toni capuozzo

"HO NOLEGGIATO UN'AUTO, POI..." - LA FUGA GIÀ FINITA DI TONI CAPUOZZO DA UNA MILANO FLAGELLATA DAL CORONAVIRUS: "DA QUESTA GUERRA SI ESCE SOLO BLOCCANDO IL CONTAGIO. E LO SI PUÒ FARE SOLO EVITANDO DI MUOVERSI. IL SINDACO SALA DOVREBBE, IL PROSSIMO SANT’AMBROGIO, DARE UN SIMBOLICO AMBROGINO A TUTTI QUELLI RESTATI IN CITTA', PER AMORE, PER FORZA, PER DOVERE, PER PIGRIZIA, PERCHÉ NON AVEVANO DOVE ANDARE..."

Michele Di Lollo per il Giornale

 

toni capuozzo

Quello che è successo ieri, l’assalto ai treni e alle autostrade, la fuga da Milano, aiutata dalla disastrosa comunicazione di un decreto, è comprensibile, ma ingiusto.

 

 

Da questa guerra si esce solo bloccando il contagio. E lo si può fare solo evitando di muoversi. Toni Capuozzo continua il suo diario giornaliero da una Milano capitale del coronavirus. Scrive come ormai ogni giorno il suo post su Facebook.

 

Un consiglio di famiglia - una famiglia in cui lui è il fragile, perché immunodepresso e vecchio - gli ha affettuosamente suggerito di andarsene, perché, non è di grande aiuto e può diventare un peso.

 

coronavirus milano 6

Lo hanno aiutato a prenotare un’auto per tornarmene nel suo Friuli, contando sul fatto che un tesserino di giornalista e una lunga storia di posti di blocco evitati lo avrebbe aiutato a farlo. "Sono andato all’autonoleggio, e l’impiegata mi ha raccontato dell’assalto della notte. Ho pensato a un incontro che non ho visto, domenica mattina, nel territorio neutro dell’Idroscalo, tra la mia nipotina e suo papà: credo che lei non lo vedesse da una settimana, o più: è medico in terapia intensiva".

 

Si sono guardati da lontano, senza sfiorarsi. "Mia figlia mi ha detto che forse è meglio se davanti alla bambina ci mettiamo tutti le mascherine, così si abitua, e non trova troppo strano quel padre, quando potrà rivederlo. Ho pensato di non essere io quello fragile, e ho deciso di restare. Ho noleggiato l’auto, per sentirmi libero di farlo in qualunque momento, e per girare come con uno scafandro la città che non avevo mai sentito così mia fino a quel momento".

TONI CAPUOZZO

 

Ha posteggiato sotto casa, Capuozzo. Sperando che i vigili abbiano altro cui pensare. C’è abituato: è una piccola Sarajevo senza gloria, questa, è solo un posto dove le ambulanze non arrivano più sotto casa in quindici minuti ma in più di un’ora: hanno troppo da fare. Capuozzo ha una piccola, balzana proposta da fare al sindaco Sala. Il prossimo 7 dicembre riunisca tutta la città a San Siro o in un posto più grande. “Siamo gente che non ha ascoltato i nostri vecchi, che non sa che cos’è una guerra, e forse per questo immaginava fuggito da una guerra chiunque cercasse solo un futuro migliore. Siamo gente che ha pensato di essere street fighter con un tatuaggio, o una rissa in discoteca. Siamo gente che non poteva non essere promossa e non poteva fare compiti troppo gravosi. Siamo gente che predica la solidarietà e accumula seconde case, che ama la globalizzazione e paga un filippino che gli pulisca casa. Diciamo prima gli italiani, ma intendiamo dire prima noi stessi. Scambiamo le appartenenze politiche per ideali, e le liti da reality per passioni: ci colleghiamo con la Casa, quanti milanesi se ne sono andati? Siamo gente che pensa che resistere sia far finta di niente, aperitivi o mostre”.

coronavirus milano 5

 

E dunque il sindaco Sala dovrebbe, il prossimo Sant’Ambrogio, dare un simbolico ambrogino. Di latta o di bronzo, a tutti quelli restati, per amore, per forza, per dovere, per pigrizia, perché non avevano dove andare, perché non hanno avuto il tempo di decidere. "È ovvio, prima i medici e gli infermieri, gente cui abbiamo lasciato il terribile compito di decidere chi salvare e chi non ce la facciamo.

 

toni capuozzo lettera a berlusconi

Poi gli altri, tutti quelli restati in una città senza rumore, come se avesse messo le pantofole dei vecchi, addio a scarpe da jogging e tacchi, suole da manager o anfibi da rapper. Tutti quelli che non sapevano dove andare, e sono andati a dormire. Tutti quelli che avranno superato un virus che in fondo era poco più di un’influenza. Tutte le mamme e i papà, e i single. Tutti gli anziani, e specie quelli soli, e specie quelli che sanno che troveranno il tutto occupato in sala di terapia, non si prenota come usava nei ristoranti ora vuoti e chiusi. Premiati con quella onorificenza che io ho ricevuto e non è bastata a farmi sentire milanese, allora".

coronavirus milano 1

 

Dovrebbero essere premiati non perché abbiano fatto qualcosa di speciale. Solo perché non hanno fatto associare, in giro per l’Italia, la parola "milanese" al sospetto, al fastidio, alla preoccupazione, al ganassa invadente. "Ieri mattina sull’Idroscalo splendeva un sole prepotente, incurante degli umori. Da Linate, lì a fianco, decollava un aereo all’ora, o meno. Il cielo era lucido, e la trasparenza rivelava l’arco delle montagne. È un paradosso struggente che nella Milano con l’aria migliorata si possa morire perché manca l’ossigeno".

toni capuozzo lettera a berlusconi

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…