stephen paddock

LE FOTO DI STEPHEN PADDOCK, IL FOLLE ASSASSINO DI LAS VEGAS, NELLA SUA STANZA AL MANDALAY HOTEL, UN CADAVERE CIRCONDATO DI FUCILI (PURE NELLA VASCA DORATA) - GLI ULTIMI GIORNI: NON AVEVA APERTO LE VALIGIE, PER NON STUZZICARE L’INTERESSE DEL PERSONALE DI PULIZIA. ERA RICCO, E TRA LE ULTIME OPERAZIONI UN BONIFICO DA 100MILA DOLLARI ALLA FIDANZATA, CHE IN QUESTE ORE È TORNATA DALLE FILIPPINE

 

 

Vittorio Zucconi per La Repubblica

 

foto della stanza di stephen paddock a las vegas

Erano le quattro del pomeriggio di giovedì 28 settembre quando la morte arrivò alla reception del Mandalay Resort and Casino per il check-in. Presentò la carta credito. Fermò una stanza e una suite d' angolo al 32esimo piano, con il nome di Stephen Paddock. Dietro di lei, nell' andirivieni della lobby affollata come una stazione del metrò nell' ora di punta, una processione di facchini spingeva quattro carrelli con dieci valigione.

 

foto della stanza di stephen paddock a las vegas

Non sapevano che quel bagaglio conteneva tredici fra fucili mitragliatori e pistole automatiche, né gli sarebbe importato qualcosa: in Nevada si possono avere quante armi si vogliono e mercanti vanno e vengono come rappresentanti di commercio. E se la mancia è generosa, nessuno chiede niente. A Las Vegas si fanno soldi, non si fanno domande.

 

foto della stanza di stephen paddock a las vegas

Cominciarono in quel pomeriggio di settembre, mentre il sole cominciava a calare verso la Valle della Morte e la Sierra che divide il Nevada dalla California, le ultime 72 ore di vita per 59 turisti in viaggio verso un concerto di musica country e per l' uomo che li avrebbe uccisi. Era molto ordinata e ben preparata, la morte che si era impadronita di Stephen Paddock. Lo aveva armato, insieme con l' arsenale portatile, di una mazza da demolizione, per spaccare i vetri doppi di sicurezza che sigillano tutte le le 3 mila e 29 stanze dell' Hotel Casino.

foto della stanza di stephen paddock a las vegas

 

Non aveva aperto le valigie, per non stuzzicare l' interesse delle persone della pulizia. Nella notte del suo penultimo giorno di vita, Paddock era sceso a fare quello che ormai faceva ossessivamente, a giocare. Nel mistero della sua vita e nell' oscurità ancora totale dei suoi motivi, una sola luce è lampante, il gioco.

 

L' Fbi che sta frugando nei suoi conti in banca, ha trovato sedici movimenti da almeno diecimila dollari ciascuno - 160 mila dollari - fatti attraverso le casse di vari casinò, soprattutto del Caesar' s Palace, dove lui aveva il massimo ranking come creditore. Era quello che nel gergo si chiama "una balena", un cetaceo spiaggiato capace di puntare fortune, ma se avesse vinto o perso nelle ultime ore della sua vita non sappiamo. Sappiamo che ha mosso quelle somme solo perché, per legge, i casinò devono denunciare al fisco tutte le transazioni oltre i diecimila.

 

foto della stanza di stephen paddock a las vegas

Soldi, aveva. E molti. Prima di sistemarsi al Mandalay, Paddock era passato dalla sua banca per fare un bonifico da 100 mila dollari a favore della sua fidanzata del momento, Marilou Danley, inviandoglieli nelle Filippine dove lei era andata a trovare i parenti e sarebbe dovuta rientrare in questi giorni. Altri soldi aveva fatto avere alla casa di riposo in Florida dove vive la madre novantunenne.

 

Sabato, vigilia della strage, la morte era stata vista da qualche testimone che sostiene di avere riconosciuto Paddock in un ristorante tex- mex, a mangiare un burrito. Ma la polizia che si muove come una sonnambula nella notte senza riferimenti della sua vita, nei social che non frequentava, nel vicinato dei pensionati benestanti dove ogni tanto viveva, Paddock era andato a visitare la spianata sull' altro lato della strada.

 

stephen paddock

Un "killing field" ideale, sparando dall' alto. Che cosa abbia fatto nelle ultime ore prima della mattanza, domenica, non lo sapremo mai. Una governante entrata nella stanza sembra ricordare una tv sintonizzata su una partita di football.

 

Ma le telecamere di sorveglianza, che brulicano nel Mandalay come in ogni altro hotel casino, non hanno traccia di lui. Come le telecamere della sua vita non sembrano aver registrato il passaggio di Stephen Paddock, un ectoplasma. Figlio di un criminale poi divenuto venditore di auto usate e operatore di sale di bingo. Contabile presso la Lockheed. Proprietario e amministratore di condomini. Sposato e divorziato due volte. Ricco. Fidanzato con una filippina mai vista con lui. Citato una sola volta dalla polizia per un' infrazione stradale.

stephen paddock

 

Pokerista. Collezionista di 42 armi di fuoco militari comprate legalmente e approvate via Fbi senza che nessun algoritmo si fosse mai chieso che cosa diavolo potesse farci qualcuno con 42 fucili da guerra. E calcolatore.

 

Sceglie il momento giusto, non troppo presto, non troppo tardi. Alle 10 della sera di domenica le stanze sono vuote, i ristoranti ribollono, il casinò è una cafonia infernale di voci, slot, risate alcoliche, grida di giocatori di dadi. Con la mazza sfonda i vetri di due finestre, per cercare l' angolo di tiro migliore e tra il suono che si alza dalla strada e quello che risale dal casinò, quello schianto non richiama attenzione. Alle 10.08 spara. Duecento metri sotto di lui, gli spettatori cominciano a cadere, mentre la band continua a suonare senza capire. Alle 10.30 gli agenti in tenuta d' assalto raggiungono la sua stanza, inviduata dalle finestre infrante, e fanno saltare la porta. Troveranno un morto. La morte si era sparata portandosi via il proprio mistero.

danley la compagna di stephen paddock

 

Ultimi Dagoreport

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…