madreyarabig

NEL NOME DI YARA - DOPO L’ARRESTO DI BOSSETTI LA PRIMA USCITA PUBBLICA DELLA FAMIGLIA GAMBIRASIO TRA LE GINNASTE COMPAGNE DI YARA - LA MAMMA RESTA IN SILENZIO, NEL CUORE CHISSÀ QUALE TEMPESTA

Francesco Alberti per ‘Il Corriere della Sera’

 

Le ragazzine le si affollano attorno, in un misto di soggezione e affetto, i capelli raccolti a chignon, i costumi attillati e un’ombra di trucco a rendere adulti occhi ancora adolescenti.
Piccole donne. Ginnaste in erba. Farfalle, come la sua Yara, che svolazzano sognando un mondo in rosa che spesso non c’è. Maura Gambirasio le accarezza con lo sguardo, non sorride, nel cuore chissà quale tempesta. I jeans rossi, la maglietta grigia, i capelli cortissimi la rendono più minuta di quello che è.

 

La madre di Yara al premio di Pesaro Maura GambirasioLa madre di Yara al premio di Pesaro Maura Gambirasio

È arrivata da Brembate di Sopra, lasciandosi per un giorno alle spalle il clamore dell’inchiesta e i veleni di paese, per calarsi in questo quartiere fieristico di Pesaro trasformato in un tempio della ginnastica italiana. C’è un trofeo da consegnare. Un trofeo in memoria della sua Yara, che a questa rassegna partecipò nel giugno del 2010, una manciata di mesi prima che tutto finisse in orrore. Ci vuole del coraggio, per una come Maura, ad essere qui, in questo piccolo mondo che fu anche suo e che ora potrebbe apparirle un inferno.
 

Una, due, mille Yara. Quante sono in questa mattinata di giugno tra stand che vendono pizzette e brillantini, giudici che dispensano voti e decimali, famiglie munite di iPad per immortalare le gesta della piccola di casa? Sarà l’abbigliamento, sarà la capigliatura, saranno quelle gambe che disegnano acrobazie nell’aria, ma, non appena entri, la prima cosa che viene in mente è quella foto di Yara, tragicamente riproposta in questi anni da tv e giornali, in maglietta bianca che si allena, la schiena dritta come un muro, negli occhi la determinazione di farcela.
 

yarayara

È la prima uscita pubblica della famiglia Gambirasio dopo l’arresto di Bossetti e il riaccendersi dell’inchiesta. «Ginnastica in festa», per il quinto anno consecutivo a Pesaro, è una sorta di grande e gioioso festival di questo sport, più di 13 mila atleti dai 5 anni in su provenienti da tutta Italia. La morte di Yara macchiò anche questo mondo, solo apparentemente lontano da Brembate di Sopra. E così la Federazione, sentita la famiglia, decise nel 2011 di istituire un trofeo nel nome della ragazzina per premiare il miglior collettivo nella categoria Sincrogym senza attrezzi seconda fascia. «Era la gara di Yara — ricorda il consigliere federale Fabio Gaggioli —, è un modo per testimoniare ogni anno che passa la vicinanza e l’affetto del nostro ambiente ai suoi cari».
 

Maura arriva in auto con il figlio. E subito attorno a lei scatta una sorta di cordone sanitario. È noto il riserbo della famiglia Gambirasio, ma quelli della Federazione forse interpretano il ruolo un po’ troppo scrupolosamente, considerando anche il contesto gioioso: nessuna parola, guai a chi si avvicina. L’unico contatto previsto dal copione è con la squadra della Polisportiva Brembate in una saletta della mensa controllata a vista: «Noi non gareggiamo per il trofeo Yara — spiega una delle allenatrici —, facciamo parte di un’altra categoria. E forse è meglio così: questo non è un premio per noi, che con Yara abbiamo condiviso tanti momenti, è giusto che appartenga a tutto questo mondo, che per lei era così importante».
 

massimo giuseppe bossettimassimo giuseppe bossetti

Quando Maura sale sul palco della piazzetta Agorà, cuore della fiera, dalla folla di atleti e genitori si alza un applauso interminabile, qualche mamma si asciuga una lacrima. Lei ha il viso di pietra. Piega il capo e annuisce alle parole di saluto della Federazione. Declina con gesto garbato l’invito a dire qualcosa. Poi cammina lenta verso la tribunetta dei vincitori, consegna il trofeo alle ragazze della Ritmica Rho e le bacia una ad una con delicatezza. Finisce tutto in pochi istanti. Maura si infila nello stand, torna invisibile. Riparte la musica. Ripartono le gare. La vita.
 

Ultimi Dagoreport

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…