roberto ruju

UN SELFIE TI SALVA LA VITA - IL GIORNALISTA NAPOLETANO ROBERTO RUJU, SBATTUTO IN GALERA DA INNOCENTE PER 210 GIORNI CON L’ACCUSA DI AGGRESSIONE SESSUALE, VIENE SALVATO DAI SELFIE INVIATI AGLI AMICI VIA WHATSAPP!

ROBERTO RUJUROBERTO RUJU

Simone Di Meo per Dagospia

 

Immaginate di camminare per i fatti vostri, una sera sul tardi, a Napoli. E di finire un attimo dopo in una volante della polizia con l'accusa di aver molestato una studentessa che non avete mai visto in vita vostra. Di cui non conoscete il viso, né il nome né l'indirizzo.

E immaginate ancora di trascorrere qualche mese in galera, nel padiglione dove sono rinchiusi quelli condannati per reati sessuali, e tanti altri ai domiciliari. In totale, immaginate di aver passato 210 giorni in stato d'arresto. Senza aver fatto nulla.

IL CASO DI ROBERTO RUJU   IL CASO DI ROBERTO RUJU

 

Ecco, anche così (ma fortunatamente non solo così) si fanno le indagini a Napoli dove un giornalista di 35 anni, Roberto Ruju, ha rischiato di passare in carcere un bel po' di anni perché, proprio come nel processo di Kafka, si è trovato stritolato dalla (in)giustizia senza un apparente motivo.

 

IL CASO DI ROBERTO RUJU  IL CASO DI ROBERTO RUJU

Gli agenti di una volante (è il 15 novembre 2014) lo fermano mentre sta camminando a parecchie centinaia di metri dal luogo dell'aggressione. Nulla dovrebbe portare a sospettare di lui: non indossa gli abiti del maniaco e pure la montatura degli occhiali è differente. Scura quella del bruto, bianca quella di Robertino. Invece, viene portato in Questura e sottoposto a fermo perché riconosciuto chissà come dalla vittima ancora in stato di choc.

 

L'indomani, la notizia rimbalza su giornali e tv. Per tutti, Roberto è un maniaco sessuale che ha approfittato di una ragazza nell'androne buio di un palazzo nel centro della città durante una piovosa serata d'inverno. La sua vita è distrutta. E tutti a lodare gli agenti che hanno risolto il caso in tempi record. Vedrete come l'hanno risolto.

 

IL CASO DI ROBERTO RUJUIL CASO DI ROBERTO RUJU

Segue la solita trafila che appassiona tanto gli amanti della cronaca nera: rinvio a giudizio, processo segnato e condanna certa. A dibattimento quasi concluso, entra però in scena il nuovo difensore di Ruju, l'avvocato Maurizio Lojacono. È lui che inizia a studiare minuziosamente un video di una telecamera di sicurezza di un palazzo vicino che riprende la sequenza dell'inseguimento e dell'aggressione alla vittima. Saranno quelle immagini a far crollare le (errate) certezze della Procura e degli agenti dell'Ufficio prevenzione generale che, per quest'arresto, hanno ricevuto addirittura un encomio dal questore.

 

IL CASO DI ROBERTO RUJU IL CASO DI ROBERTO RUJU

Crollano le certezze non solo perché l'uomo nelle immagini porta dei guanti bianchi e delle scarpe fluorescenti che Ruju non ha mai posseduto, ma soprattutto perché i conti, lancette alla mano, non tornano. Negli stessi attimi in cui la ragazza subiva la violenza, il giornalista si stava facendo un selfie dall'altro lato del lunghissimo corso Umberto, dove nemmeno la velocità di Usain Bolt l'avrebbero potuto portare in poco meno di un minuto e mezzo. Anzi, di foto l'ignaro Robertino se ne farà tre che invierà ai suoi amici via Whatsapp. Saranno la sua salvezza.

 

Incrociando gli orari degli sms, grazie a una perizia sul cellulare chiesta e ottenuta in extremis dall'avvocato Lojacono a un titubante collegio giudicante, con il timing del video (anticipato di sette minuti rispetto a quello in sovraimpressione, ma questo dettaglio nessuno tra pm e polizia si era preoccupato di controllarlo eccezion fatta per il legale) l'innocenza è provata.

 

Tant'è che sarà lo stesso pubblico ministero a chiedere prima la scarcerazione e poi l'assoluzione per Robertino. Oggi, Ruju sta faticosamente provando a tornare alla vita di sempre. Ma non è facile riprendere a campare dopo una tragedia del genere. Perché, a Napoli, di sera bisognerebbe al più avere paura dei malviventi e non degli sballati metodi d'indagine di una volante della polizia.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…