“I DRINK SONO ANNACQUATI DA FARE SCHIFO, MA ALLA FINE DOPO IL TERZO CI FUMI SOPRA E LA BOTTA PARTE” – CRONACA DI UN SABATO SERA TRA I PISCHELLI DI ROMA. A PIAZZA BOLOGNA C’È UN TAPPETO DI BICCHIERI DI PLASTICA. UN’AMICA DICE A UN’ALTRA “AMÒ, DEVO VOMITÀ” MA LEI LE RISPONDE “ANNAMOCE A BEVE UN’ALTRA COSA. MA NON LÌ CHE SO' TUTTI CALABRESI” – AL CENTRO DELLA ROTATORIA DELLA PIAZZA, DOVE C’È UN GIARDINETTO, SCOPPIA UNA RISSA. SCOMPARE E POI RICOMPARE UN BORSELLO CON MILLE EURO DENTRO: "BEVONO, PIPPANO E POI VENGONO A FARE CASINO..."
Estratto dell’articolo di Marco Carta per “La Repubblica – Edizione Roma”
Vista dall’alto sembra una corsa a tappe. Un chilometro o poco più che prende vita solo di notte. Studenti universitari e giovanissimi, attratti dai prezzi vantaggiosi e dall’assenza di regole. Cicchetti di vodka e amaro che partono da due euro, cocktail a 5. «Sono annacquati da fare schifo, ma alla fine dopo il terzo ci fumi sopra e la botta parte», afferma Diego che ha 17 anni, ma senza problemi prende da bere: «Ho la barba quindi sembro più grande. Nessuno mi ha mai chiesto i documenti».
Quella di piazza Bologna non è ancora una malamovida. Non ci sono gli eccessi di Trastevere o San Lorenzo, dove lo spaccio ha preso il sopravvento su tutto il resto. Ma l’impatto a colpo d’occhio è notevole e ormai da qualche anno ha messo in difficoltà i residenti storici. Per loro le notti tranquille del passato solo un ricordo. Le strade diventano vive all’improvviso, dopo le dieci e mezzo di sera e in alcuni punti è difficile chiudere occhio.
Ci sono i fighetti con i mocassini e il pullover legato sulle spalle. I pischelli in tuta e le ragazze che vestono kombat e crop, le magliette aderenti che lasciano l’ombelico scoperto. Lo struscio parte da viale Ippocrate, dove con due euro si prende da bere e si finisce a chiacchierare appoggiati alle macchine in sosta. […]
«È molto più tranquillo di quello che si pensi - racconta un giovane romano, Alessandro Non ci sono gli spacciatori. Se uno vuole comprarsi qualcosa va a San Lorenzo» . Nelle serate più calde, la folla invade entrambe le carreggiate della strada. Accanto a un gruppo di studenti campani, ci sono anche 5 pariolini che si sono dati appuntamento dopo una cena stellata. «Diciamo che qui puoi trovare di tutto, ma non ci si mischia - spiega Sara, studentessa catanese - ma fuori dall’università è difficile entrare in confidenza coi romani».
movida piazza santa caterina della rota 2
L’odore di olio bruciato che proviene da una friggitoria è nauseabondo. Ma la fila per le patatine fritte è continua. «Dopo che uno ha bevuto o fumato scatta la fame chimica e viene qui», aggiunge Sara. L’alternativa, si trova a poca distanza, in viale delle Province, dove si aspetta anche mezzora per addentare un pangocciole al cioccolato. Si compra e si rimane a mangiare in strada, in attesa del prossimo drink.
[…] I bicchieri di plastica sono dappertutto e c’è già chi è in hangover. «Amò, devo vomità» , si sfoga Ginevra parlando a un’amica. Sono sedute sulle scale dell’ufficio postale. «Dai annamoce a beve un’altra cosa. Ma non lì che sono tutti calabresi». Con calabresi si intendono tutti gli universitari fuorisede, a prescindere dalla loro provenienza. […]
All’interno del parco, sotto i murales dedicati a Falcone e Borsellino, un gruppo di sudamericani spara musica a tutto volume da una cassa Bluetooth. A ballare sono tutti quelli che passano. Come Daniele, del Tuscolano, che cambia faccia quando capisce di aver perso il borsello Vuitton. «Lo avevo appoggiato sulla panchina, ce stanno mille euro dentro. Se non esce fuori faccio un casino». Nel giro di pochi istanti l’atmosfera diventa tesa. Il portafoglio è ricomparso, lo aveva preso un amico per scherzo. Se la cava con una spinta, ma la rabbia è pronta a esplodere di nuovo quando un passante lo ferma per la maglietta:
«Bella, l’hai presa da Alessietto da Ostia?». Diego lo guardia in cagnesco, poi diventa una furia. Gli amici lo trattengono ,ma nella concitazione volano due sedie. A riportare la calma è un giovane misterioso. Prende di petto Diego e lo rimette in riga. Per tutta la sera è rimasto a osservare. Quando qualcuno sta per litigare, si alza e mette pace. Sembra un poliziotto di quartiere, ma al collo ha una catenina d’oro che potrebbe pesare un quintale. «Questa è una generazione perduta - afferma - bevono, pippano e poi vengono a fare casino. Ma io se vedo queste cose intervengo».
Quando verso le due e mezzo la piazza inizia a svuotarsi ci sono le ragazze che aspettano il taxi: « È da venti minuti che chiamiamo» . A poca distanza, sulla via Tiburtina, un 19enne a bordo di una Smart, invece, ha appena abbattuto un semaforo