teresa principato

MA CHE BELL’AMBIENTINO C'E' AL TRIBUNALE DI PALERMO – LA GIUDICE TERESA PRINCIPATO, NEL SUO LIBRO “SICILIANA”, SGANCIA LA BOMBA SUL “PALAZZO DEI VELENI” E RIVELA IL RAPPORTO DIFFICILE CON I MAGISTRATI CHE TUTTI IMMAGINAVANO FOSSERO “AMICI”: DAL MOMENTO CRITICO CON LA GESTIONE DI PIERO GRASSO CHE LE AVREBBE CONSIGLIATO DI “ANDARE VIA” A FRANCESCO LO VOI CHE LE AVREBBE IMPEDITO DI INDAGARE SULLE COLLUSIONI MAFIA-MASSONERIA EMERSE NELLE INDAGINI SULLA CATTURA DI MATTEO MESSINA DENARO…

Estratto dell’articolo di Francesco La Licata per “la Stampa”

 

Teresa Principato

Non deve essere stata un'operazione indolore quella messa in atto da Teresa Principato - in magistratura dal 1979 e oggi «liberata» dall'età pensionabile - nel momento in cui ha deciso di «svuotare i cassetti» e raccontare sé stessa come donna, madre, magistrato e moglie. […]

Ne è nato un libro (Siciliana, Cronache di una vita di donna e magistrato in prima linea, Edizioni Fuoriscena, in libreria dal 23 gennaio)che non passerà inosservato e farà discutere soprattutto per la «crudezza» di un racconto che consegna al lettore una foto impressionante del famigerato «palazzo dei veleni» di Palermo, già noto alle cronache che hanno descritto le solitudini, le avversità di uomini giusti come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

siciliana teresa principato

 

Storie in parte conosciute, ma ora rilette da una «testimone oculare» che appunta date, particolari e omissioni con una precisione chirurgica e quasi noncurante della sofferenza che ha prodotto sui sentimenti dell'autrice che va avanti senza incertezze quasi come stesse raccontando storie che non la riguardano personalmente. E invece ogni capitolo è parte della sua personale vicenda umana e professionale, come giustamente rivela Anna Finocchiaro, magistrato anche lei e politica, nella prefazione.

È una storia lunga, quella offerta da Teresa Principato.

 

Certo, si tratta di una visione dichiaratamente di parte, ma è il «suo» racconto, una «rivelazione» che l'autrice presenta come «verità» corroborata da minuziosi riscontri. Una «rivelazione» che, siamo certi, provocherà non pochi risentimenti.

Il racconto parte da lontano, dalla fine dei Settanta quando però il Palazzo di giustizia di Palermo era già il luogo dei «veleni», dove un procuratore, Pietro Scaglione, era già stato ucciso tra mille ingiuste maldicenze e dove i vertici di quella magistratura finivano per essere scudo di un maligno intreccio istituzional-mafioso. E la galleria dei personaggi, tutti con nomi e cognomi, descritta dalla Principato, finisce per essere un lungo elenco di nomi discussi e discutibili.

 

piero grasso

Questo inizio è preceduto da una «storia essenziale», quasi di natura psicoanalitica, nella quale l'autrice si spoglia di ogni difesa e confessa il suo problematico rapporto («credito di affetti», dice) coi genitori e con la famiglia più in generale. Un momento della sua infanzia a Naro (profonda provincia) che Teresa Principato non esita a definire «medioevo». E poi la vita borghese tra le province di Agrigento e Caltanissetta dove conosce personalmente personaggi come Calogero Volpe, politico democristiano, ma anche feroce capomafia eppure ospite rispettato dei più accreditati salotti.

 

teresa principato 7

Esattamente come avrà modo di constatare da professionista quando Teresa Principato dovrà occuparsi di mafia e politica, impattando su processi di prima grandezza (Andreotti, Mannino, Dell'Utri, Cuffaro) che metteranno in crisi persino il matrimonio con Roberto Scarpinato, anche lui magistrato antimafia e oggi senatore, troppo preso dall'impegno professionale (soprattutto l'istruttoria su Andreotti) che non lasciava molto tempo per la cura degli affetti personali. Una dedizione totale al lavoro che Teresa individua anche come causa della «distanza» col figlio Giuliano, distanza ricomposta oggi che il ragazzo è diventato uomo.

francesco lo voi

 

Pagina dopo pagina il lettore viene spinto a guardare dentro un pozzo nero, lo «sguardo nell'abisso», popolato di mostri come quelli citati, come gli orribili boss stragisti e assassini, cadenzato da lutti e dolori per i tanti colleghi e amici assassinati durante l'infinita mattanza degli Anni Ottanta e Novanta. Storie rese più dolorose per il difficile rapporto col mondo di quella magistratura.

 

teresa principato 4

Nomi già consegnati alla memoria come «cattivi», per esempio il procuratore Pietro Giammanco, il presidente Curti Giardina o i colleghi trapanesi coinvolti della corruzione venuta fuori in seguito all'assassinio del giudice Ciaccio Montalto. Ma la Principato rivela anche il rapporto difficile con colleghi che l'immaginario colloca invece nella schiera di «amici».

 

[…] rivela un momento critico con la gestione del procuratore Piero Grasso (poi presidente del Senato) che addirittura le avrebbe consigliato di «andare via» e ancor di più col procuratore Francesco Lo Voi, che le avrebbe impedito persino di indagare sulle collusioni mafia-massoneria emerse nelle indagini sulla cattura di Matteo Messina Denaro. Vere e proprie «rivelazioni», queste, per due personaggi (Grasso e Lo Voi) da sempre accreditati come amici di Giovanni Falcone.

matteo messina denaromatteo messina denaro

teresa principato 1teresa principato 5teresa principato 6teresa principato 2teresa principato 3teresa principatotribunale di palermo

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ELETTORI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA DI ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA IMBUFALIRE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA - RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL TUMPUTINIANO SALVINI CHE COME ALTERNATIVA AL GOVERNO FA RIDERE I POLLI…

ursula von der leyen elisabetta belloni

FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA, ELISABETTA BELLONI – SILURATA DA PALAZZO CHIGI, “NOSTRA SIGNORA ITALIA” (GRILLO DIXIT) HA ACCOMPAGNATO LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL SUO VIAGGIO IN INDIA, SI È CIRCONDATA DI UN PICCOLO STAFF CHE INCLUDE GLI AMBASCIATORI MICHELE BAIANO E ANDREA BIAGINI – URSULA, PER FRONTEGGIARE L’URAGANO TRUMP, HA APPIANATO LE TENSIONI CON IL NEO-CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ (LEI ERA LA COCCA DELLA MERKEL, LUI IL SUO PIÙ ACERRIMO RIVALE). PACE FATTA ANCHE CON LA NEMESI, MANFRED WEBER…

emmanuel macron donald trump keir starmer xi jinping elon musk

DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E' RIAVVICINATA DI COLPO ALL'EUROPA, DIMENTICANDO LA BREXIT? DIETRO LA SORPRENDENTE SVOLTA DI KEIR STARMER CI SONO STATI VARI INCONTRI TRA I GRANDI BANCHIERI ANGLO-AMERICANI SPAVENTATI DAL CAOS ECONOMICO CREATO DAI DAZI DI TRUMP E DALLE CRIPTOVALUTE DI MUSK - DI QUI, SONO PARTITE LE PRESSIONI DEL CAPITALISMO FINANZIARIO SU KEIR STARMER PER UNA SVOLTA EUROPEISTA SULL'ASSE PARIGI-LONDRA CHE OPPONGA STABILITÀ E RAGIONEVOLEZZA ALLE MATTANE DELLA CASA BIANCA – ANCHE LA CINA, CHE HA RIPESCATO I VECCHI CAPITALISTI COME IL FONDATORE DI ALIBABA JACK MA, SI STA PREPARANDO A RISPONDERE ALLA DESTABILIZZAZIONE TRUMPIANA (XI JINPING HA NELLA FONDINA UN'ARMA MICIDIALE: 759 MILIARDI DI TITOLI DEL DEBITO USA. UNA VOLTA BUTTATI SUL MERCATO, SALTEREBBE IN ARIA TUTTO...)

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA DAGLI UCRAINI È IL FRUTTO DELLO STOP AMERICANO ALLA CONDIVISIONE DELL’INTELLIGENCE CON KIEV: SENZA L’OCCHIO DELLO ZIO SAM, LE TRUPPE DI ZELENSKY NON RESISTONO – IL TYCOON GODE: I SUCCESSI SUL CAMPO DI PUTIN SONO UN’ARMA DI PRESSIONE FORMIDABILE SU ZELENSKY. MESSO SPALLE AL MURO, L’EX COMICO SARÀ COSTRETTO A INGOIARE LE CONDIZIONI CHE SARANNO IMPOSTE DA USA E RUSSIA A RIAD…

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…