luigi marroni tiziano renzi consip

GIRAMENTO DI MARRONI (LUIGI) – L’AMMISTRATORE DELEGATO DI CONSIP TIENE VIVA L'INCHIESTA SU LOTTI E RENZI PADRE – I PM POTREBBERO ASCOLTARE PRESTO IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL’ARMA MARUCCIA - DEPISTAGGIO SULLA FUGA DI NOTIZIE, IL NUMERO 2 DEL NOE AI PM: "WOODCOCK MI CONSIGLIÒ DI NON RIFERIRE AL MIO SUPERIORE"

Maria Elena Vincenzi per la Repubblica

 

 

luigi marroniluigi marroni

L' amministratore delegato di Consip Luigi Marroni nel corso della sua lunghissima audizione come persona informata dei fatti ha, sostanzialmente, confermato tutto ciò che aveva detto nel suo incontro con i pubblici ministeri campani lo scorso 20 dicembre.

 

E così, dopo averlo detto a Woodcock, ha ribadito anche al procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo e al sostituto Mario Palazzi la sua ricostruzione sulla fuga di notizie. L' ad di Consip, ex assessore alla Sanità della Regione Toscana, ha spiegato che l' estate scorsa fu informato dell' indagine sulla centrale unica degli acquisti.

 

E che a informarlo furono, in occasioni diverse, il ministro dello Sport Luca Lotti (all' epoca sottosegretario alla presidenza del Consiglio), il comandante dei carabinieri della Toscana Emanuele Saltalamacchia, il presidente di Publiacqua Toscana Filippo Vannoni e il presidente di Consip Luigi Ferrara che gli disse di averlo saputo dal comandante generale dell' Arma Tullio Del Sette. I due alti ufficiali dei carabinieri e il ministro proprio sulla base di queste accuse sono indagati per rivelazione del segreto e favoreggiamento.

 

tiziano renzi padre di matteotiziano renzi padre di matteo

L' uomo chiave del filone di inchiesta sulla fuga di notizie è stato minuzioso nella ricostruzione e ha ripetuto anche quanto detto circa la richiesta che gli fu fatta da Tiziano Renzi, padre dell' ex premier Matteo, di poter «ricevere» il suo amico imprenditore Carlo Russo.

 

Ora i pubblici ministeri dovranno valutare quelle dichiarazioni e decidere come procedere. Anche alla luce dei nuovi dettagli emersi sulla fuga di notizie, primo fra tutti quello che ha portato all' iscrizione del numero due del Noe, il colonnello Alessandro Sessa. All' ufficiale i magistrati contestano di aver mentito nel corso della sua audizione come testimone sulle comunicazioni alla sua scala gerarchica. Sessa dice di aver comunicato in novembre, mentre in un messaggio di agosto il suo sottoposto Gianpaolo Scafarto (indagato per falso, ndr) gli scrive: «Credo che parlare di tutto con il capo attuale sia stato un errore».

LUIGI MARRONILUIGI MARRONI

 

Il capo, stando alla ricostruzione fatta da Scafarto, sarebbe il capo di Stato Maggiore della Benemerita, Gaetano Maruccia che presto potrebbe essere convocato dagli inquirenti per essere sentito come testimone. Posto che le comunicazioni alla propria scala gerarchica non sono certo un reato (cosa che sembra non aver capito Sessa che potrebbe agevolmente divincolarsi dall' accusa di depistaggio raccontando come sono andate le cose), gli inquirenti vogliono capire come e a che punto della catena quelle informazioni siano uscite dalle stanze dell' Arma per finire dritte dritte alle orecchie degli indagati.

LUCA LOTTILUCA LOTTI

 

Sul punto Sessa ai magistrati ha raccontato di non aver detto nulla al suo superiore diretto, Sergio Pascali, comandante del Noe. Perché così gli fu detto da Woodcock che sapeva, stando alla sua ricostruzione, del rapporto di amicizia che il generale aveva con Saltalamacchia.

 

LUIGI MARRONILUIGI MARRONI

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