bucha ucraina

GROZNY, ALEPPO, BUCHA, MARIUPOL: LA BRUTALITÀ RUSSA SI RIPETE - MOSCA NEGA I CRIMINI DI GUERRA IN UCRAINA, COME FECE NEL 1940 CON L'ECCIDIO DEGLI UFFICIALI POLACCHI A KATYN, O CON LE "PULIZIE" DEI CECENI E L'AVVELENAMENTO DEGLI OPPOSITORI: È LA BANALITÀ DEL MALE DEGLI AUTORITARISMI - IL POLITOLOGO RUSSO GALYAMOV: "A BUCHA È STATA LA VIOLENZA SPONTANEA DEI SOLDATI O UN ORDINE DEL PARTITO DELLA GUERRA CHE VUOLE SILURARE IL NEGOZIATO?"

Anna Zafesova per “La Stampa

 

MASSACRO A BUCHA 4

«Mai più». In Europa, il mantra, scritto su monumenti e manifesti, vorrebbe scongiurare un orrore impossibile, rimasto nella memoria dalla guerra più crudele mai sperimentata finora. In Russia, sugli adesivi appiccicati ai parabrezza e sui quaderni scolastici, sulle fiancate dei missili e sugli striscioni alle manifestazioni, si scrive «Possiamo replicare». Non è uno scongiuro, è una minaccia.

 

Una promessa. Un auspicio. Un modello. E le repliche sono state messe in scena, più e più volte. Grozny. Aleppo. Donbass. Bucha.

 

MASSACRO A BUCHA 3

Quello che ha colpito l'immaginazione del mondo, nelle guerre russe degli ultimi decenni, è stata quella spietatezza indiscriminata, lo sfoggio di brutalità inutile, senza alcun criterio non soltanto di umanità, ma di ragionevolezza nell'utilizzare la forza bellica.

 

MASSACRO A BUCHA 2

La distruzione come metodo di conquista, con Mariupol come monumento più recente a questo modello di guerra. Lo sterminio come metodo di sottomissione di un popolo che si dichiara "fratello".

 

MASSACRO A BUCHA 1

Il politologo russo Abbas Galyamov si chiede se la strage dei civili a Bucha sia stata una «violenza spontanea dei soldati e ufficiali russi per vendicarsi della loro umiliante sconfitta», oppure se sia avvenuta «per ordine del partito della guerra che vuole silurare il negoziato», e confessa che preferirebbe la seconda ipotesi, perché non vuole «credere che cittadini russi siano capaci in massa di atrocità così epiche».

 

immagini dal massacro di bucha in ucraina

Che però sono già state commesse diverse volte, e non sono state degli incidenti, delle eccezioni, degli eccessi scappati di mano, sono state stragi volute, e negate con la stessa veemenza con la quale il Cremlino oggi nega Bucha.

 

Come aveva negato nel 1940 l'eccidio degli ufficiali polacchi a Katyn, attribuendolo a un "fake" dei tedeschi. Come aveva negato nel 2000 le "zachistke", le "pulizie" dei ceceni, che facevano sparire dai villaggi tutti gli abitanti di sesso maschile, portati a torturare nei "campi di filtraggio", oppure uccisi per le strade, esecuzioni sommarie, esattamente come a Bucha.

 

immagini dal massacro di bucha in ucraina

Come aveva negato l'uso di armi chimiche in Siria, l'avvelenamento di oppositori, le torture nelle carceri: era sempre una «provocazione dei media occidentali», volta a screditare un Paese che non ha mai ammesso nessuna colpa e non ha mai chiesto scusa o almeno manifestato rammarico per nulla.

 

Quando, nel 1945, l'Armata Rossa si portò via dalla Germania treni interi - gli aneddoti sulle mogli degli ufficiali sovietici che sfoggiavano le sottovesti di pizzo delle tedesche, scambiandole per abiti da sera, sono ormai storia, come i lampadari e i divani art decò nelle dacie di celebri scrittori e generali - gli europei considerarono questo saccheggio la ricompensa per un popolo poverissimo, e il suo sacrificio.

 

immagini dal massacro di bucha in ucraina

Quarant'anni dopo, con il crollo del Muro, gli ex sovietici scoprirono che i tedeschi che avevano sconfitto vivevano infinitamente meglio dei vincitori. Ottant'anni dopo, quella guerra terribile viene sognata dai russi come il momento più intenso e giusto della propria storia, un trionfo di violenza che giustifica una missione nazionale, una vittoria conseguita all'insegna del motto staliniano «se il nemico non si arrende, va annientato».

 

immagini dal massacro di bucha in ucraina

Volodymyr Zelensky oggi si chiede, insieme a quel 5% dei russi che nei sondaggi dichiarano di provare "vergogna" per il proprio Paese come hanno potuto le madri russe tirare su "saccheggiatori e carnefici". Una risposta possibile si nasconde in quel culto della guerra, che equipara forza e violenza, e considera la grandezza come diritto a imporre e sottomettere.

 

UCRAINA - CADAVERI IN STRADA A BUCHA

«La Russia è un Paese governato dai forti, le leggi sono riservate ai deboli», sintetizza un pensiero nazionale radicato il politologo Vladimir Pastukhov, in uno degli ultimi numeri della Novaya Gazeta ormai chiusa.

 

Se le dittature resistono per decenni, non è soltanto perché reprimono il dissenso: creano una piramide della violenza, nella quale ciascuno accetta di venire abusato dal superiore, in cambio del diritto di abusare dei sottoposti.

 

ucraina fossa comine a bucha

Una sorta di nonnismo su scala nazionale, dove i generali mandano gli ufficiali a morire senza munizioni per accontentare il capo supremo, tenenti e capitani si premiano saccheggiando le case ucraine, e i soldati affamati raccattano possono sentirsi parte di una "potenza" violentando e uccidendo civili con le mani legate.

 

ucraina la mano di un civile ucciso

È la banalità del male degli autoritarismi, ed è quella la diversità dalla civiltà occidentale che la Russia rivendica da anni, quel "difetto genetico" che, secondo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, impedisce all'Europa di accettare la Russia.

 

ucraina bucha

Ogni volta che Mosca ha fatto un passo indietro rispetto a all'Occidente è stato proprio per difendere il diritto sovrano a usare la forza: i primi screzi delle critiche europee alle pulizie etniche dei ceceni sono diventati crepe con la repressione degli oppositori e dei media liberi, e voragini con i brogli elettorali e la discriminazione delle persone Lgbtq.

 

ucraina un civile ucciso a irpin

Non è stato il famigerato "accerchiamento della Nato", a spingere la Russia putiniana lontano dall'Europa, ma il rifiuto di un sistema dove avere potere non significa automaticamente poter massacrare impunemente gli avversari. Grozny. Aleppo. Bucha. Mariupol. To be continued.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO