volodymyr zelensky joe biden vladimir putin bombe grappolo

GLI EUROPEI NON DANNO ARMI ALL’UCRAINA PERCHÉ NON NE HANNO NEMMENO PER DIFENDERSI – SE PUTIN DECIDESSE DI ATTACCARE DAL CIELO LA NATO, NEI PAESI BALTICI O IN POLONIA, SFONDEREBBE SENZA PROBLEMI: L’ALLEANZA ATLANTICA HA IL 5% DELLA CAPACITÀ DI DIFESA AEREA PER PROTEGGERE L’EUROPA CENTRO-ORIENTALE DA UN ATTACCO SU LARGA SCALA – GLI USA TEMONO IL “NERVOSISMO” DI “MAD VLAD” DOPO GLI ATTACCHI UCRAINI AI RADAR NUCLEARI, E LAVROV ABBAIA: “CON I MISSILI USA A KIEV, CI SARANNO MISURE DI DETERRENZA NUCLEARE…”

joe biden a kiev con zelensky 5

FT NATO HA 5% DI POTENZA AEREA NECESSARIA PER DIFENDERSI A EST

(ANSA) - La Nato è in grado di fornire meno del 5% delle capacità di difesa aerea ritenute necessarie per proteggere i suoi membri in Europa centro-orientale da un attacco su larga scala. Lo scrive il Financial Times, citando stime dell'Alleanza Atlantica.

 

Per il quotidiano della City, ciò mette a nudo la portata delle vulnerabilità del continente. Il rafforzamento della difesa europea sarà un dossier centrale al vertice Nato che si terrà a luglio a Washington, in vista del quale si riuniranno oggi a Praga i ministri degli Esteri dell'Alleanza.

 

Alcuni leader europei e funzionari militari, scrive ancora il Ft, hanno avvertito che Mosca potrebbe avere la capacità di attaccare un membro della Nato entro la fine del decennio. In una revisione della difesa dello scorso anno, Londra ha descritto la "sfida della protezione contro gli attacchi dal cielo" come "la più acuta da oltre 30 anni".

 

VOLODYMYR ZELENSKY JOE BIDEN - VIGNETTA BY OSHO

Per il Ft, il fallimento degli Stati europei della Nato negli ultimi mesi nel fornire ulteriori attrezzature di difesa aerea all'Ucraina ha sottolineato le limitate scorte del continente di questi sistemi costosi e di lenta fabbricazione, ma ha anche stimolato una serie di iniziative per cercare di trovare soluzioni, come lo Sky Shield, promosso da Berlino, e la richiesta di Polonia e Grecia alla Commissione europea di contribuire allo sviluppo di un sistema di difesa aerea europeo. Intanto crescono le preoccupazioni della Nato alimentate dalla proliferazione di droni d'attacco a basso costo e a lungo raggio, come quelli usati dalla Russia contro l'Ucraina.

 

WP, 'USA TEMONO NERVOSISMO MOSCA DOPO ATTACCHI A RADAR NUCLEARI'

GLI ATTACCHI DELL UCRAINA IN TERRITORIO RUSSO

(ANSA) - Gli Stati Uniti temono che i recenti attacchi di droni ucraini che hanno preso di mira i sistemi di allerta nucleare russi possano innervosire pericolosamente Mosca, in un momento in cui l'amministrazione Biden sta valutando se revocare le restrizioni all'uso di armi Usa da parte dell'Ucraina negli attacchi oltre confine.

 

"Gli Stati Uniti sono preoccupati per i recenti attacchi dell'Ucraina contro i siti russi di allarme precoce dei missili balistici", ha dichiarato un funzionario statunitense, che ha parlato a condizione di anonimato per via della delicatezza della questione. Washington ha comunicato a Kiev le sue preoccupazioni per i due tentativi di attacco dell'ultima settimana contro le stazioni radar che forniscono una difesa aerea convenzionale e l'allarme di lanci nucleari da parte dell'Occidente. Almeno un attacco ad Armavir, nella regione russa sud-orientale di Krasnodar, sembra aver causato alcuni danni.

 

volodymyr zelensky joe biden incontro alla casa bianca 2

“Questi siti sono luoghi sensibili perché la Russia potrebbe percepire che le sue capacità di deterrenza strategica sono prese di mira, il che potrebbe minare la capacità della Russia di mantenere la deterrenza nucleare contro gli Stati Uniti”. Un funzionario ucraino che ha familiarità con la questione, tuttavia, ha affermato che la Russia ha utilizzato i siti radar per monitorare le attività dell’esercito ucraino, in particolare l’uso da parte di Kiev di armi aeree, come droni e missili. Il funzionario ha confermato che la Direzione dell’intelligence militare ucraina, il Gur, è responsabile degli attacchi.

 

lavrov putin

UCRAINA: LAVROV, ‘MISURE DI DETERRENZA NUCLEARE SE MISSILI USA IN EUROPA E ASIA’

(Adnkronos) - La Russia potrebbe adottare misure nel campo della deterrenza nucleare se gli Stati Uniti dispiegheranno missili a corto e medio raggio in Europa e in Asia. Lo ha riferito il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov intervistato dalla Ria Novosti. ''Gli Stati Uniti e la Nato sono pienamente coinvolti nel conflitto in Ucraina e non si fermeranno davanti a nulla'', ha aggiunto.

 

"Tuttavia, speriamo che le esercitazioni russe e bielorusse in corso sull'uso di armi nucleari non strategiche diano ai nostri avversari una pausa di riflessione, ricordando loro le conseguenze catastrofiche che potrebbero derivare da un'ulteriore escalation nucleare", ha detto Lavrov.

JOE BIDEN E VOLODYMYR ZELENSKY AL VERTICE NATO DI VILNIUS volodymyr zelensky joe biden incontro alla casa bianca 4

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA