“HO IMPLORATO IL PADRONE DI AIUTARCI, L'HO PREGATO IN GINOCCHIO” – IL RACCONTO HORROR DI SONY, LA MOGLIE DI SATNAM SINGH, IL BRACCIANTE 31ENNE, MORTO DOPO ESSERE STATO RISUCCHIATO DALLA MACCHINA AVVOLGIPLASTICA NELL’AZIENDA IN CUI LAVORAVA IN NERO A LATINA: “HA BUTTATO IL BRACCIO CHE SI ERA STACCATO IN UNA CASSETTA DI PLASTICA E CI HA SCARICATI DAVANTI CASA. IL PADRONE HA PRESO I NOSTRI TELEFONI PER EVITARE CHE SI VENISSE A SAPERE DELLE CONDIZIONI IN CUI LAVORIAMO E…”
1 - PER NOVANTA MINUTI COL BRACCIO STACCATO MORTO L'OPERAIO SCARICATO DAL PADRONE
Estratto dell’articolo di Clemente Pistilli per “la Repubblica”
Satnam Singh - lavoratore indiano morto dopo l amputazione del braccio
Ha lottato per la vita 36 ore, ma non ce l'ha fatta. Satnam Singh, che gli amici chiamavano "Navi", 31 anni, bracciante di nazionalità indiana, si è spento ieri mattina in un letto dell'ospedale San Camillo di Roma. Lunedì pomeriggio era stato risucchiato dalla macchina avvolgiplastica che stava utilizzando nell'azienda agricola di Latina dove lavorava in nero, perdendo il braccio destro e subendo la frattura delle gambe.
Anziché essere soccorso, era stato caricato su un furgone e lasciato davanti alla sua abitazione dal datore di lavoro che lui chiamava padrone, con l'arto amputato buttato in una cassetta per la frutta. I medici hanno tentato in ogni modo di salvarlo: tutto vano. Il giovane è deceduto e la vicenda, di una brutalità inaudita, è diventata un caso. Mentre prosegue l'inchiesta della Procura per fare piena luce sull'orrore consumatosi tra i campi dell'agro pontino, dove vengono coltivati cocomeri, meloni e zucchine, sindacati e politici assicurano una stretta sul caporalato.
latina - bracciante indiano subisce amputazione del braccio
Al momento dell'incidente il 31enne era al lavoro insieme alla moglie con cui tre anni prima era giunto in Italia dall'India, da cui non si separava neppure un istante e con cui da due anni si rompeva la schiena sui terreni dell'azienda Lovato di via del Passo. «Ho implorato il padrone di aiutarci, l'ho pregato in ginocchio, ma ci ha scaricati davanti casa ed è scappato, buttando la cassetta con dentro il braccio staccato», ha subito riferito la donna agli investigatori.
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Il datore di lavoro con i carabinieri ha cercato di giustificarsi sostenendo che era stato colto dal panico. «La moglie urlava "casa, casa" e io li ho accompagnati lì. Poi ho visto che appena scesi dal furgone, a Borgo Santa Maria, un uomo aveva chiamato l'ambulanza e sono andato in questura a spiegare cosa era successo», ha affermato.
Difeso dagli avvocati Stefano Perotti e Valerio Righi, il 37enne Antonello Lovato ha infine aggiunto: «Quel lavoratore si è messo dove non doveva stare. Non aveva l'autorizzazione a utilizzare la macchina avvolgiplastica».
L'imprenditore, un incensurato, è stato indagato a piede libero con le accuse di omicidio colposo, omissione di soccorso e violazione delle norme sulla sicurezza. […]
Dal momento dell'incidente ai primi soccorsi sarebbe trascorsa un'ora e mezza, un tempo che sarebbe stato forse utile a salvarlo.
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2 - LA MOGLIE SONY: " E ORA CHE FACCIO? IL VOSTRO NON È UN PAESE BUONO"
Estratto dell’articolo di Gabriella Cerami per “la Repubblica”
Sony vede il petto di Satnam muoversi e si aggrappa alla speranza che stia respirando: «Ho solo te, non te ne andare». A chi le sta attorno dice: «È ancora vivo». E lo ripete, lo ripete tante volte, ma in realtà sono gli ultimi minuti di vita del marito, attaccato a un macchinario in una stanza dell'ospedale San Camillo di Roma. I medici provano a spiegarle che il bracciante di trentuno anni ha perso troppo sangue per riuscire a sopravvivere e che le fratture sono multiple.
Ad appena ventisei anni questa ragazza, arrivata dall'India in Italia tre anni fa con Satnam Singh […] «Se muore lui, muoio io. Se vive lui, vivo io […] Io sono indiana, l'Italia non è un Paese buono».
Sono lacrime di dolore e rabbia le sue nei confronti di chi li ha rifiutati offrendo loro, come unica opportunità, un lavoro in nero di dodici ore al giorno a cinque euro l'ora per raccogliere zucche, zucchine e insalata senza permesso di soggiorno.
Quindi chiama i suoi genitori, dall'altra parte del mondo, singhiozzando: «Non ci credo, Satnam è morto, non è possibile. E io che faccio?».
Ora Sony deve lasciare l'ospedale e andare dai carabinieri di Borgo Podgora, una frazione di Latina, per firmare l'autorizzazione all'autopsia. Qui il racconto è tragico: «Ho visto l'incidente, ho implorato il padrone di portarlo in ospedale ma lui doveva salvare la sua azienda agricola. Ha messo davanti a tutto la sua azienda agricola. Il padrone ha preso i nostri telefoni per evitare che si venisse a sapere delle condizioni in cui lavoriamo. Poi ci ha messo sul furgone togliendoci la possibilità anche di chiamare i soccorsi». Quindi Satnam ha perso sangue per almeno un'ora e mezza prima che arrivasse l'ambulanza.
Mentre il caporale si occupava già di pulire il camioncino per eliminare ogni traccia di sangue.
Gli amici di Satnam e Sony raccontano di «una coppia affiatata, se lei stava male lui restava a casa con lei, preferiva perdere una giornata di lavoro pur di non lasciarla sola. Non avevano niente se non loro stessi e lui era profondamente rispettoso di sua moglie».
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