
"IMPUGNERÒ IL LICENZIAMENTO. ACCETTARLO SAREBBE FARMI CALPESTARE DUE VOLTE" - ELENA MARAGA, LA SEXY MAESTRA 29ENNE CACCIATA DALLA SCUOLA CATTOLICA PER CUI LAVORAVA PER AVER APERTO UN PROFILO ONLYFANS, ANNUNCIA UNA BATTAGLIA LEGALE: "VOGLIO UN RISARCIMENTO PER ESSERE STATA MESSA ALLA GOGNA E PER AVERGLI PERMESSO DI INFANGARE IL MIO NOME - È ASSURDO: ACCUSANO ME DI IMMORALITÀ E POI MI TRATTANO COME UN’APPESTATA"
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Estratto dell'articolo di Alba Romano per www.open.online
«Impugnerò il licenziamento. Accettarlo sarebbe farmi calpestare due volte. Voglio un risarcimento per essere stata messa alla gogna e per avergli permesso di infangare il mio nome: che sia la Naspi o una buonuscita. Altrimenti li porterò in tribunale». Elena Maraga è la maestra d’asilo con un profilo OnlyFans che ha perso il lavoro dopo che il padre di un suo alunno ha diffuso le sue foto. La scuola paritaria cattolica si trova a Varego di Maserada in provincia di Treviso. Ha licenziato Elena «per giusta causa». Ma lei non è per niente d’accordo, dice oggi in un’intervista al Messaggero.
Ventinove anni, laureata in Scienze dell’Educazione, con un contratto a tempo indeterminato dal 2021, Maraga ha insegnato nella sezione primavera. Ora, dice, «da una parte sono contenta, perché siamo finalmente arrivati a un punto. Sto valutando di impugnare il licenziamento. La scuola lo definiscono “per giusta causa”, ma per me non lo è affatto. Così non ho diritto né alla Naspi né a una buonuscita.
Se lo accettassi, passerebbe il messaggio che va tutto bene, che sono d’accordo con questa decisione. Ma non è così». Dice di essere molto arrabbiata: «Certo, sto a casa dal 19 marzo senza un euro. Mi hanno messo in “ferie forzate”. Se non reagisco, lascio passare l’idea che sia colpevole. Ho subito un’ingiustizia grave, non meritavo di essere cacciata. Vedremo cosa decideranno loro: se vorranno chiudere con un accordo oppure se vorranno farmela pagare fino in fondo».
In questo mese non ha avuto contatti con la scuola: «Né la coordinatrice, né il parroco, né le colleghe. Solo lettere ufficiali tramite pec o il mio avvocato. Un comportamento freddo, disumano. I miei genitori, che sono molto religiosi, si stanno ricredendo non sulla fede, ma sulla Chiesa. È assurdo: accusano me di immoralità e poi mi trattano come un’appestata. Io avevo rapporti cordiali con tutti, se stavamo male o ci assentavamo arrivava sempre un messaggio. E ora il silenzio. Non so se è una disposizione interna che vieta di parlarmi, o se davvero ce l’hanno con me. Magari perché guadagnavo più di loro con un attività extra». [...]
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