“I NAPOLETANI SCATENAVANO UNA VERA E PROPRIA GUERRIGLIA URBANA” – IL GIP DI NAPOLI, LEDA ROSSETTI, RISCRIVE LA STORIA DEL CAOS DI MERCOLEDÌ SCORSO, NELLA CITTÀ PARTENOPEA: “I TIFOSI DELL’EINTRACHT MARCIAVANO COME UN ESERCITO PER LE STRADE”, MA SONO STATI I NAPOLETANI, CIRCA 200, AD ACCENDERE LA SCINTILLA DEGLI SCONTRI. “HANNO LANCIATO PIETRE, BOTTIGLIE, BOMBE CARTA, SEDIE, MAZZE E TAVOLINI…” - CONVALIDATO IL FERMO DI DUE ULTRAS - VIDEO
NAPOLI, SCONTRI TRA I TIFOSI DELL'EINTRACHT E LA POLIZIA
Estratto dell’articolo di Titti Beneduce per www.corriere.it
napoli, scontri tra i tifosi dell eintracht e la polizia 10
I tifosi dell'Eintracht, il pomeriggio di mercoledì 15 marzo, […] «marciavano come un esercito per le strade del centro cittadino, scandendo cori contro la squadra avversaria». Ma sono stati i napoletani (circa 200 e in maggioranza con il volto coperto da caschi) ad accendere la scintilla degli scontri che per ore hanno infiammato la città: «Armati di bastoni e altri oggetti similari, aggirate le misure faticosamente adottate da polizia e carabinieri, scatenavano una vera e propria guerriglia urbana». Lo scrive il gip di Napoli Leda Rossetti che ha convalidato il fermo di due tifosi napoletani bloccati nella notte tra mercoledì e giovedì, Antonio Orefice di 51 anni e Diego Iaquinangelo di 38.
In quattro pagine il giudice ricostruisce i gravissimi episodi che hanno preceduto la partita, poi vinta dal Napoli per 3 a 0: i napoletani hanno lanciato «pietre, bottiglie, bombe carta, sedie, mazze e tavolini, scaraventati come oggetti contundenti anche all'indirizzo degli equipaggi di polizia che fungevano da cuscinetto onde evitare il contatto tra le tifoserie».
I TIFOSI DELL EINTRACHT METTONO A FERRO E FUOCO NAPOLI
tifosi eintracht guerriglia napoli
Decisive per la convalida le immagini che il giudice ha visionato, immagini di scontri che hanno fato il giro del mondo. Antonio Orefice, in particolare, leader dei Mastiffs della Curva A, viene ripreso mentre tiene in mano una cintura arrotolata a mo' di tirapugni. Lui stesso, sottolinea il giudice, ammette che voleva utilizzarla come arma, anche se cerca di giustificarsi dicendo: «Mi era giunta la voce che i tedeschi volessero devastare Napoli».
Nel paragrafo dedicato alle esigenze cautelare il gip si sofferma sulla pericolosità sociale degli indagati […]. Ci sono, ritiene ancora il giudice, «elementi indicativi di una propensione criminosa e di una non marginale pericolosità sociale». Di qui la decisione di tenere ai domiciliari due dei tre fermati, mentre per il terzo non ritiene che siano sussistenti i gravi indizi di colpevolezza.