LA FAIDA DEI MASSONI FINISCE IN TRIBUNALE – A QUATTRO MESI DALLA CONTESTATA NOMINA A GRAN MAESTRO DI ANTONIO SEMINARIO, IL TRIBUNALE DI ROMA HA IMPOSTO AL GRANDE ORIENTE D'ITALIA DI CONSEGNARE LE CARTE DELLE ELEZIONI – ACCOLTO IL RICORSO DI SETTE “FRATELLI” DI MESSINA. AL CENTRO DEL CASO I VERBALI DELLA COMMISSIONE CHE HA ANNULLATO IL RISULTATO DEL VOTO, DA CUI ERA USCITO VINCITORE LEO TARONI, L'AVVERSARIO DI SEMINARIO – E SONO IN ARRIVO ALTRE BATTAGLIE GIUDIZIARIE TRA GREMBIULINI…
Estratto dell’articolo di Roberto Galullo per www.ilsole24ore.com
Il Grande Oriente d’Italia (Goi) è alle prese con la prima, concreta grana post elettorale. In attesa delle prossime, ormai alle viste. Sono passati quattro mesi dalla nomina a Gran Maestro di Antonio Seminario (il 10 marzo 2024) e il 12 luglio il giudice Lucio Fredella del Tribunale civile di Roma ha emesso un decreto con il quale ingiunge al Goi di consegnare le carte delle elezioni.
Ricorso accettato
Il giudice ha infatti accettato il ricorso di sette fratelli messinesi – sei appartenenti alla loggia La Ragione e uno alla loggia Minolfi – per ottenere quanto finora non è stato mostrato: «la consegna immediata» della copia conforme del decreto di proclamazione del Gran Maestro e della delibera del suo insediamento.
Paradossalmente la parte più interessante – i verbali della Commissione elettorale di attribuzione della cifra elettorale per ciascuna delle liste e della cifra elettorale relativa all’elezione di Seminario – saranno chiesti in corso di giudizio. Avuti i primi due documenti il passaggio successivo è, infatti, l’avvio di un altro giudizio nel quale saranno chiesti, anche in via cautelare, i verbali. [...]
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Partenza ad aprile
Questo pacchetto di richieste è partito il 23 aprile dai sette fratelli siciliani in direzione della Gran Segreteria del Goi, che ha risposto il 24 maggio, prendendosi un mese di tempo per una risposta laconica: «In conformità alla normativa vigente in materia si prega di voler precisare le ragioni sottostanti la richiesta». Un linguaggio da pubblica amministrazione.
Il giorno dopo – era scontata la fretta dei fratelli siciliani – la replica: «(…) il diritto azionato non è disciplinato dalla normativa per l’accesso agli atti amministrativi ma dagli articoli 2261 e 2476, secondo comma, applicabili per giurisprudenza consolidata anche alle associazioni non riconosciute» dallo Stato, quale è il Goi.
Questo diritto, proprio in quanto vantato dai singoli associati, «non è certamente condizionato dalla indicazione di alcuna ragione giustificatrice», concludono i sette massoni messinesi. Visto che a questo invito ad esibire i documenti non c’è stato altro da fare per i sette massoni siciliani che rivolgersi al giudice.
I tempi
Il decreto dovrebbe essere stato notificato ieri 17 luglio e il Goi avrà 10 giorni di tempo per consegnare gli atti in copia conforme. Certo, c’è il diritto all’opposizione nel termine di 40 giorni dalla notifica ma il giudice civile dovrebbe intervenire inaudita altera parte e per motivi eccezionali che, vista la trafila di comunicazioni tra le parti per la richiesta infine negata, non si intravedono al momento.
Per comodità temporale, dunque, si può presumere che a fine di luglio i sette fratelli messinesi possano bussare per avere gli atti. Se dovessero essere negati, la palla passerebbe all’ufficiale giudiziario che potrebbe intimare la consegna. Se anche questo esercizio fosse inutile, si potrebbe prefigurare l’inosservanza di un provvedimento dell’autorità giudiziaria. E lì, si entrerebbe nel campo penale. [...]
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