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"CHE GIUSTIZIA E'?" - ENZO GARZARELLA, IL PADRE DI UMBERTO, UCCISO SUL LAGO DI GARDA INSIEME A GRETA NEDROTTI NON PERDONA PATRICK KASSEN, LIBERATO DAI DOMICILIARI DOPO AVER TRAVOLTO IL GOZZO CON A BORDO LA COPPIA –“LO GUIDAVA LUI IL MOTOSCAFO CHE HA UCCISO MIO FIGLIO. NON HA MOSSO UN DITO. UNA TELEFONATA, UNA LETTERA, UN FIORE. ALMENO L’ALTRO, SEBBENE NON ALLA GUIDA, CI AVEVA MESSO LA FACCIA…"

Andrea Pasqualetto per il Corriere della Sera

Enzo Garzarella E UMBERTO Garzarella

 

«Ma che uomo sei? Eri a Modena e non hai mosso un dito: una telefonata, una lettera di pugno, un fiore. Nulla, Kassen non ha fatto nulla... e lo guidava lui il motoscafo che ha ucciso mio figlio». A Enzo Garzarella però poco importa che Patrick Kassen sia stato liberato dai domiciliari con il solo divieto a non entrare nelle tre province affacciate sul Garda. 

 

Il lago, cioè, dove la sera del 19 giugno dello scorso anno lui e l'amico Christian Teismann, proprietario della barca, travolsero il gozzo con a bordo suo figlio Umberto e Greta Nedrotti, uccidendoli. «Non mi cambia niente saperlo ai domiciliari o fuori, cambierebbe se avesse fatto qualcosa di utile per la società e lo dico anche per lui, come fa a pulirsi la coscienza in questo modo? Non serve a niente una giustizia del genere. No, non riesco proprio a perdonarlo».

il video dello scontro sul garda 5

 

Non perdona e non capisce, Garzarella. Né Kassen né il giudice di Brescia che ha firmato il provvedimento a tredici mesi dalla tragedia, con alle spalle una condanna a quattro anni e mezzo subita a marzo in primo grado. «Non discuto la legittimità dell'atto ma la sostanza: dico io, tu giudice, dagli un consiglio, qualcosa che serva, che sia di esempio, che senso ha impedirgli di venire sul Garda? Lui ora sarà in Germania e magari se ne andrà alle Seychelles senza aver costruito alcunché per togliersi il peso».

 

il video dello scontro sul garda 6

La sua è una rara, calda logica di buonsenso che confligge con l'applicazione delle leggi dettata dai codici.La stessa logica che lo ha spinto due mesi fa a incontrare al cimitero di Salò, sulla tomba di suo figlio, Christian Teismann, il proprietario del motoscafo, condannato pure lui per l'incidente mortale.

 

Quella sera a bordo c'era infatti anche Teismann, sebbene non alla guida. «Lui sì ci aveva messo la faccia e io ho accettato l'incontro perché volevo capire. E devo dire che ho apprezzato il suo coraggio a venire fino a qui dalla Germania. Non ho apprezzato invece quando mi ha detto che non si era accorto di nulla perché guidava l'altro e lui dormiva ubriaco. No, non può non essersi accorto di un botto del genere e gliel'ho detto. 

 

il video dello scontro sul garda 3

Comunque, anche se non so ancora se ha fatto quel gesto per avere dei benefici o per una questione di coscienza, almeno lui s' è visto. Ma Kassen no. Vorrei che entrambi sapessero cos' è stato per me quest' anno senza mio figlio. Cos' è questo vuoto, questa sofferenza, questa rabbia che ho dentro e non mi fa più vivere. Ho chiuso l'attività e non riesco a provare soddisfazione per nulla. Ho la morte dentro ... mi viene voglia di andare da Umberto, lassù».

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