ITALIANI IN BOLLETTA - I RINCARI DELL'ENERGIA ELETTRICA E DEL GAS ARRIVERANNO A PESARE PER 106 MILIARDI DI EURO NEL CORSO DI QUEST'ANNO E SE IN AUTUNNO LA RUSSIA DOVESSE CHIUDERE ULTERIORMENTE LE FORNITURE DI GAS VERSO L'EUROPA, IL PREZZO POTREBBE SUBIRE UN'ULTERIORE IMPENNATA - I SEGRETARI DI CGIL, CISL E UIL, SARANNO CONVOCATI MERCOLEDÌ A PALAZZO CHIGI, PER DEFINIRE LE MISURE DEL DECRETO AIUTI BIS...
Niccolò Carratelli per “la Stampa”
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La crisi di governo non possono pagarla famiglie e imprese. Gli sconti in bolletta e i sostegni economici devono essere prorogati e, possibilmente, incrementati. Mario Draghi ne è ben consapevole e, a confermare l'assoluta necessità di nuovi interventi, arrivano anche i calcoli della Cgia di Mestre, secondo cui i rincari dell'energia elettrica e del gas arriveranno a pesare per 106 miliardi di euro nel corso di questo 2022. Una stangata che subiranno, per oltre il 63%, le regioni del Nord, dove è maggiore la concentrazione delle industrie: Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna.
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Secondo l'ufficio studi dell'associazione degli artigiani veneta, se in autunno la Russia dovesse chiudere ulteriormente le forniture di gas verso l'Europa, è probabile che il prezzo della materia prima subisca un'impennata tale da spingere il costo medio, nell'ultima parte dell'anno, a un livello ancora superiore a quello registrato nei primi sei mesi.
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CGIL, CISL E UIL DI NUOVO A CHIGI
Di fronte a questo scenario allarmante, Mario Draghi, tradito dai partiti, riparte dai sindacati. A loro, nella riunione organizzata prima che si consumasse la crisi, aveva annunciato un nuovo decreto Aiuti per sostenere famiglie e imprese. Da loro, subito dopo le dimissioni, ha ricevuto un appello a «dare risposte» all'emergenza economica e sociale, mettendo il nuovo provvedimento al primo posto della lista degli "affari correnti", di cui ora deve occuparsi.
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Saranno, dunque, i segretari di Cgil, Cisl e Uil, convocati per mercoledì a palazzo Chigi, i primi con cui il premier si confronterà per definire le misure del decreto Aiuti bis, che verrà varato la prima settimana di agosto. Sarà sviluppato sulla falsariga del primo, rinnovando innanzitutto gli sconti inseriti nelle bollette di luce e gas: la sterilizzazione degli oneri di sistema, il bonus sociale erogato in base all'indicatore Isee (il tetto potrebbe essere alzato), il credito di imposta per le imprese energivore.
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Interventi in scadenza il 30 settembre, che verranno prorogati fino a fine anno. Per farlo servono circa 3 miliardi e mezzo, ma le risorse a disposizione sono quasi il triplo. L'ammontare esatto verrà definito nei prossimi giorni, quando in Parlamento verrà votato l'assestamento di bilancio: il buon andamento delle entrate consentirà un margine di manovra da 10 miliardi, che verranno usati per il nuovo decreto Aiuti.
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Bonus 200 euro o taglio Iva
L'altro pezzo forte del provvedimento potrebbe essere la replica del bonus da 200 euro, che entro fine mese verrà versato nelle buste paga di 30 milioni di italiani, lavoratori e pensionati con un reddito inferiore ai 35mila euro. Un sostegno una tantum, che i sindacati vorrebbero fosse garantito anche ad alcune categorie "fragili", ad oggi escluse, dai precari della scuola ai lavoratori agricoli. Il raddoppio del bonus vale poco meno di 7 miliardi, qualcosa in più se verrà effettivamente ampliata la platea.
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È la soluzione più semplice, già delineata, su cui i partiti non solleveranno obiezioni. Anche se in parlamento il governo non può più usare lo strumento della fiducia, è molto improbabile che qualcuno si metta di traverso su un provvedimento che porta beneficio nelle tasche di cittadini e imprenditori. La stessa somma, però, potrebbe essere destinata a un altro intervento, che negli uffici di palazzo Chigi e del ministero dell'Economia viene considerato più efficace per fronteggiare l'inflazione e l'erosione del potere d'acquisto: il taglio dell'Iva sul carrello della spesa, riducendo così il costo di alcuni beni di largo consumo.
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A spingere in questa direzione è il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, deciso a battersi perché si utilizzi «l'extragettito Iva, legato all'aumento generalizzato dei prezzi, per azzerare l'imposta sui prodotti di prima necessità». Ma per procedere in questo senso, bisogna ragionare bene sulle dimensioni e sulle modalità della sforbiciata, esponendosi anche alle valutazioni dei partiti.
Luigi Marattin, deputato di Italia Viva e presidente della commissione Finanze della Camera, spiega: «L'intervento sull'Iva è più immediato, ma bisogna definire il paniere dei beni, su quali aliquote agire, se per ridurle o azzerarle. Insomma, c'è da lavorarci e non mi pare ci sia il clima giusto».
Dello stesso avviso Alessandro Cattaneo di Forza Italia, relatore del primo decreto Aiuti: «A mio parere, si fa prima a estendere il bonus da 200 euro - avverte - che trovo anche più equo come tipo di sostegno economico». In ogni caso, entrambi dubitano che Draghi li consulterà: «Già prima la discussione preventiva sui provvedimenti era limitata, figuriamoci ora».
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Questo non vuole dire che qualcuno non possa chiedere successivamente chiarimenti o modifiche, con il rischio di allungare i tempi di approvazione del nuovo decreto. A palazzo Chigi, del resto, la priorità è portare a casa in tempi brevi il decreto Aiuti bis, senza impiccarsi al taglio dell'Iva, se si rivelasse foriero di dubbi e distinguo tra i partiti, ormai impostati in "modalità" campagna elettorale. -