
“L’EMENDAMENTO DEL SALVA MILANO? IL TESTO L’HO DATO IO A FOTI” – DIETRO LA LEGGE CHE POTREBBE NEUTRALIZZARE LE INDAGINI DELLA PROCURA SUGLI ABUSI EDILIZI CI SAREBBE LO “ZAMPINO” DEGLI STESSI INDAGATI – NELLE INTERCETTAZIONI L’EX MEMBRO DELLA COMMISSIONE PAESAGGIO, MARCO EMILIO CERRI, RACCONTA ALL’ARCHITETTO GIOVANNI OGGIONI (AI DOMICILIARI) DI AVERE PASSATO IL TESTO DELLA NORMA A TOMMASO FOTI, ORA MINISTRO E GIÀ RELATORE DELLA LEGGE IN COMMISSIONE AMBIENTE – I CONTATTI CON MAURIZIO LUPI...
1. INCHIESTA SULL'URBANISTICA A MILANO, IL SINDACO SALA: «CHI HA SBAGLIATO PAGHI DURAMENTE»
Estratto dell’articolo di Chiara Evangelista per www.corriere.it
«Chi ha sbagliato paghi, e anche duramente», commenta il sindaco Beppe Sala, a poche ore dalla notizia dell’arresto dell’architetto Giovanni Oggioni. «È chiaro che io difendo sempre l’amministrazione, il Comune, la squadra - precisa - ma se poi uno ha sbagliato che paghi e che paghi anche duramente. Sia chiaro».
Dalle carte emergono contatti tra Oggioni e l’attuale assessore comunale alla Casa Guido Bardelli: nel telefono di Oggioni è infatti stata trovata una serie di messaggi, tra cui quelli scambiati nel dicembre 2023 proprio con Bardelli. Nella chat, commentando gli interventi dell'assessore Giancarlo Tancredi e del direttore della Rigenerazione urbana, Simona Collarini, in merito alla variante in discussione del Pgt di Milano durante una riunione presieduta da Regina De Albertis, alla guida di Assimpredil Milano, parlano delle indagini della Procura. «Non penso proprio che prenderò provvedimenti», spiega Sala a chi gli chiede se sarà necessario adottare delle misure nei confronti di chi è coinvolto nelle chat.
2. SPECULAZIONE EDILIZIA, L’INDAGATO RIVENDICAVA DI AVER SCRITTO IL SALVA MILANO
Estratto dell’articolo di Giuseppe Pipitone per www.ilfattoquotidiano.it
salva milano - inchiesta urbanistica
La legge Salva Milano, che potrebbe neutralizzato le indagini della procura sugli abusi edilizi? L’hanno scritta le stesse persone finite sotto inchiesta per le speculazioni urbanistiche. È quello che emerge dalle carte dell’ultima indagine della procura guidata da Marcello Viola. Ai domiciliari con l’accusa di corruzione, frode processuale, depistaggio e falso è finito Giovanni Oggioni, l’architetto che fino al 2021 ha diretto lo Sportello unico edilizia del Comune e poi ha fatto parte della commissione Paesaggio.
Sotto inchiesta per falso e traffico d’influenze anche Marco Emilio Cerri, oggi componente membro della commissione Via-Vas per il Ponte sullo Stretto. Ed è proprio quest’ultimo che sostiene di aver dato il testo della norma a Tommaso Foti, oggi ministro per gli Affari europei e il Pnrr e fino a pochi mesi fa capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera e relatore della legge in commissione Ambiente.
Nell’ordinanza firmata dal gip Mattia Fiorentini viene evidenziata la “preoccupazione” di Oggioni “per l’attenzione pubblica suscitata dalle indagini in merito alle questioni della ristrutturazione edilizia, al punto da brigare alacremente per ottenere la legge Salva Milano di interpretazione autentica, arrivando a partecipare direttamente, insieme a Marco Cerri alla stesura degli emendamenti e a farli pervenire (sempre mediante Cerri) alla Camera dei deputati“.
Essendo un membro della commissione Via-Vas Cerri si reca spesso a Roma: gli investigatori annotano che la cella alla quale si aggancia l’utenza del suo cellulare è compatibile con la posizione della Camera dei deputati.
E infatti i pm sottolineano come l’architetto abbia attivato i suoi “canali politici” per” salvare il suo sistema ben collaudato e impedire che sia messo in discussione”. Il 24 ottobre Cerri è al telefono con un avvocato e, a proposito dell’emendamento Salva Milano, spiega: “Noi come Assoimmobiliare lo abbiamo dato a Foti… Te lo dico molto francamente: in accordo con Guido, il testo gliel’ho dato io l’avevo fatto io sin da febbraio! Adesso l’ho, semplicemente, diciamo, l’ho riguardato e nei giorni scorsi lo abbiamo mandato, ma sono… tre righe! Tre righe, tre righe…
Come devo interpretare quella roba? Così, punto. E basta! Cioè, lì va fatta una interpretazione di co… di come va interpretata“. Gli investigatori annotano che Foti è l’attuale ministro del governo di Giorgia Meloni, mentre “Guido” è Bardelli, assessore alla Casa del Comune di Milano ed ex vicepresidente della Compagnia delle opere, il braccio imprenditoriale di Comunione e liberazione.
Il riferimento a Lupi – In quella stessa telefonata, tra l’altro, Cerri dice di aver scritto la bozza della norma sin da febbraio 2024, cioè poche settimane dopo che la gip Daniela Cardamone aveva respinto il sequestro dei grattacieli Park Tower di via Crescenzago, ma confermando l’intero impianto accusatorio della procura. Era la prima delle inchieste che hanno colpito il settore dell’urbanistica a Milano: gli indagati, dunque, cominciarono a muoversi praticamente subito per fare pressing sulla politica.
In quella stessa telefonata, tra l’altro, Cerri dice al suo amico avvocato che il testo della legge Salva Milano arriva “direttamente dalla Camera, cioè da Lupi”, che si tratta della “prima bozza” e che gli “arriva da quella fonte” e gli hanno chiesto si esprimere “opinioni pareri e commenti”.
maurizio lupi atreju foto lapresse
Gli investigatori annotano come tre giorni prima, il 21 novembre, c’era stato un telefonata tra Cerri e l’utenza intestata a Maurizio Lupi, leader del partito Noi Moderati ed ex ministro delle Infrastrutture. Il testo del colloquio non viene trascritto all’interno dell’ordinanza, ma si sottolinea che il colloquio avviene lo stesso giorno in cui alla Camera era stato approvata la legge urbanistica con all’interno il Salva Milano. Gli investigatori annotano come durante la seduta c’è stato anche un intervento di Lupi.
Cerri fa riferimento al leader di Noi Moderati anche in un’altra telefonata, cinque giorni prima: “Il commento era (inc.) con Lupi che mi fa: ‘Certo che a Milano sono dei geni perché adesso dovranno fare la modifica al Pgt restrittiva!”.
PROTESTE CONTRO LA GIUNTA DI BEPPE SALA - SALVA MILANO
Tutti questi elementi portano il gip a definire come “palese” il tentativo di “ottenere, grazie ai contatti politici vantati dagli indagati con membri del Parlamento, la promulgazione di una legge di ‘interpretazione autentica’ (cd. salva Milano, con efficacia retroattiva e valida pro futuro, a differenza di quanto sarebbe invece assicurato da un mero condono edilizio, valido solo per il passato) – che Cerri avrebbe addirittura suggerito, nei suoi aspetti essenziali, al relatore della proposta di legge con cui impedire che “30 anni di urbanistica (vengano, nde.) buttati nel cesso” […]