mario castagnacci e paolo palmisani emanuele morganti alatri

“GIUSTIZIA NON È FATTA, MA DOBBIAMO ACCONTENTARCI” - I FAMILIARI DI EMANUELE MORGANTI HANNO PRESO MALE LA DECISIONE DELLA CASSAZIONE CHE HA CONFERMATO LE CONDANNE A 14 ANNI PER MICHEL FORTUNA, PAOLO PALMISANI E MARIO CASTAGNACCI, GLI ASSASSINI DEL GIOVANE UCCISO DURANTE UNA RISSA AD ALATRI NEL 2017 - SECONDO I GIUDICI NON VOLEVANO AMMAZZARLO, E QUINDI LA MORTE È DA RICONDURRE A UN OMICIDIO PRETERINTENZIONALE E NON VOLONTARIO...

Andrea Tagliaferri e Pierfederico Pernarella per “Il Messaggero

 

il locale miro ad alatri

Michel Fortuna, Paolo Palmisani e Mario Castagnacci oggi torneranno in carcere. Il verdetto inappellabile, quello della Cassazione, è arrivato ieri, alle due del mattino, dopo l'udienza fiume di mercoledì: 14 anni di reclusione.

 

Sono colpevoli in via definitiva per aver picchiato brutalmente e causato la morte di Emanuele Morganti, anche se non volevano ucciderlo. Per i giudici della Suprema Corte, così come per quelli di primo e secondo grado, la morte del ventenne di Alatri, avvenuta a conclusione di un pestaggio nella notte tra il 25 e il 26 marzo del 2017, è da ricondurre ad un omicidio preterintenzionale e non volontario.

 

i quattro buttafuori del miro di alatri

Emanuele venne preso di mira dai tre dopo aver litigato all'interno di un locale notturno con un altro ragazzo che infastidiva la sua fidanzata. Tutto sembrava finito lì. Nella piazza invece, dove erano presenti altre decine di giovani, si scatenò una caccia all'uomo.

 

Emanuele provò a difendersi, poi tentò di mettersi in salvo quando, colpito da un pugno sferrato da Fortuna, inciampò e cadde contro un'auto in sosta sbattendo violentemente il capo. In ospedale i medici tentarono l'impossibile, ma l'emorragia cerebrale era troppo grave.

 

LA RICOSTRUZIONE

emanuele morganti

A ricostruire quei momenti tragici davanti ai giudici della Suprema Corte è stato il procuratore generale Giovanni Di Leo: «Fu un'aggressione priva di ragione.

Non si può individuare cosa possa aver portato a tutto questo se non una concezione della vita umana inesistente.

 

Un episodio avvenuto in una piazza dove c'erano decine di persone che non hanno fatto nulla, salvo poche eccezioni per salvare Emanuele. Il massacro del ragazzo nella piazza - ha continuato il magistrato - è stato lo spettacolo della serata».

 

Il procuratore generale ha quindi chiesto il rigetto dei ricorsi della difesa e della parte civile e la conferma della pena inflitta in Appello, 14 anni, per omicidio preterintenzionale. Questo perché, come accertato dal medico legale, il decesso di Emanuele non venne causato dai pugni e dai calci del branco, ma dall'emorragia cerebrale provocata dall'impatto contro l'auto.

 

patrizio palmisani

La Corte si è ritirata in camera di consiglio dopo le 17, poi intorno alle due di notte il verdetto che ha confermato quanto era stato stabilito in Appello.

 

paolo palmisani

Un anno fa Mario Castagnacci, Paolo Palmisani e Michel Fortuna erano stati scarcerati per scadenza dei termini di custodia cautelare. Adesso però, con la sentenza passata in giudicato, per tutti e tre nelle prossime ore si apriranno di nuovo le porte del carcere.

 

I tre hanno trascorso dietro le sbarre già circa quattro anni, ora dovranno scontarne altri dieci, ma tra due anni, con la buona condotta, potranno usufruire della semilibertà e degli altri benefici di pena.

 

paolo palmisani

LE REAZIONI

«Giustizia non è fatta, ma dobbiamo accontentarci», commenta Melissa Morganti, la sorella di Emanuele, che mercoledì era davanti al Palazzaccio. «A livello giuridico dovremmo essere soddisfatti, perché la sentenza della Cassazione conferma la colpevolezza di chi ha ucciso mio fratello - prosegue la ragazza - Però, la mia e la nostra insoddisfazione resta immutata fin dal primo grado di giudizio.

 

È stato un processo lacunoso e difficile, che non ha reso giustizia ad Emanuele per cui non potremo mai ritenerci compiaciuti. Non solo perché qualunque pena non ci avrebbe ridato indietro Emanuele, ma anche perché per noi non è stato ucciso per sbaglio».

mario castagnacci

 

EMANUELE MORGANTI

Insieme a Melissa mercoledì c'era anche il regista Daniele Vicari, autore del libro Emanuele nella Battaglia: «Sono tante le domande che restano a chi quella sera era presente e non ha fatto nulla per aiutare Emanuele o, successivamente, per chiarire i fatti. Rimane aperto, quindi, un problema culturale e anche per questo le tante iniziative nate in memoria di Emanuele assumono ancor più importanza».

LA DISCOTECA DOVE E STATO UCCISO EMANUELE MORGANTIfranco castagnacciEMANUELE MORGANTIemanuele morganti con la famigliaagnese manninoLA DINAMICA DELL OMICIDIO DI EMANUELE MORGANTIFUNERALE DI EMANUELE MORGANTIFUNERALE DI EMANUELE MORGANTIFUNERALE DI EMANUELE MORGANTIFUNERALE DI EMANUELE MORGANTIEMANUELE MORGANTI Emanuele MorgantiEMANUELE MORGANTI EMANUELE MORGANTI EMANUELE MORGANTIEMANUELE MORGANTI EMANUELE MORGANTI EMANUELE MORGANTI Emanuele Morganti con la fidanzataFUNERALE DI EMANUELE MORGANTIFUNERALE DI EMANUELE MORGANTILA MORTE DI EMANUELE MORGANTI - RICOSTRUZIONELA MORTE DI EMANUELE MORGANTI - MARIO CASTAGNACCILA MORTE DI EMANUELE MORGANTI - PAOLO PALMISANI LA MORTE DI EMANUELE MORGANTI - PAOLO PALMISANI E MARIO CASTAGNACCIFUNERALE DI EMANUELE MORGANTIFUNERALE DI EMANUELE MORGANTIFUNERALE DI EMANUELE MORGANTIFUNERALE DI EMANUELE MORGANTImario castagnacci

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…