LA TECNOLOGIA CI UCCIDE (E CREA DISOCCUPAZIONE) – MCDONALD'S SPERIMENTA A BOSTON GLI HAMBURGER DAL DISTRIBUTORE AUTOMATICO COSI' IN FUTURO POTRA' SOSTITUIRE I DIPENDENTI CON LE MACCHINE – GIA’ PRONTAO IL ROBOT PIZZAIOLO “MARTA” ED AL MIT HANNO MESSO A PUNTO L'AUTOMA TUTTOFARE
Noemi Penna per La Stampa
Gli hamburger? Ora escono dal distributore automatico. Per lanciare la nuova versione di Big Mac extra large, ieri a pranzo il McDonald di Kenmore Square di Boston ha distribuito gratis i panini in cambio del proprio indirizzo Twitter.
Una promozione unica nel suo genere che ha acceso i riflettori non tanto sul nuovo enorme panino, rivisitazione del gran classico creato dall’italo americano Jim Delligatti, quando sul metodo di distribuzione automatizzato e sul ruolo che potrebbe svolgere nel settore fast food.
Vincent Spadea, proprietario del McDonald di Boston, ha minimizzato l’idea che il distributori sia precursore di una nuova direzione per la catena di ristoranti che dà lavoro a un milione e mezzo di persone in tutto il mondo. «Questo è stato puro divertimento: un’attivazione di un giorno per generare entusiasmo attorno alle nuove versioni di Big Mac - ha detto -. Non si tratta del primo passo verso il licenziamento del personale. Tuttavia, siamo sempre alla ricerca di tecnologie avanzate e di idee per modernizzare i nostri ristoranti, nel tentativo di servire al meglio i nostri clienti».
Ma «a causa dell’aumento del costo del personale e delle altre spese di gestione, lo snellimento delle operazioni è sempre più essenziale. Ed è probabile che l’automazione giocherà un ruolo importante», afferma Neil Saunders, amministratore delegato della società di analisi di vendita al dettaglio GlobalData. «L’automazione potrà limitarsi a velocizzare l’ordinazione - come già accade in molti McDonald, anche in Italia, grazie a dei totem automatici che sostituiscono le casse - o trasformarsi in qualcosa di più radicale, come l’utilizzo di robot anche per comporre e cucinare i panini».
Strategia di marketing o meno, i robot nei ristoranti sono già una realtà. Un gruppo di studenti del Mit ha creato Spyce, un vero e proprio cameriere robotico. Per le sue pizze destinate all’asporto, Zume ha assunto la pizzaiola robotica Marta e l’informatore automatizzato Bruno. E negli Stati Uniti continuano a spuntare casi di ristoranti automatizzati come Eatsa di San Francisco, una piccola catena di fast food salutari in cui si ordina e paga da tavola con l’iPad e poi si va a ritirare al bancone.
Gentili, puntuali e stacanovisti: ecco perché i robot sarebbero meglio delle persone. La pensa così anche Andrew Puzder, il Ministro del Lavoro scelto da Donald Trump, amministratore delegato della catena Hardee’s, che ha dichiarato, opponendosi fortemente alle lotte sindacali, che «i robot sono sempre gentili, non vanno mai in ferie, non arrivano tardi e non ti trovi mai a dover gestire problemi di discriminazione di razza, sesso o età».
E in Italia? Ordinare al ristorante senza aspettare il cameriere o chiedere una bibita in spiaggia direttamente dal lettino sta per diventare una realtà diffusa grazie a Order Concept, il primo sistema al mondo che utilizza il Chatbot di Messenger per le ordinazioni al tavolo. Si scelgono i piatti e si paga il conto con un tocco di smartphone, ottimizzando così il flusso degli ordini e rendendolo più democratico: grazie alla prenotazione automatizzata, chi arriva prima, mangia prima. L’obiettivo qui è di migliorare l’efficienza del locale, non sostituendosi al personale ma aiutandolo a lavorare al meglio e più velocemente.