
CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI! - TITOLO DALL’ANSA: “ZINGARETTI: 'NON ‘HA CASO’ PALAZZO BRUXELLES HA NOME DI SPINELLI'”. POICHÉ NELLE REDAZIONI L’AGENZIA NAZIONALE DI STAMPA È CONSIDERATA ALLA STREGUA DELLA ‘GAZZETTA UFFICIALE’, LO STRAFALCIONE È COMPARSO PARI PARI ANCHE IN VARI SITI. IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI - TITOLO DALLA “VERITÀ”: “L’ULTIMA SUL ‘COVID DELLA’ RONZULLI: “IL NOSTRO LOCKDOWN SALVÒ GLI ALTRI PAESI””. LICIA RONZULLI S’È PRESA IL COVID? NO? ALLORA BISOGNAVA SCRIVERE: “L’ULTIMA DELLA RONZULLI SUL COVID”…
“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi” (http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)
Titolo dall’Ansa: «Zingaretti: “Non ha caso palazzo Bruxelles ha nome di Spinelli”». Poiché nelle redazioni l’agenzia nazionale di stampa è considerata alla stregua della Gazzetta Ufficiale, lo strafalcione è comparso pari pari anche in vari siti: Il Sole 24 Ore, Quotidiano Nazionale, Gazzetta di Parma, L’Arena, Bresciaoggi, L’Adige, Alto Adige, Trentino, La Gazzetta del Mezzogiorno, Quotidiano Sportivo, Tiscali Notizie, Dailymotion. Il sonno della ragione genera mostri.
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Incipit di un lungo servizio firmato da Rita Paparella sul Foglio: «Se ognuno dei 9 milioni di abitanti di una metropoli come ad esempio New York, avesse un’auto, parcheggiarle tutte occuperebbe più spazio dell’intera città di Los Angeles. Allora, con un occhio all’impatto ambientale, facciamo in modo che si spostino in treno! Se 9 milioni di persone salissero su un treno e si distribuissero su vagoni da 100 persone ciascuno, il treno sarebbe lungo oltre 9.000 km!».
Tralasciando la virgola sbagliata dopo «York», ma che cosa scrive? Il conto strampalato implica che i vagoni siano lunghi 100 metri, cioè all’incirca quanto misura un treno regionale in Italia. Infatti: 9.000.000 diviso 100 uguale 90.000 vagoni. Che moltiplicati per 26 metri (lunghezza standard di una carrozza ferroviaria) fanno 2.340.000 metri, cioè 2.340 chilometri. Sempre tanti, ma meno di un terzo di quelli riportati da Paparella con tanto di punto esclamativo finale. La pagina reca l’occhiello «Visioni». Ci pare appropriato.
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Panegirico in onore di papa Francesco firmato da Concita De Gregorio sulla Repubblica. L’enfasi tradisce la giornalista flabellifera, che ritiene il Pontefice «un architetto di pensiero e di azione» (il quale nel titolo viene addirittura innalzato ad «architetto di tutto»). La giornalista scrive infatti di un’inesistente «cripta dei Papi» in Vaticano, forse pensando alle cosiddette Grotte della basilica, peraltro celeberrime. De Gregorio chiama poi «Vergine Salus Populi. La salvezza dei popoli» l’antichissima immagine mariana nota come «Salus Populi Romani», cioè «salvezza del popolo di Roma». Licenza della panegirista o ignoranza del latino? Restiamo con l’inquietante dubbio.
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quotidiano nazionale non ha caso
Riferendosi a Vladimir Putin in un editoriale sulla Verità, il direttore Maurizio Belpietro si chiede: «Se a fargli mollare la presa non sono riusciti tre anni di guerra, centinaia di migliaia di morti, miliardi di sanzioni, un mandato di cattura per crimini di guerra e un isolamento internazionale, che altro si può fare?». Non sapevamo che l’Unione europea avesse inflitto miliardi di sanzioni alla Russia: alla data dello scorso 21 febbraio, ci risulta che i pacchetti di sanzioni approvati fossero 16.
Se invece Belpietro intendeva miliardi di euro, avrebbe dovuto precisare la valuta con un complemento di specificazione: «sanzioni per miliardi di euro». Poco oltre, si legge: «C’era chi invece considerava Mosca un possibile partner commerciale affidabile e gli leccava gli stivali». Il gender dilaga. (In italiano, il toponimo Mosca è di genere femminile, confermato dal nome del fiume, Moscova, che attraversa la capitale russa, anch’esso femminile).
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Sull’Osservatore Romano, introducendo un’intervista con il gesuita Ottavio De Bertolis, cappellano dell’Università La Sapienza di Roma, Paolo Mattei ricorda che il 22 marzo 1950, in pieno Anno santo, «Pio XII consegnava ufficialmente all’Ateneo romano la Cappella della Divina Sapienza progettata da Maurizio Piacentini». L’architetto prediletto di Benito Mussolini, che fra l’altro progettò l’Eur e la via della Conciliazione, dev’essersi vorticosamente rivoltato nella tomba, perché si chiamava Marcello, come a Roma sanno anche i sassi, ma non L’Osservatore Romano.
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Da Specchio della Stampa: «Scrittrice, Guia Soncini è nata a Bologna nel 1962». Complimenti, adesso è come il brandy Vecchia Romagna: invecchiata di 10 anni.
la battaglia finale per maidan
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Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, nel suo editoriale di prima pagina ricade, per ben due volte, nell’errore per il quale è stato ripetutamente censurato in questa rubrica: «Due anni dopo, la rielezione del presidente neutralista Yanukovich – cacciato nel 2004 dal golpe bianco di piazza Maidan pilotato da Usa e Uk – confermò la bontà della loro scelta. Ma nel 2014 Yanukovich fu di nuovo rovesciato dal secondo golpetto yankee di piazza Maidan».
Così come non si dice «piazza Trafalgar Square» o «piazza Place de la Concorde», non si scrive «piazza Maidan», perché maidan, più precisamente majdan, in ucraino significa appunto piazza. Quella che Travaglio cita sempre in modo sbagliato è piazza dell’Indipendenza, per gli ucraini Majdan Nezaleznosti.
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Giovanni Maria Vian su Domani scrive del Vangelo di Giovanni. La pagina è illustrata dal particolare di un’opera di Giotto con la seguente didascalia: «Nel 2009 il Polittico di Giotto con Cristo benedicente fra san Giovanni Evangelista e la Vergine fu in mostra al Vittoriano». L’immagine mostra però Gesù tra Maria e san Giovanni Battista, che è ben riconoscibile, oltre che dal vestito di peli di cammello e dalla cintura di pelle di cui parlano gli evangelisti Matteo (3, 4) e Marco (1, 6), anche da un cartiglio con la scritta latina «Ecce agnus Dei ecce qui tollit peccata mundi», la frase attribuita al Battista proprio dall’evangelista Giovanni (1, 29).
Il santo autore del Vangelo figura anch’egli nel Polittico Peruzzi, ma all’estrema sinistra, accanto alla Madonna, in una parte della tavola che nel giornale non si vede e che invece compare, peraltro tagliata, sul sito di Domani. Ai redattori non resta che documentarsi sui due santi, le cui storie, secondo una rara iconografia, vennero affrescate da Giotto dopo il 1318 e prima del 1322, su committenza di Giovanni di Rinieri Peruzzi, in una cappella della basilica fiorentina di Santa Croce, dove il polittico era allocato.
licia ronzulli foto di bacco (2)
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Titolo dalla Verità: «L’ultima sul Covid della Ronzulli: “Il nostro lockdown salvò gli altri Paesi”». Licia Ronzulli s’è presa il Covid? No? Allora bisognava scrivere: «L’ultima della Ronzulli sul Covid».