“L’ITALIA IN ARANCIONE? TEMO DI SÌ, STA CONTINUANDO A SALIRE L'OCCUPAZIONE DEI POSTI OSPEDALIERI” – LA BELLA INIEZIONE DI PESSIMISMO PRE-FESTIVITA' DI GUIDO RASI, EX DIRETTORE DELL'AGENZIA EUROPEA DEI MEDICINALI E OGGI CONSULENTE DI FIGLIUOLO: “IL GREEN PASS? FRA DUE SETTIMANE POTREBBE AVERE UNA VALIDITÀ DIFFERENTE. SE OMICRON DOVESSE BUCARE I VACCINI SAREBBE UN ALTRO VIRUS E QUINDI UN’ALTRA PANDEMIA…”
L'Italia vicina all'arancione? "Temo di sì. Sta continuando a salire l'occupazione dei posti ospedalieri". Lo ha annunciato durante la trasmissione "Mezz'ora in +" Guido Rasi, già direttore dell'Agenzia europea dei medicinali e oggi consulente del commissario per l'emergenza Covid-19, Francesco Figliuolo. "Resta da capire se è solo la progressione della Delta" sottolinea Rasi, o se invece si tratta della variante Omicron.
Secondo Rasi è importante la corsa per "la terza dose" mentre si registra "un buon numero di prime dosi". Il Green Pass? "Adesso con questa variante questo green pass funziona. Con un'altra variante completamente diversa le cose possono cambiare". Rasi ricorda che il "green pass certifica uno status di una persona" e "il super green pass ci dice che è vaccinata in un arco di tempo definito, ci permette di avere un rischio più o meno calcolabile di quante persone si possono infettare".
Di fronte tuttavia alla attuale circolazione del virus potremmo essere costretti a rivedere molte misure di contenimento. "Oggi il green pass ha una validità, tra 15 giorni potrebbe averla di meno", sottolinea Rasi spiegando che tutto dipenderà dagli effetti della nuova variante. Rasi ha ipotizzato però anche uno scenario più grave: "Se la variante Omicron bucasse completamente il vaccino sarebbe praticamente un altro virus" e "sarebbe una pandemia B". In ogni caso, ha aggiunto Rasi, "prima di arrivare al lockdown in senso stretto, sicuramente mascherine all'aperto, evitare assembramenti, distanziamento, finalmente c'è un inizio di cultura di gestione dei flussi" delle persone nelle strade.
"Speriamo che il sequenziamento del virus aumenti in modo sostanziale - ha concluso Rasi - solo questa attività ci dice esattamente quale tipo di variante abbiamo di fronte. Tuttavia, soltanto 70 laboratori contribuiscono alla piattaforma che l'Istituto superiore di sanità ha messo a disposizione e 70 laboratori per 60 milioni di italiani sono pochi".
Ma sull'allarme che riguarda il numero dei ricoveri, c'è anche il dato degli anestesisti. In base all'attuale trend dei contagi e dei ricoveri, "nelle prossime 2-3 settimane ci aspettiamo un aumento del 70% dei posti letto occupati in intensiva da malati Covid, raggiungendo così circa 1700 pazienti ricoverati nelle terapie intensive". Lo dice Alessandro Vergallo, presidente dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi-Emac). Oggi, rileva, i posti in intensiva "sono 9mila, ma non tutti effettivi, e ne sono occupati circa mille.
Ma è irrealistico pensare di poterne aumentare il numero ulteriormente perché mancano i medici. Non è questa la soluzione, non si può spremere ancora il sistema".
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