evasione fiscale fisco tasse giorgia meloni

GLI EVASORI FISCALI RAPPRESENTANO IL MAGGIORE PARTITO D'ITALIA. ECCO PERCHÉ LA DUCETTA SBANDIERA UN “FISCO AMICO” – I CITTADINI EVADONO 83 MILIARDI L'ANNO: UN TESORO CON CUI SI POTREBBERO COPRIRE TUTTI I COSTI DELLA SCUOLA, DUE TERZI DELLA SPESA SANITARIA O LA METÀ DI QUEL CHE LO STATO HA INVESTITO PER I BONUS EDILIZI – L'ULTIMA “ROTTAMAZIONE” DELLE CARTELLE FISCALI È STATO VARATO DALLA MELONI. MA PRIMA C'ERANO STATI I CONDONI FIRMATI RENZI, GENTILONI E CONTE. E ANCHE MONTI E DRAGHI…

Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera per “la Stampa”

 

maurizio leo giorgia meloni

Ottantatré miliardi di euro. Con ottantatré miliardi di euro l'Italia potrebbe onorare tutti gli interessi sull'enorme montagna del debito pubblico. Ottantatré miliardi di euro sono l'equivalente di due terzi della spesa sanitaria, molto di più di quel che lo Stato si può permettere di spendere per la scuola pubblica - circa cinquanta miliardi - la metà di quel che i contribuenti hanno investito per i costosissimi bonus edilizi. Con ottantatré miliardi si può pagare un quarto dell'intera spesa per assistenza e pensioni: 322 miliardi l'anno, con la Grecia la più costosa dell'Unione a Ventisette.

fisco - evasione fiscale - la stampa

 

[…]  Gli ultimi dati disponibili sono del 2021. In quell'anno gli italiani non hanno versato al fisco 73 miliardi di imposte, ai quali vanno aggiunti i contributi previdenziali non versati.

 

La buona notizia è che con il passare degli anni, grazie soprattutto alla tecnologia e ai controlli telematici, le cose migliorano. Al netto dei contributi locali - noi italiani evadiamo anche quelli - nel 2017 il totale delle imposte non pagate erano poco meno di novanta miliardi, per la precisione 89,2. Sono scese a 84,2 nel 2018, 80,3 nel 2019, 68,5 nel 2020, 66,5 nel 2021.

 

GIORGIA MELONI E LE TASSE - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Il totale delle somme evase è sceso sotto la soglia psicologica dei cento miliardi nell'anno della pandemia, e nonostante la forte ripresa dell'economia ha continuato a scendere. La cattiva notizia è che si tratta ancora di un fenomeno endemico, una delle voci costanti delle raccomandazioni della Commissione europea all'Italia.

 

Fino a metà degli anni duemila i governi di centrodestra non hanno avuto remore ad introdurre veri e propri condoni di massa, fiscali, edilizi, delle somme depositate illecitamente all'estero. L'abitudine alle sanatorie non è passata, ma i governi oggi agiscono con più cautela, limitando le possibilità di perdono fiscale.

 

dati su evasione fiscale in italia - la stampa

L'ultima «rottamazione» delle cartelle fiscali - oggi si chiamano così - l'ha varata il governo Meloni. Le precedenti le avevano decise quelli di Giuseppe Conte (il primo dei due), e poi Paolo Gentiloni e Matteo Renzi. Ciascuno dei governi che si sono succeduti nell'ultimo decennio ha scelto una soluzione semantica all'ipocrisia dei condoni.

 

Mario Monti permise «l'annullamento» dei debiti fino a mille euro. Enrico Letta varò una «definizione agevolata dei ruoli», Mario Draghi un limitato «stralcio delle cartelle», con scorno di Matteo Salvini, che delle sanatorie è da sempre un grande fan. Allora si decise di non perdonare più di cinquemila euro, tenuto conto dei redditi. Ma quando si presentò in conferenza stampa dopo il consiglio dei ministri l'ex governatore della Banca centrale europea lo ammise con sincerità: «Sì, è un condono». Ma «permetterà all'amministrazione di perseguire la lotta all'evasione anche in modo più efficiente».

 

GENTILONI RENZI 6

Draghi non mentiva, ed è forse l'aspetto più odioso della faccenda: più aumenta la mole di somme non riscosse, più si accumula arretrato sulle scrivanie dell'Agenzia delle Entrate, complicando il lavoro di chi lo deve gestire.

 

L'ultimo aggiornamento del «carico residuo contabile» dice che mancano all'appello la bellezza di 1.200 miliardi di euro. Una volta esclusi deceduti, falliti e nullatenenti, restano 502,5 miliardi di «contribuenti già sottoposti ad azione cautelare od esecutiva».  Quei cinquecento miliardi di euro - scriverlo per esteso fa più effetto - sono evasione accertata di chi è riuscito ad avere la meglio sullo Stato.

 

GIORGIA MELONI MARIO MONTI

I poteri dell'Agenzia delle Entrate negli anni sono aumentati, ma resta quasi impossibile accedere ai conti correnti degli italiani. Una norma che dovrebbe facilitare l'opera è stata introdotta anche nell'ultima Finanziaria, ma fin qui non attuata. Il governo Meloni sembra invece deciso a non far crescere ulteriormente la montagna dell'arretrato: di qui in poi, ciò che l'amministrazione non riuscirà ad incassare entro cinque anni, verrà sostanzialmente cancellato.

 

Piaccia o no, è una soluzione. La storia ci racconta che non è nemmeno la prima volta. L'articolo 19 del decreto legislativo 112 del 1999 (a Palazzo Chigi c'era Massimo D'Alema) avrebbe dovuto permettere di non accumulare più di tre anni di arretrati: quella norma non fu mai attuata.

 

matteo salvini giuseppe conte

Non è ovvio dover constatare che le ragioni di tutto ciò affondano le radici in un Paese che (molto spesso) non offre servizi all'altezza dell'alta pressione fiscale (soprattutto sui redditi medio bassi dei lavoratori dipendenti) e un sistema di regole che dà il mal di testa a chiunque.

 

[…]

 

Maurizio Leo, colui al quale Giorgia Meloni ha affidato il compito di riformare il sistema, ricorda spesso che le sanzioni in Italia superano il cento per cento delle somme non pagate, mentre nella media europea non si supera il 60. Il fisco italiano altro non è che l'altra faccia del patto mai rispettato fra Stato e contribuente, e viceversa.

evasione fiscale 2

giuseppe conte matteo salvini

giorgia meloni e il pizzo di stato - vignetta by emiliano carli

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…