luca parnasi

“FAMO STO STADIO” – SPUNTA LA CHAT IN CUI PARNASI E I SUOI COLLABORATORI SI AGGIORNAVANO SUGLI INCONTRI CON POLITICI E FUNZIONARI A LIBRO PAGA – LE RIVELAZIONI DI SIMONE CONTASTA, UNO DEI COLLABORATORI DI PARNASI: LANZALONE ERA INTERLOCUTORE PRIVILEGIATO PER LA SUA “VICINANZA AL MOVIMENTO 5 STELLE”

Michela Allegri per “il Messaggero”

 

PARNASI

Dopo la chat dei quattro amici al bar, utilizzata dalla sindaca Virginia Raggi per confrontarsi con i suoi fedelissimi, spunta anche quella famo sto stadio, ispirata all' hashtag lanciato dall' allora allenatore della Roma Luciano Spalletti. Ne facevano parte Luca Parnasi e i suoi collaboratori, adesso vicini al processo per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione.

 

Una chat su whatsapp dove commentavano il progetto e, soprattutto, raccontavano degli incontri con politici e funzionari, a libro paga grazie a finanziamenti illeciti e consulenze che, per la procura, erano vere e proprie tangenti. Uno su tutti: Luca Lanzalone, consulente di punta della sindaca, ingaggiato senza contratto ma diventato il punto di riferimento dell' amministrazione pentastellata per il dossier sullo stadio. Sono i nuovi interrogatori depositati agli atti dell' inchiesta sull' affaire Tor di Valle, dopo la richiesta di rinvio a giudizio - sono in tutto 15 gli imputati che il 2 aprile compariranno davanti al gup - a tratteggiare il ruolo di Lanzalone, finito a processo per corruzione per avere agevolato Parnasi in cambio consulenze.

raggi marra frongia romeo

 

I VERBALI 

È uno dei collaboratori di Parnasi, Simone Contasta, a parlare del super-consulente e della chat. Lanzalone era l' interlocutore privilegiato di Parnasi «per tre specifiche qualità: conosceva il progetto, era competente e aveva un potere di interloquire con il ruolo apicale del Comune», per la sua «vicinanza al Movimento 5 stelle». L' imprenditore aveva deciso di coinvolgerlo anche «nel progetto di Marino, l' Ecovillage, conferendogli un incarico. 

 

virginia raggi

C' erano analogie con le problematiche sorte in relazione allo stadio». Poi Contasta aggiunge: «Parnasi evidenziava le competenze di Lanzalone e la sua vicinanza al Movimento». Il primo incontro con il super-consulente è nel febbraio 2017: «Mi è stato presentato quale rappresentante del Comune per la definizione di un progetto soddisfacente per il M5s. Ci venne presentato come referente con cui dialogare nel corso di una riunione alla quale parteciparono, tra gli altri, Bergamo, Berdini, Frongia, Ferrara e De Vito».

 

Contasta racconta che la sua mediazione è stata fondamentale: «Comprese quali fossero le esigenze del Comune, grazie alla mediazione di Lanzalone, si è giunti alla predisposizione di un progetto gradito al Movimento». 

LANZALONE

 

Lanzalone è sempre stato presente, «sia Giampaoletti che Montuori (Franco Giampaoletti, dg del Campidgolio, e Luca Montuori, assessore all' Urbanistica, ndr) avevano necessità di essere supportati nelle loro decisioni», aggiunge Contasta. E precisa che Lanzalone ha continuato a collaborare sia con Parnasi che con il Comune anche «con l' avvio della Conferenza di servizi», fino «al giorno degli arresti in giugno».

 

 Contasta affronta anche i rapporti di Parnasi con la politica, al centro di un secondo filone d' indagine con i finanziamenti alle fondazioni di Lega e Pd: Eyu e Più Voci. «Ho sempre saputo che finanziasse la politica in generale, non in particolare un partito».

ROMA STADIO TOR DI VALLE

 

Contasta ha parlato anche del Soprintendente Francesco Prosperetti, che ha archiviato la proposta di vincolo sull' ippodromo di Tor di Valle. L' ipotesi è che lo abbia fatto in cambio di un incarico per il datore di lavoro di sua figlia, l' architetto Paolo Desideri. «Desideri mi parlò del problema del vincolo, disse che conosceva Prosperetti - aggiunge Contasta - e che sarebbe stato felice di dare un contributo per trovare una soluzione di mediazione con la Soprintendenza per giungere all' archiviazione della proposta. 

TOR DI VALLE

 

Disse che anche Prosperetti sarebbe stato felice». Subito dopo quell' incontro, sottolinea la pm, Contasta scrive nella chat famo sto stadio, comunicando agli interlocutori di avere «info sul vincolo». Il socio di Parnasi replica agli inquirenti: «Mi era stato detto da Desideri che Prosperetti voleva che fosse lui a elaborare un progetto». Poi sottolinea l' inutilità di quella commessa: «La progettazione non aveva in sé alcuna utilità, mi è stato detto che la realizzazione del progetto era un passaggio necessario per ottenere l' archiviazione».

 

IL CONSULENTE 

luca parnasi mauro baldissoni

Agli atti, c' è anche l' interrogatorio di Lanzalone, del 7 dicembre. Parla del rapporto con Fabio Serini, l' ex commissario straordinario dell' Ipa, l' ente di previdenza dei dipendenti capitolini, finito sotto processo insieme a lui. Lanzalone e il suo socio Fabio Costantini, una volta entrati nelle grazie dell' amministrazione capitolina, gli avrebbero fatto ottenere la nomina all' Ipa, intercedendo con la sindaca. In cambio, avrebbero avuto almeno due incarichi.

 

 «L' ho segnalato al sindaco Serini - spiega Lanzalone - era una persona qualificata». E in relazione alle consulenze ottenute dice: «Non mi ha meravigliato che ci abbia conferito un incarico poco dopo l' insediamento. Pensai che potesse essere stato per la fiducia professionale». Dall' interrogatorio emerge anche un altro progetto poi naufragato: un ulteriore incarico da conferire a Serini.

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…