Seppe far leva sul business come trampolino verso la notorietà: gli stessi alberghi acquistati come trofei, dal Waldorf Astoria di New York al Mayflower di Washington al Sir Francis Drake di San Francisco, talvolta furono macchine da glamour più ancora che centri di profitto. Il business alberghiero ha avuto cicli e mode, l'era gloriosa degli Hilton è ormai un ricordo. La catena aveva raggiunto i 2.800 hotel quando fu venduta per 26 miliardi di dollari nel 2007 ad un gruppo finanziario, Blackstone.

paris e barron hilton

 

In seguito ad altre fusioni e acquisizioni è finito dentro il mega- conglomerato che controlla altri marchi di massa come Sheraton e Marriott. Curiosamente si è consolidato un divario tra l' immagine e la qualità di queste in America, o nel resto del mondo: mentre sul mercato interno degli Usa la massificazione e la standardizzazione di queste catene le ha fatte scivolare su un segmento di mercato medio, in Estremo Oriente o in Sudamerica, in Russia o perfino in qualche paese europeo gli Hilton conservano ancora qualche sprazzo di lusso. In ricordo di un American way of life che sprigionava seduzione negli anni Sessanta.

barron hilton

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...