multa multe

CHE SUP-POSTE! IL GOVERNO FA UN FAVORE A POSTE ITALIANE PROROGANDO LA CONCESSIONE PER LA NOTIFICA DELLE MULTE - E’ UN SERVIZIO IN MONOPOLIO CHE AL GRUPPO PORTA 300 MILIONI L’ANNO MA SE FOSSE LIBERALIZZATO AI CITTADINI NON COSTEREBBE 14 EURO MA LA METÀ, COME IN TUTTA EUROPA

Paolo Bracalini per “il Giornale”

francesco caiofrancesco caio

 

Quando si riceve una multa per un divieto di sosta o per un eccesso di velocità oltre al costo della sanzione, già spiacevole di per sé, si aggiunge quello per le spese di notifica del verbale, importo che va non al Comune ma a Poste italiane. La cifra non è del tutto irrilevante: quasi 15 euro cadauna, una mini-tassa sulle multe cresciuta costantemente negli anni fino all' ultimo ritocco del 2015 (deciso per rimborsare Poste dei costi per «l' adeguamento di software e hardware» legati al servizio).

 

Costo che sale e mai scende per un semplice motivo: trattasi di un monopolio, nessun operatore privato può infatti recapitare le multe e gli atti giudiziari perché per legge può farlo solo Poste. Un bel privilegio a cui i vertici della società guidata da Francesco Caio tengono moltissimo, anche perché vale più di 300 milioni di euro l' anno (329 per la precisione nell' ultimo bilancio).

 

poste italianeposte italiane

Si spiega perché l' ad di Poste, in audizione in Parlamento, ha chiesto esplicitamente al governo la proroga della concessione in esclusiva del servizio (la cosiddetta «riserva legale») per altri cinque anni, perché «è per noi un elemento molto importante per sostenere la trasformazione che ci siamo impegnati a fare - ha detto Caio - andare a modificare questa riserva per noi ha un impatto significativo».

 

Il lamento di Poste in effetti non è caduto nel vuoto. La maggioranza su input governativo, nonostante diversi emendamenti chiedessero di far decadere la riserva legale già a partire dallo scorso giugno, alla fine l' ha prorogata per un altro anno, fino al giugno 2017, facendo così tirare un bel respiro di sollievo alle Poste che possono contare ancora sul business milionario delle notifiche in regime di monopolio.

 

MULTE ROMAMULTE ROMA

Per chi invece paga le multe la notizia è meno positiva. Se il servizio fosse liberalizzato, come accade in tutti gli altri paesi europei con l' eccezione di Portogallo e Ungheria, si spenderebbe la metà per la notifica di una multa. Il valore medio di mercato per una raccomandata è infatti attorno ai 7/8 euro, come rimarca l' associazione delle aziende private di recapito e distribuzione postale, rappresentate da Fise Are (Confindustria) che lamenta: «La proroga del monopolio ricadrà interamente sui cittadini sui quali gravano i costi di notifica maggiorati di quasi il 100% rispetto ai prezzi medi di mercato».

 

images jpegimages jpeg

Anche l' Agcom ha segnalato l' anomalia poiché «non si ravvisano i requisiti e il razionale giuridico ed economico affinché tali servizi non possano essere offerti anche da operatori concorrenti» si legge in una delibera Agcom sulle tariffe postali. L' autorità ha anche detto che «i servizi offerti in esclusiva da Poste Italiane hanno generato rilevanti extraprofitti con la conseguenza che i soggetti che hanno richiesto tale servizio hanno corrisposto un prezzo più elevato di quello orientato ai costi, senza avere la possibilità di rivolgere le proprie preferenze a favore di altri fornitori concorrenti». Basti pensare che in Italia il mercato postale è in mano a Poste per il 90%. Liberalizzare il mercato postale potrebbe abbassare le tariffe, e magari migliorare il servizio, non proprio infallibile, delle Poste, malgrado gli assist governativi.

poste italianeposte italiane

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…