ESPERIMENTI BESTIALI - LA GUARDIA DI FINANZA HA SCOPERTO UN SISTEMA DI CORRUZIONE E ABUSI NELL’UNIVERSITÀ "MAGNA GRECIA" DI CATANZARO - LE INDAGINI SONO PARTITE DOPO LA DENUNCIA DELL'EX RESPONSABILE DI LABORATORI, CHE AVEVA RACCONTATO DI LOCALI PER LA RICERCA NON CONFORMI E DI ANIMALI MALTRATTATI E UCCISI CON METODI FEROCI - IL RETTORE DELL'ATENEO, GIOVAMBATTISTA DE SARRO (FINITO AI DOMICILIARI) AVREBBE CREATO UNO SCHEMA PER OTTENERE DALLO STATO UN FINANZIAMENTO DI DUE MILIONI DI EURO: I VETERINARI DELL’AZIENDA SANITARIA CATANZARESE ATTESTAVANO LA REGOLARITÀ DEI LABORATORI E IL TRATTAMENTO DEGLI ANIMALI, IN CAMBIO DI...
UNIVERSITA MAGNA GRECIA DI CATANZARO
Carlo Macrì per il "Corriere della Sera"
Animali da laboratorio maltrattati e uccisi con metodi feroci. Locali fatiscenti, sporchi e bui utilizzati per la ricerca scientifica universitaria. È il quadro che si è presentato agli occhi della Guardia di Finanza di Catanzaro che ha scoperto un sistema di corruzione e abusi gestito dall’ex Rettore dell’Ateneo Magna Grecia di Catanzaro, Giovambattista De Sarro, finito ai domiciliari.
Per la procura era lui a capo della presunta organizzazione a delinquere. Dodici in tutto le misure cautelari emesse dal Gip nei confronti di veterinari dell’Azienda sanitaria catanzarese e docenti dell’Università: per 11 sono stati disposti i domiciliari, per un dipendente dell’Asp l’interdizione per 12 mesi dal lavoro. Complessivamente sono 21 gli indagati.
Tra questi il cardiologo Ciro Indolfi, presidente della Federazione italiana di Cardiologia, e il farmacologo Vincenzo Mollace, entrambi accusati di maltrattamento e uccisione di animali. Le persone ai domiciliari, invece, dovranno difendersi dalle accuse di associazione a delinquere, corruzione, falso, truffa aggravata ai danni dello Stato, maltrattamenti e uccisioni di animali.
UNIVERSITA MAGNA GRECIA DI CATANZARO
L’inchiesta «Grecale», ha accertato che in cambio di ispezioni pilotate per attestare la regolarità dei laboratori e, soprattutto, il trattamento degli animali, i veterinari dell’Asp erano ben remunerati. C’era chi otteneva una docenza nell’Ateneo, chi aveva sistemato la propria figlia grazie a un concorso «truccato» e chi, invece, si accontentava di soldi. A due di loro i finanzieri hanno sequestrato 23.222 euro.
Il rettore De Sarro e i suoi accoliti, avevano messo insieme i pezzi per ottenere dallo Stato un maxi finanziamento di due milioni di euro per un progetto di ricerca. Per incassare quei soldi era necessario, però, avere laboratori efficienti e adeguati. Tutto doveva apparire in ordine. Ogni atto doveva attestare la regolarità del progetto che prevedeva in primo luogo la salvaguardia degli animali. Il responsabile della gestione dei laboratori detti «stabulari», Nicola Costa, aveva fatto presente che le condizioni dei locali adibiti alla sperimentazione non erano conformi per nessun ricerca, proprio perché inadeguati e sporchi. In seguito al suo parere Costa è stato esautorato dall’incarico.
Dalle sue denunce è nata poi l’inchiesta. L’ex responsabile dei laboratori ha raccontato episodi agghiaccianti: topi uccisi sbattendoli al muro o decapitati senza anestesia. Una vera tortura di cui veterinari e Rettore sarebbero stati consapevoli.
La Finanza ha sequestrato due laboratori, uno al Campus universitario e l’altro a Roccelletta di Borgia. «Se fossero confermate le accuse saremmo di fronte a un quadro gravissimo di diffusa illegalità, fra truffe e favoritismi», dice la deputata Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la tutela dell’ambiente. «La sanità calabrese si cambia con la responsabilizzazione. Non sono ammesse leggerezze o opacità», ha affermato il governatore Roberto Occhiuto.