aleksandr alexander artem uss sergei sergej shoigu

ARTEM USS, UN GIOCO DI SERVIZI E SERVIZIETTI - IL PADRE DELL’IMPRENDITORE SCAPPATO DAI DOMICILIARI E’ UN CARO AMICO DEL MINISTRO DELLA DIFESA RUSSO, SERGEJ SHOIGU, CHE COMANDA IL “GRU”, IL POTENTE SERVIZIO SEGRETO MILITARE DI MOSCA - IL SOSPETTO E’ CHE PROPRIO L’INTELLIGENCE RUSSA ABBIA ASSOLDATO IL COMMANDO CHE HA ESFILTRATO USS PORTANDOLO FUORI DALL’ITALIA: SI TRATTA DI TRE SERBI E UN QUARTO SLOVENO (O SLOVACCO), TUTTI DA ANNI IN LOMBARDIA E CON FEDINE PENALI MACCHIATE DA NUMEROSI REATI CONTRO IL PATRIMONIO…

1 - LA SPIA RUSSA EVASA GRAZIE A 4 SLAVI

Estratto dell’articolo di Giacomo Amadori per “la Verità”

 

ARTEM USS NEL 2011

La Serbia è l’unico Paese europeo insieme alla Bielorussia a non aver aderito al programma di sanzioni contro la Russia. E proprio in Serbia il gruppo armato mercenario Wagner tenta di fare proselitismo. Di certo alcuni cittadini originari del Paese slavo hanno fatto parte del commando che il 22 marzo ha organizzato l’evasione della presunta spia russa Artem Uss, il quarantenne figlio di un governatore vicinissimo a Vladimir Putin.

 

I nostri servizi segreti non avrebbero preso in carico il faccendiere russo, accusato a New York di contrabbando di petrolio (dal Venezuela a Cina e Russia) e di tecnologie militari (dagli Usa alla Russia) perché la Cia non ha inviato segnalazioni specifiche. A muoversi è stato l’Ufficio affari internazionali della divisione criminale del Dipartimento della giustizia americano che ha chiesto l’estradizione del cittadino russo direttamente al nostro ministero della Giustizia.

VLADIMIR PUTIN ALEKSANDER USS

 

Ma se il misterioso Uss, nonostante il mandato di arresto e la richiesta di estradizione da parte degli Usa, è stato colpevolmente ignorato dai nostri 007, occorre ricordare che l’Aisi, l’Agenzia informazioni e sicurezza interna, è abitualmente molto attenta nel controllo sul territorio nazionale, anche attraverso l’uso delle intercettazioni preventive degli spostamenti e delle attività di diplomatici, oligarchi e businessman russi in generale.

In questo caso, però, non è scattato nessun alert e, probabilmente, da Mosca hanno potuto agire indisturbati.

 

IL BRACCIALETTO - LA FUGA DI ARTEM USS VISTA DA GIANNELLI

[…] gli investigatori hanno individuato, grazie alla rete di telecamere pubbliche, a partire da quella di Autostrade, identità e spostamenti dei membri del commando che ha utilizzato almeno tre auto prima di arrivare al confine sloveno, passare in Serbia e far raggiungere all’evaso, forse in aereo, Mosca. […] una delle macchine è stata abbandonata a Soiano del lago (paesino di 2.000 abitanti sul Garda), in provincia di Brescia. Probabilmente si trattava di una vettura di «comodo», non intestata agli uomini della banda.

 

[…] sono finiti nella rete dei militari quattro uomini, tre serbi e un quarto sloveno o slovacco, tutti trapiantati da anni in Lombardia. Due dei serbi sono imparentati tra di loro. Le loro fedine sono macchiate da numerosi reati contro il patrimonio. […] qualcuno, forse dalla Russia, è riuscito a ingaggiare in Italia malviventi slavi noti alle forze dell’ordine. Almeno due di questi, dopo le prime verifiche, risultano essere in questo momento all’estero […] La prima cosa da capire sarà se questi signori fossero una cellula dormiente di spie al soldo di Serbia e Russia o dei semplici malviventi ingaggiati in modo estemporaneo per l’«esfiltrazione» di Uss.

 

ALEXANDER USS SERGEI SHOIGU

Nei giorni scorsi, con un videomessaggio, Alexander Uss, […] ha pubblicamente lodato il Cremlino per il rientro in patria del figlio: […] «Il nostro Paese ha molti amici e persone oneste che lo sostengono e che al momento giusto sono pronte ad aiutare. So di cosa parlo…». […]

 

2 - IL PADRE DEL MAGNATE IN FUGA E L’AMICIZIA CON SHOIGU CHE CONTROLLA GLI 007 DEL GRU

Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”

 

[…] A Mosca gli esperti della nomenklatura sanno chi è il nume tutelare al Cremlino di Aleksander Uss, il padre del fuggitivo di Basiglio: Sergej Shoigu, il potente ministro della Difesa. Un legame che nasce alla fine degli anni Settanta nell’università a Krasnoyarsk — Sergej al Politecnico, Aleksander a Legge — quando hanno iniziato a fare politica nel Pcus.

 

ARTEM USS

Poi entrambi hanno lavorato nell’industria dell’alluminio, la grande risorsa di quelle terre che ha poi creato la ricchezza di oligarchi come Oleg Deripaska. Il vento della Perestrojka scatenato da Gorbaciov ha spinto la carriera di Shoigu, che nel 1990 si è trasferito nella capitale e poi ha scalato le posizioni di governo. Ma i due sono rimasti vicini, tanto che nel 2017 sarebbe stato proprio il ministro della Difesa a suggerire a Putin la promozione di Uss al vertice della regione siberiana, scrigno delle materie prime più preziose.

 

LA STRUTTURA DOVE ARTEM USS ERA AI DOMICILIARI

Aleksander Uss non manca di omaggiare il suo sponsor. […] Chissà se nel ringraziamento formulato al ritorno in patria dall’evaso Artem Uss non ci fosse anche un riferimento al vecchio amico di famiglia. Il giovane ha parlato di «persone forti e affidabili» che gli erano state al fianco «nei giorni drammatici» della detenzione italiana. Non bisogna dimenticare che agli ordini diretti di Shoigu c’è il Gru, il servizio segreto militare protagonista delle azioni più temerarie in Europa: gli agenti che hanno avvelenato i dissidenti, corrotto a Roma un ufficiale della Marina e infiltrato una donna sotto falso nome nel comando Nato di Napoli. Insomma, i professionisti migliori per organizzare l’esfiltrazione del giovanotto dagli arresti domiciliari milanesi.

ARTEM USS

 

[…] L’ultima trasferta nota di Shoigu a Krasnoyarsk risale allo scorso agosto: si è recato nella fabbrica Kramash per ispezionare la produzione dei nuovi missili intercontinentali Sarmat. Si tratta dell’ultima “arma dell’Apocalisse”, che può scagliare dieci testate atomiche — come ha dichiarato Putin due mesi fa — «in qualunque angolo della Terra, senza venire intercettata ». Guarda caso, secondo il mandato di cattura statunitense, tra le strumentazioni che Artem Uss avrebbe contrabbandato in Russia ci sarebbero stati anche sistemi destinati a questo mostruoso ordigno hi-tech, così micidiale da venire ribattezzato “Satan” dalla Nato.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...