francesco domenici

MORIRE PER UNA BARELLA – MERCOLEDÌ SERA UN 33ENNE OBESO È MORTO A FORMIA PERCHÉ L’AMBULANZA NON AVEVA UNA BARELLA ADATTA AL SUO PESO (180 CHILI) – INUTILE CHIAMARE UN ALTRO MEZZO, PERCHÉ DI UN LETTINO DI QUEL TIPO NON C’È TRACCIA IN TUTTO IL SUD PONTINO. LA PROCURA DI CASSINO HA APERTO UN’INDAGINE SULLA MORTE…

 

 

Giovanni Del Giaccio per “il Messaggero”

 

francesco domenici 4

Una barella. Forse sarebbe bastata solo una barella adatta e per Francesco Domenici, 33 anni, l'episodio di mercoledì sera a Formia sarebbe stato un brutto ricordo. Invece è morto e la sua storia, adesso, è al centro di un'indagine della Procura della Repubblica di Cassino, competente per il territorio a sud della provincia di Latina. Una morte che si poteva evitare?

 

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Ne sono convinti i familiari del giovane che dopo quanto accaduto l'altra sera vogliono fare piena luce. Ed è quello che vuole capire il magistrato Roberto Bulgarini Nomiche ha aperto un'inchiesta e disposto una consulenza. Il medico legale Daniela Lucidi eseguirà oggi l'esame autoptico, mentre ieri i carabinieri della compagnia di Formia hanno sequestrato le cartelle cliniche sia al Dono Svizzero sia alla clinica Casa del sole, e acquisito i tabulati del 118.

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LA RICOSTRUZIONE

Francesco era stato operato l'11 giugno alla clinica privata di Formia specializzata - fra l'altro - in questo genere di interventi. Era un grande obeso e si era sottoposto al cosiddetto bendaggio gastrico che consente di limitare l'introduzione del cibo attraverso la riduzione dello stomaco. Un intervento di chirurgia bariatrica che si esegue ormai normalmente ma che - come tutti - può avere delle complicazioni.

 

ambulanza

Fino a mercoledì sera era andato tutto bene, il decorso post operatorio era stato normale, il ragazzo era stato al controllo e tutto sembrava procedere per il meglio. Poi un malore, improvviso, e la necessità di chiamare l'ambulanza per il trasferimento in ospedale.

La clinica, infatti, non svolge attività di pronto soccorso e i sanitari hanno compreso subito che la situazione era seria.

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Erano circa le 19 e dalla centrale operativa dell'Ares 118 di Latina hanno immediatamente inviato uno dei mezzi della Formia soccorso, società tra quelle che si è aggiudicata l'appalto per l'emergenza. Il peso dell'uomo - circa 180 chilogrammi - e l'altezza - quasi due metri - non consentivano il trasporto con un mezzo ordinario. Lì è iniziata la vana ricerca di una barella bariatrica, unica che avrebbe consentito il trasporto. Intanto le condizioni dell'uomo peggioravano a vista d'occhio.

 

SENZA MEZZI

francesco domenici

Inutile cercare, purtroppo, perché di quella barella nel sud pontino non c'è traccia e quindi il trasporto non sarebbe stato possibile. Nemmeno un tentativo con i vigili del fuoco, come in passato accaduto per i grandi obesi, è stato possibile. I tempi sarebbero stati comunque troppo lunghi e serviva un trasferimento immediato.

 

A quel punto i familiari - secondo una prima ricostruzione degli investigatori - hanno giocato la carta della disperazione: il loro veicolo, attrezzato per il trasporto di Francesco, da usare fino al Dono Svizzero, ma con un sanitario a bordo e l'ambulanza a fare da staffetta a sirene spiegate. Tecnicamente impossibile, avrebbero spiegato dalla centrale. Non previsto da norme e regolamenti, evidentemente.

 

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Nemmeno se di mezzo c'è una vita. A quel punto i familiari hanno firmato, rinunciando all'assistenza dell'ambulanza, e con la loro auto si sono diretti in ospedale. Dove Francesco è arrivato morto. Un arresto cardiocircolatorio, a quanto sembra, anche se le carte e l'autopsia diranno meglio.

 

 

L'ESPERTO

Gianfranco Silecchia

«Sul caso specifico non posso esprimermi - dice Gianfranco Silecchia, docente universitario alla Sapienza specializzato in chirurgia bariatrica - va tenuto conto però un grande obeso, di norma, è un paziente fragile, ha una serie di patologie che vanno tenute sotto controllo e per le quali servono centri specializzati e un approccio multidisciplinare». Colpisce che non ci fosse una barella adatta: «Il 118 deve averne, non fosse altro per il fatto che il 12% della popolazione è obesa e che a questo punto anche il trasporto di una donna al nono mese che partiva da 85 chilogrammi e ne ha presi 20 durante la gravidanza diventa rischioso».

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