FATE BENE A PREOCCUPARVI DELL'IMPATTO CHE AVRA' L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE SUL LAVORO - CIRCA UN TERZO DELLE AZIENDE ITALIANE UTILIZZA SISTEMI DI IA PER ASSUMERE PERSONALE, COMBINANDO I DATI DAI CURRICULA CON I REQUISITI RICHIESTI NELL'ANNUNCIO DI LAVORO - IL PROBLEMA È CHE QUESTI PROGRAMMI COMMETTONO MOLTI ERRORI E IN ALCUNI CASI FINISCONO PER SELEZIONARE UN LAVORATORE NON ADEGUATO...
Estratto dell'articolo di Valentina Panetta per "il Messaggero"
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[…] Nell'epoca della selezione operata dall'intelligenza artificiale, scrivere un curriculum a prova di algoritmo è una scelta obbligata per non rimanere invisibili nel mercato del lavoro. Sono sempre di più, infatti, le imprese italiane che utilizzano sistemi di Ai per la scelta del personale: il 32% tra aziende private e PA, secondo un'analisi dell'Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano, visionata in anteprima dal Messaggero. […]
IL TIMORE
intelligenza artificiale lavoro
«Le macchine velocizzano l'analisi dei curricula e costituiscono un'opportunità ma possono fare selezioni errate», mette in guardia Federico Sapienza, segretario generale Asseprim, federazione nazionale di Confcommercio che raccoglie le aziende del settore terziario avanzato. «C'è un timore generalizzato su come poter utilizzare al meglio questi strumenti, perché possono anche combinare match sbagliati tra domanda e offerta di lavoro scartando candidati qualificati».
L'Ai, utilizzata per implementare i sistemi gestionali, confronta i dati estratti dai curricula con i requisiti richiesti nell'annuncio di lavoro e assegna automaticamente una sorta di punteggio di idoneità ai candidati. […]Ma come tutte le tecnologie, anche questi programmi registrano dei limiti.
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Come evidenzia lo studio dell'Università di Harvard Hidden Workers: Untapped Talent, l'88% dei reclutatori ammette che escludono, a causa di parametri ancora da perfezionare, anche curricula «altamente qualificati». D'altro canto, chiarisce Umberto Frigelli, coordinatore nazionale del Centro Ricerche dell'Associazione Italiana Direzione Personale e docente di Psicologia dell'Università Cattolica, «i programmi automatici possono selezionare un lavoratore non adeguato, ma che è stato in grado di manipolare il sistema».
Non manca infatti chi prova a ingannare i software ricopiando l'intero annuncio di lavoro in bianco sul curriculum (white fonting) per ottenere un punteggio più alto. Ma questa tecnica, ammonisce Valentina Murace, Hr specialist, potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio, «il sistema potrebbe rilevare troppe parole chiave e avviare una segnalazione».
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LE OFFERTE
Online si moltiplicano i siti che si propongono di realizzare grazie all'Ai curricula a prova di algoritmo. Un meccanismo che innesca una sorta di cortocircuito: un'Ai viene incaricata di scrivere un documento che un'altra Ai esaminerà. […]
L'INPS
Ma non solo aziende private, anche l'Inps utilizza l'intelligenza artificiale per l'attribuzione dell'Assegno di Inclusione. La piattaforma SIISL attraverso tecniche di Machine Learning, «calcola uno score di affinità» tra i percorsi formativi e il curriculum del cittadino. […]
intelligenza artificiale lavoro
Alcuni sistemi chiamati "predittivi" (utilizzati dall'8% delle aziende) basandosi sui dati storici possono prevedere la carriera di un candidato. Altri (utilizzati solo dal 2%) possono persino analizzare immagini e colloqui video. «L'Ai Act (Regolamento europeo sulla Ai, ndr) vieta il riconoscimento delle emozioni in ambito Risorse Umane. Ma esistono alcuni software che monitorano il numero di parole utilizzate del candidato per determinare la vastità del suo vocabolario», spiega Martina Mauri, Direttrice dell'Osservatorio HR Innovation Practice.
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Secondo un rapporto a cura della Fondazione AIDP e DOXA il pericolo maggiormente percepito dai colletti bianchi (lo dichiara il 58%) è quello di possibili violazioni della privacy. In tal senso lo scorso febbraio il Garante ha approvato un codice di condotta che obbliga le agenzie per il lavoro a garantire il diritto di richiedere l'intervento umano. L'unico a oggi davvero in grado di riconoscere e valorizzare le così dette soft skills, come ad esempio il pensiero critico, la creatività o la capacità di lavorare in team di un candidato. […]