![instagram per i piu' piccoli](/img/patch/05-2021/instagram-per-i-piu-piccoli-1462473_600_q50.webp)
ZUCKERBERG, GIÙ LE MANI DAI BAMBINI - IN AMERICA STA SUSCITANDO FORTI PERPLESSITA' IL POSSIBILE ARRIVO DELLA VERSIONE "KIDS" DI INSTAGRAM, RIVOLTA AGLI UNDER 13. QUARANTAQUATTRO PROCURATORI GENERALI HANNO SCRITTO A MARK ZUCKERBERG, CHIEDENDOGLI DI ABBANDONARE IL PROGETTO - A PREOCCUPARE NON CI SONO SOLO I PREDATORI SESSUALI SUI SOCIAL, MA ANCHE LE CARENZE DI PRIVACY E SICUREZZA CONTESTATE DA ANNI A FACEBOOK...
Dagotraduzione dal New York Post
Quarantaquattro procuratori generali dello stato hanno scritto a Mark Zuckerberg, amministratore delegato di Facebook, chiedendogli di abbandonare i piani per un "Instagram Kids" dedicato ai minori di 13 anni.
A preoccupare è il crescente fenomeno dei predatori sessuali, che sui social cercano di identificare e mettersi in contatto con le vittime. Facebook aveva già ignorato le proteste di 35 gruppi di difesa dei bambini e 64 esperti che avevano avvisato che il «grande rischio» per i più piccoli non era solo quello di incontrare malintenzionati, ma tirava in ballo anche questioni relative al benessere e alla privacy.
Un gruppo di senatori statunitensi ha osservato che «Facebook ha un record sulla mancata protezione della privacy e sulla sicurezza dei bambini e questo mette seriamente in dubbio la sua capacità di garantire questi elementi su una versione di Instagram commercializzata per i bambini».
I bambini di età pari o inferiore a 12 anni non possono in questo momento creare un account su Instagram. Alcuni aggirano il divieto inserendo falsi dati anagrafici, ma se la regola esiste c'è una buona ragione: sotto ai loro profili ci sono innumerevoli commenti sessualmente espliciti da parte di uomini anziani.
Facebook promette che la nuova app «darà ai bambini un ambiente più contenuto che rende più semplice e divertente per loro esplorare da soli il web e più facile per i genitori e gli operatori sanitari guidare il loro viaggio».
Come ha scritto John Mac Ghlionn sul The Post il mese scorso, «Facebook si occupa di creare clienti per la vita. È come un allevamento intensivo, ma i tuoi figli sono gli animali».