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TI TAPPO LA BOCCA! - IL PADRE DELLA EX PIDIELLINA SARA GIUDICE, CHE FECE UN PO’ DI CAGNARA QUANDO BERLUSCONI CANDIDÒ NICOLE MINETTI, RIVELA: “MI CHIESERO DI FERMARLA. LA GELMINI LA CHIAMÒ PROMETTENDOLE UN POSTO IN MONDADORI, SE AVESSE SMESSO DI CRITICARE IL CAV”
Luigi Ferrarella per www.corriere.it
Fine 2010-inizio 2011: in vista delle elezioni regionali la candidatura nel listino-Formigoni dell’allora quasi sconosciuta Nicole Minetti mette in subbuglio una parte dei giovani del Pdl, ai quali in tv (soprattutto in una puntata de l’Infedele di Gad Lerner), sui giornali, e con una raccolta di firme di protesta, dà voce la consigliera di zona pdl Sara Giudice, figlia dell’allora presidente pdl del Consiglio comunale milanese Vincenzo (dipendente in aspettativa del Pat-Pio Albergo Trivulzio).
«Iniziarono sulla stampa anche atteggiamenti offensivi e ricattatori verso mia figlia da parte di personaggi importanti del Pdl», afferma ora in Tribunale il padre, testimoniando davanti alle giudici Busacca-Pagano-Malatesta nel processo in cui l’ex direttore generale del Pat, Fabio Nitti, è imputato di abuso d’ufficio per l’ipotizzato carattere ritorsivo del successivo trasferimento da Milano a Merate proprio di Vincenzo Giudice.
LA VICENDA
Trasferimento che Giudice (uscito dal Pdl nel 2011) collega anche ai contrasti politici intorno all’Affittopoli delle case del Pat; che nel 2013 è giudicato illecito e annullato dal Tribunale del lavoro; e che per l’istruttoria del pm Eugenio Fusco sarebbe stato anticipato da un paio di frasi di Nitti a Giudice, quali «a te devo vederti strisciare», e «tu prima o poi finisci a Merate».
SARA GIUDICE E SILVIO BERLUSCONI
Ma prima degli attriti interni, dice Giudice, c’era stata la puntata de l’Infedele nella quale Berlusconi telefonò in diretta e qualificò «cosiddette signore» le ospiti tra le quali appunto la figlia Sara: e qui il padre afferma di aver cominciato a «ricevere telefonate con pressanti spinte a farla smettere di fare ciò che stava facendo».
«GELMINI TELEFONÒ A MIA FIGLIA»
Tra i big del Pdl, spicca lo scambio che Giudice asserisce sia stato proposto dall’allora responsabile dell’Istruzione: «Un ministro, Gelmini, telefonò a mia figlia promettendole un posto in Mondadori se avesse smesso di fare campagna contro il presidente Berlusconi e soprattutto se non fosse più andata in trasmissioni televisive tipo Annozero».
Interpellata dal Corriere, la deputata Gelmini, oggi coordinatrice lombarda di Forza Italia, smentisce: «Può darsi ci sia stato da parte mia qualche richiamo all’inopportunità di certi toni sconvenienti e a smetterla di parlar male del Presidente Berlusconi che non se lo meritava, ma da qui a dire che io abbia promesso posti ce ne corre. È del tutto destituito di fondamento». Per Giudice, «lo stesso presidente Berlusconi in più di un’occasione mi ha chiesto: “Falla smettere”, e io: “Presidente, chiamala tu che parli sempre di meritocrazia”».
LA NOMINA DI NITTI AL PAT
SARA GIUDICE E SILVIO BERLUSCONI
Giudice attacca anche l’origine della nomina di Nitti al Pat, che l’allora presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, avrebbe sollecitato al presidente del Pat, Emilio Trabucchi: «Se tu non me lo nomini direttore generale, io lo devo nominare all’Aler (case popolari ndr) e questo mi fa mescolare tutta una serie di questioni».