giuseppe ayala paolo borsellino giovanni falcone via d amelio carlo nordio

“IN VIA D'AMELIO INCIAMPAI IN UN TRONCO ANNERITO, ERA IL CORPO DI PAOLO BORSELLINO” – GIUSEPPE AYALA, EX PM DEL POOL ANTIMAFIA, RICORDA LA STRAGE DEL 19 LUGLIO 1992: “CI SONO ANCORA ZONE D'OMBRA SUL DEPISTAGGIO, SU QUELL'AGENDA ROSSA CHE NON È MAI STATA TROVATA” – “COSA NOSTRA HA CAMBIATO STRATEGIA: NON AMMAZZA PIÙ, NON FA PIÙ STRAGI, È PIÙ DEBOLE” – SUL CONCORSO ESTERNO, CHE IL MINISTRO NORDIO VORREBBE ABOLIRE: “È UN REATO MOLTO DEFINITO E FISSATO DA CRITERI BEN PRECISI”

Estratto dell’articolo di Laura Anello per “La Stampa”

 

giuseppe ayala

Lui c'era, in mezzo al fumo, all'asfalto sventrato, ai corpi di Borsellino e dei suoi cinque agenti di scorta in via D'Amelio. Era lì il 19 luglio del 1992 Giuseppe Ayala, magistrato di lungo corso, pm del primo maxiprocesso, amico di Falcone e di Borsellino, parlamentare nell'anno delle stragi.

 

«Abitavo lì vicino – racconta Giuseppe Ayala –, ho sentito un botto incredibile e mi sono precipitato, in mezzo al fumo. Lì sono inciampato in qualcosa che all'inizio non avevo capito che cosa fosse, era un tronco annerito, senza braccia né gambe, color carbone, ci ho messo qualche istante a capire che era Paolo».

 

paolo borsellino giuseppe ayala giovanni falcone

A trentuno anni dalle stragi, il ministro della Giustizia Nordio ha sollevato un vespaio annunciando la volontà di abolire il reato di concorso esterno, prima di essere stoppato dalla premier Meloni. Lei che cosa ne pensa?

«Io credo che dopo le parole di Meloni, il tema sia abbondantemente chiuso. Conosco e stimo molto il ministro Nordio, siamo entrati in magistratura insieme, ma le sue prime sortite a riguardo mi hanno molto sorpreso. Mi pare non ci sia alcuna esigenza di tipicizzare, termine che usa il ministro, un reato che mi sembra molto definito e che viene fissato da criteri ben precisi in una sentenza del 2005 […]».

 

[…] Il fratello di un agente di scorta di Borsellino, Luciano Traina, ci ha detto che lo Stato ha fallito su tutti i fronti contro la mafia, che non l'ha voluta combattere. Lei che bilancio fa?

strage via d'amelio 2

«La cosa più importante da sottolineare è che Cosa nostra ha cambiato strategia: non ammazza più, non fa più stragi, è più debole, anche se non del tutto debellata. Lo Stato si è attrezzato e ha messo a segno colpi importanti. L'arresto di Matteo Messina Denaro è uno di questi, seppur tardivo, seppure denso di interrogativi, anche se io non credo alle teorie dietrologiche sul fatto che sia stato un arresto, per così dire, concordato.

 

Forse bisogna ricordarsi più spesso che fino al 29 settembre 1982 nel codice penale italiano non esisteva la parola mafia, fu introdotta dopo l'uccisione del generale Dalla Chiesa. La mafia è un fenomeno umano, ha avuto un suo inizio a avrà una sua fine, come diceva Falcone. Non so quando succederà, ma mi piacerebbe moltissimo esserci».

 

Non crede che ci siano ancora delle zone d'ombra da chiarire nelle stragi?

strage via d'amelio 1

«Certo che sì, soprattutto sulla fine di Paolo, sul depistaggio, su quell'agenda rossa che non è mai stata trovata. La speranza dopo trentuno anni si è affievolita, ma è ancora viva».

 

Agenda rossa contenuta nella borsa su cui lei è un testimone prezioso. Ha raccontato di essersela ritrovata in mano in mezzo alle macerie e di averla consegnata a un ufficiale dei carabinieri in divisa. Ma Giovanni Arcangioli, l'ufficiale dei carabinieri fotografato in maniche di camicia con la borsa in mano, sostiene che gliela portò, la aprì davanti a lei e al suo collega Giovanni Teresi e che constataste insieme che era vuota.

«Come ho già detto, è pura invenzione».

CARLO NORDIO

 

Secondo la Cassazione, la trattativa Stato-mafia non c'è mai stata.

«Io sono un magistrato all'antica, le sentenze le rispetto». […]

giuseppe ayalagiuseppe ayalavia d'amelioCODICE NORDIO - POSTER BY MACONDOGIOVANNI FALCONE GIUSEPPE AYALA

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