new york

GRATTACIELI, CHE GRATTACAPO! - NEW YORK NON SA COSA FARSENE DEI SUOI PALAZZI MASTODONTICI, CHE A CAUSA DELLA PANDEMIA E DELLO SMART WORKING SONO RIMASTI VUOTI - PER IL "NYT" NON E' UNA CATTIVA NOTIZIA: "NEW YORK STA SUBENDO UNA METAMORFOSI DA CITTÀ DEDICATA ALLA PRODUTTIVITÀ A CITTÀ COSTRUITA INTORNO AL PIACERE" - MA BISOGNA PRIMA RISOLVER I PROBLEMI DEL CARO-AFFITTI E DELLA CRIMINALITÀ CHE DILAGA A MANHATTAN…

Estratto dell'articolo di Simona Siri per “la Stampa”

 

new york grattacieli

La pandemia sta cambiando New York e i suoi simboli, quei grattacieli svuotati dallo smart working e in cerca di una nuova funzione. Tutta la Grande Mela è in evoluzione da capitale del business a metropoli vivibile e turistica. […]

 

È in trasformazione, […] alla ricerca di una nuova identità, un nuovo “vibe”. «New York sta subendo una metamorfosi da città dedicata alla produttività a città costruita intorno al piacere», hanno scritto sul New York Times Edward L. Glaeser e Carlo Ratti, rispettivamente presidente del Dipartimento di economia di Harvard e direttore del Senseable City Lab del Mit.

 

new york grattacieli

Il riferimento è al fatto che gran parte della forza lavoro non è ancora tornata in ufficio – si parla di uffici occupati al 50% rispetto al pre pandemia e di spazi vuoti pari a 26 grattacieli Empire State Building - e che forse non lo farà mai, ormai abituatasi a uno stile di vita ibrido: tra giorni in ufficio, dal martedì al giovedì, e il resto a casa[…]

 

«Il futuro economico di New York dipende dall’abbracciare questo passaggio dalla vocazione alla ricreazione e garantire che i newyorkesi vogliano trascorrere le loro notti in centro, anche se trascorrono le loro giornate su Zoom», scrivono Glaeser e Ratti spiegando come ci si arriva a creare questa nuova realtà: ponendo fine alle zone a uso singolo e creando quartieri a «uso misto e a reddito misto che portino biblioteche, uffici, cinema, negozi di alimentari, scuole, parchi, ristoranti e bar più vicini». […] «Stiamo assistendo all’alba di un nuovo tipo di area urbana: la città dei giochi».

 

new york grattacieli

La riqualifica di interi quartieri e la trasformazione di uffici in appartamenti nel tentativo di soddisfare la fame di case che è uno dei problemi endemici della città – insieme al caro affitti: la media ha superato i 4 mila dollari - è un passo cruciale, ma non è il solo. L’altro riguarda il turismo e i dati in questo senso sono confortanti: l’anno scorso, New York ha raggiunto l’85% del suo volume pre-pandemia, ricevendo 56,7 milioni di visitatori.

 

manhattan 6

«Quest’anno, si prevede che la città accoglierà 63,3 milioni di visitatori e si riprenderà completamente nel 2024», ha dichiarato Fred Dixon, presidente e ad di New York City Tourism + Conventions. Lo scorso 21 aprile si è verificato il record di viaggi in metropolitana, quattro milioni: l’ultima volta era stato a marzo 2020. Pur con la scarsità della forza lavoro, sia l’industria dell’intrattenimento sia quella della ristorazione si sono riprese: non solo i ristoranti di New York sono pieni - specialmente sul presto: le sei sono le nuove otto - ma ogni settimana ne aprono di nuovi. Idem per le produzioni televisive e cinematografiche, per gli eventi sportivi, per quelli musicali.

manhattan 2

 

Se altri quartieri ancora faticano, Manhattan ha recuperato e anzi aumentato la propria popolazione, con un aumento di quasi il 4% dei residenti tra gennaio 2018 e ottobre 2022. Anche il crimine, dopo l’impennata del 2020-2022, si sta riducendo: secondo la polizia, a marzo di quest’anno si è registrato un calo del 26,1% delle sparatorie rispetto all’anno scorso, con una diminuzione degli omicidi dell’11,4%.

 

manhattan 3

«Ci sono due tipi di persone al mondo: quelli che vivono a New York e quelli che vorrebbero poterlo fare», ha dichiarato il sindaco Eric Adams durante l’annuncio del logo della nuova campagna. Dal famoso «I love NY» - creato nel 1977 dal graphic designer Milton Glaser – si è passati a «We love NY» ovvero il “noi” ha sostituito l’“io” a significare una vocazione meno individualista. […]

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