baby gang

LA GIOVENTU’ E’ BRUCIATA, DA NAPOLI A TORINO - LE BABY GANG NON SI FERMANO: NUOVO RAID SOTTO IL VESUVIO, DOVE UN 16ENNE E’ STATO PICCHIATO A SANGUE PER IL CELLULARE - NEL CAPOLUOGO PIEMONTESE, UNA BANDA DI MINORENNI ITALIANI E MAROCCHINI TIENE SOTTO SCACCO IL CENTRO DA MESI CON FURTI E RAPINE

baby gang napoli

1 - NAPOLI, A 16 ANNI PICCHIATO PER IL CELLULARE

Antonio E.Piedimonte per “la Stampa”

 

Anche ieri baby gang in azione a Napoli. Nemmeno l' annunciato intervento del governo - oggi il ministro dell' Interno Marco Minniti sarà in Prefettura per un summit sull' emergenza criminalità minorile - ha placato la furia delle bande. Nel weekend un' aggressione a sfondo razzista, a colpi di catena, contro due ragazzini di origine marocchina, Marwan e Abdu, 15enni residenti a Pomigliano, finiti in ospedale dopo un pestaggio per rubare i telefonini. I carabinieri hanno bloccato un 13enne, subito riconsegnato ai genitori perché per la legge italiana non è perseguibile.

 

baby gang napoli pistola giocattolo

Ieri un sedicenne è finito al pronto soccorso del "Pellegrini" con il naso rotto, picchiato senza motivo da una gang di coetanei davanti alla stazione del metrò collinare.

«Hanno tutti un coltello in tasca - dice un insegnante in pensione - anche i ragazzi di buona famiglia, ma non è una novità. Dieci anni fa i giornali coniarono per Napoli l' espressione "Coltellopoli".

 

La novità è l' apertura pomeridiana delle scuole per tenere i ragazzi lontani dalle strade, una piccola rivoluzione che però è cominciata solo con l'arrivo di De Luca e dell'assessora (il governatore e Lucia Fortini, la responsabile regionale per l' Istruzione, ndr). Ma darà i suoi frutti tra qualche anno».

 

baby gang napoli

In tema di scuola ieri c'è stato anche il ritorno in classe di Arturo, il 17enne che a dicembre fu ridotto in fin vita da un branco. Ad accoglierlo i compagni e gli insegnanti con in testa la dirigente Adele Barile: «Ha dimostrato di essere un leone». I ragazzi del liceo "Cuoco" il giorno 19 parteciperanno alla manifestazione organizzata dagli amici di un' altra vittima, il 15enne Gaetano che 4 giorni fa ha subito l'asportazione della milza dopo un pestaggio nel quartiere Chiaiano. E sempre ieri la mamma di Arturo, Maria Luisa Iavarone, ha chiamato a raccolta tutte le mamme napoletane per «creare un movimento di madri» per combattere contro il «terrorismo urbano».

 

baby gang napoli road tv

La donna ha rivolto un appello anche ai genitori dei violenti: «Collaborate, parlate con i vostri figli». Ma dagli interrogatori a quattro degli aggressori di Gaetano è emerso che proprio loro hanno chiesto ai figli di non rispondere o li hanno zittiti più volte. Comportamento che non meraviglia un maturo investigatore: «Ma quale Gomorra, il Padrino o i cartoni animati... questi diventano delle piccole belve perché crescono in certe famiglie-tribù e in zone dove l' unica legge è quella della giungla. È storia vecchia...».

 

2 - TORINO, 15 FOTO PER INCASTRARE LA GANG CHE COLPISCE IN CENTRO

Federico Genta per “la Stampa”

 

baby gang

Ci sono due fascicoli di indagine, al commissariato Centro e alla Compagnia San Carlo. Contengono grosso modo le stesse immagini. Una quindicina di scatti che ritraggono giovanissimi. Minorenni italiani e marocchini. Polizia e carabinieri sono sulle loro tracce da mesi, almeno dalla fine dello scorso autunno. Quando sono arrivate le prime denunce per scippi e aggressioni in zona. Un copione che si ripete ogni volta: il branco che si avvicina e circonda le vittime. La richiesta di una sigaretta e di qualche moneta, oppure subito la violenza.

 

Schiaffi e calci per intimidire, poi parte la razzia. Soldi, giacche, telefonini. È quello che è successo sabato a quattro diciottenni, rapinati alle undici sera quando erano da poco arrivati a Torino in autobus. Zona Valdo Fusi. Il sospetto degli investigatori è che la baby gang sia soltanto una. Sempre la stessa, con complici che possono di volta in volta cambiare ma che sono perfettamente organizzati tra loro.

aggressione baby gang

 

C' è chi si occupa di arraffare il bottino e chi osserva a distanza per neutralizzare le eventuali reazioni. Luca, il ragazzo che domenica mattina ha raccontato negli uffici di corso Vinzaglio la serata di terrore vissuta insieme ai suoi tre amici, ieri è stato richiamato dalla polizia. «Tornerò a Torino per vedere delle fotografie - dice -. Dalla descrizione di alcuni ragazzi che avevo lasciato durante la denuncia, sembra che qualcuno sia già noto alle forze dell' ordine».

 

BABY GANG

Lui non sembra avere dubbi: saprebbe riconoscerli. «Almeno alcuni di loro - precisa -. Quello che mi ha dato un calcio alla gamba per immobilizzarmi e quello che pochi minuti dopo mi ha preso a pugni, quando ha visto che seguivo un suo complici per riprendermi la roba». Altrettanto potrebbero fare i suoi amici: «Non avevano il viso coperto, indossavano normali giubbotti, come noi. Spero anche che possano essere stati ripresi da una delle tante telecamere che ci sono tra il piazzale e le strade del centro».

 

La baby gang è la stessa intercettata venerdì da una pattuglia in borghese del commissariato Barriera Nizza? È probabile, ma servono ancora altre conferme. Anche quel gruppo di adolescenti, che ha strappato le placche anti taccheggio, rubato alcuni abiti in un negozio dell' 8 Gallery e poi, dopo un breve viaggio in metro, ha tentato un furto dentro a un bar all' angolo tra corso Dante e via Nizza, aveva la sua forza nei numeri.

 

BABY GANG

Almeno dieci complici, tra i 14 e i 17 anni, tutti presumibilmente nordafricani. Spregiudicati. Tanto da avere il coraggio di puntare una pistola contro quegli agenti che avevano fermato il più giovane di loro. Soltanto il sangue freddo dei poliziotti, che nella penombra della sera hanno intuito che quell' arma doveva essere soltanto un giocattolo, ha evitato che la situazione potesse degenerare.

 

E, a preoccupare, sono proprio questi atteggiamenti, la leggerezza con cui la gang sfida forze dell' ordine e telecamere per bottini tutto sommato miseri. La procura dei minori sta esaminando i vari episodi per stabilire tra di loro una relazione. «Al momento non è ancora possibile parlare di fenomeno - afferma il procuratore Anna Maria Baldelli - ma si tratta di episodi che non possono essere sottovalutati».

 

 

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