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TOGHE ROTTE – BRUTI MOLLA: “TRA NON MOLTO TEMPO ANDRÒ IN PENSIONE” -ORA SPUNTA UN ALTRO FASCICOLO SPARITO, DOPO UN ANNO DI SILENZIO ROBLEDO LO PORTÒ LUI PERSONALMENTE
1. “BRUTI LIBERATI SCRIVE AI PM: PRESTO VADO IN PENSIONE”
Da “il Giornale”
«Tra non molto tempo andrò in pensione ma ora si tratta di rilanciare l’orgoglio di appartenere ad una Procura storica», ha scritto ai pm di Milano il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati. Nella lettera Bruti (indagato a Brescia dopo l’esposto del suo vice) fa riferimento allo scontro con l’aggiunto Alfredo Robledo e convoca un’assemblea dei sostituti per il 6 novembre.
2. “ROBLEDO, BRUTI E IL FASCICOLO SPARITO”
Gianni Barbacetto per “il Fatto Quotidiano”
CAMERA ARDENTE DI GERARDO DAMBROSIO ALFREDO ROBLEDO
La nuova accusa del procuratore aggiunto Alfredo Robledo al suo capo Edmondo Bruti Liberati è di aver fatto sparire un fascicolo che lo riguarda. Lo scrive nell’esposto inviato ieri al Consiglio giudiziario di Milano (l’articolazione locale del Consiglio superiore della magistratura), in cui racconta la storia delle calunnie ricevute nel 2012 ma scomparse nel nulla.
Protagonista, un maresciallo della Guardia di finanza in servizio presso la procura di Milano, Davide D’Agostino, che due anni fa firma un rapporto in cui riferisce che una cardiologa dell’ospedale di Niguarda sostiene che Robledo, durante le partite di golf nel club di Monticello Brianza, racconta le inchieste milanesi al suo compagno di gioco, il quale va poi a riferire a Silvio Berlusconi.
La cardiologa è Maria Vicario, grande amica di Roberto Formigoni, che per il maresciallo “fa parte della fascia esterna dei servizi di sicurezza”; per la procura di Milano è una falsaria messa poi sotto inchiesta per essersi inventata inesistenti rapporti di conoscenza con Ilda Boccassini e perfino lettere del presidente Giorgio Napolitano. Robledo, che non ha mai giocato a golf in vita sua, smentisce e deposita una denuncia a Bruti: a tutela della sua persona, ma anche “del prestigio dell’ufficio e dello stesso ordine giudiziario”.
Silvio Berlusconi e Francesca pascale
Nel novembre 2012 gli chiede di trasmetterla alla procura di Brescia, competente a indagare su vicende che coinvolgono magistrati di Milano. Passa il tempo e Robledo si rende conto che la sua denuncia, a Milano è sparita e a Brescia non è mai arrivata. Nel marzo 2013 provvede allora a depositarla personalmente a Brescia.
Fa poi più volte domanda per sapere che fine ha fatto il fascicolo aperto a Milano. La segreteria penale gli risponde che “agli atti nulla risultava iscritto”. Il 1° aprile 2014 rivolge domanda scritta al procuratore. L’8 aprile gli invia un sollecito.
“Non mi pervenne alcuna risposta”. Il 29 maggio, allora, informa dei fatti la procura generale, che ha compiti di vigilanza sulla procura. Bruti finalmente risponde all’avvocato dello Stato Laura Bertolè Viale: “In ordine alla vicenda Vicario (...) pende presso la procura di Brescia procedimento penale a carico di ignoti”. Bertolè Viale l’11 giugno 2014 replica di aver chiesto non cosa succedesse a Brescia, ma a Milano.
Silvio Berlusconi RUDY CAVAGNOLI
Torna alla carica il 24 giugno, sollecitando una risposta del procuratore. Non la riceve, dunque il 3 luglio manda tutto il carteggio al Csm, “per ogni eventuale opportuno provvedimento”. “A tutt’oggi non si sa”, conclude Robledo, “dove sia la denuncia. A tutt’oggi non è dato conoscere quali attività il procuratore abbia disposto”.
Ieri Bruti ha scritto una lettera ai suoi pm, convocandoli in assemblea il 6 novembre . “Il nostro ufficio ha attraversato un periodo indubbiamente difficile, all’opinione pubblica è stata presentata l’immagine di una procura paralizzata da scontri interni. Questa immagine non corrisponde alla realtà”, perché si è “continuato ad assicurare un servizio giustizia di qualità, a livelli di eccellenza nel Paese”.
Rivendica come un suo “preciso dovere” la rimozione di Robledo dal dipartimento anticorruzione, “per assicurare la credibilità e l’efficacia dell’azione giudiziaria dell’ufficio”. “Ora si tratta di voltare pagina e di rilanciare l’orgoglio di appartenere a una procura della Repubblica che è stata ed è parte della storia del nostro Paese. Tra non molto andrò in pensione.
Non ho altro obiettivo che quello di garantire il miglior funzionamento possibile dell’ufficio, anche in vista e durante Expo 2015 e di lasciare questa procura ben organizzata e con un clima di collaborazione e serenità”. Bruti sembra dunque annunciare di voler restare al suo posto fino all’ultimo, fino al dicembre 2015. Ma la proroga gli dovrà essere concessa nelle prossime settimane dal Csm, dopo il parere del Consiglio giudiziario. Si annuncia battaglia.